Trump arrestato, Putin in ginocchio: queste sono fake news e sono create dall’intelligenza artificiale
Il diavolo sta nei dettagli, soprattutto quando si parla di immagini generate dall’intelligenza artificiale (IA). Sui social stanno diventando virali gli scatti di Donald Trump che viene arrestato dalla polizia. Ci sono anche fotografie dell’ex presidente mentre fugge tra i corridoi del MacDonald’s, gioca a basket con i carcerati o sceglie la divisa in prigione. Nessuna di queste immagini è vera. Alcune sono solo collage posticci, altre invece sono realistiche. Il trucco per non finire nella trappola dell’IA è sempre lo stesso: fare attenzione ai particolari.
Nonostante siano performanti qualcosa sfugge sempre, un contorno sfumato, una prospettiva sbagliata, una sproporzione o una luce fuori posto. Guardando le immagini di Trump generate dall’intelligenza artificiale, per esempio, si possono notare parti del corpo più grandi di altre, o posizioni strane che assumono le gambe. A un primo sguardo si direbbe che siano vere, ma i dettagli tradiscono la natura sintetica. Quelle di Trump tra l’altro non sono nemmeno le uniche immagini false prodotte dall’IA che sono state pubblicate negli ultimi giorni. Lo scatto (falso) di Putin inginocchiato davanti a Xi Jinping è stato prodotto da un software, eppure, nonostante anche in questo caso ci fossero dettagli evidenti, come la scarpa malformata o la testa troppo grossa, molti l’hanno scambiata per vera.
A rinforzare questa percezione ci sono chiaramente i bias ideologici. E questo spiega come mai il tweet è stato ricondiviso migliaia di volte. Si tratta di una notizia divisiva che va a spingere su sentimenti forti, che siano di indignazione o entusiasmo, vale anche per l'immagine di Putin inginocchiato. E questo è solo l'inizio. L'intelligenza artificiale al servizio delle fake news diventerà sempre più pericolosa, man mano che le tecnologie evolveranno. Arriverà un momento in cui anche quei dettagli fuori posto verranno aggiustati. E allora come faremo a distinguere il vero dal falso?
Perché sono state generate le immagini dell'arresto di Trump
La prima immagine falsa è stata pubblicata su Twitter con questa didascalia: “#BREAKING: Donald J. Trump è stato arrestato a #Manhattan questa mattina." Le foto non sono state generate a caso. Donald Trump infatti ha dichiarato di rischiare l’arresto, secondo l’ex presidente gli agenti si sarebbero dovuti presentare martedì 21 marzo. Le autorità di New York infatti lo hanno accusato di aver comprato il silenzio della pornostar Stormy Daniels, e di averle dato 130.000 dollari per fare in modo che non rivelasse la loro relazione nel bel mezzo della campagna elettorale per le presidenziali del 2016. In realtà le indagini sono ancora in corso, ma Donald Trump si porta avanti con i lavori, e infatti ha scritto in un post: "Protestate, riprendetevi la nazione" nel caso venisse arrestato. Con lo stesso appello aveva scatenato l’inferno a Capitol Hill. È ancora più importante in questo caso scindere tra le immagini false e quelle vere.
Il deepfake che crea disinformazione
Henry Ajder, esperto di intelligenza artificiale e Deepfake ha spiegato a Newsweek che mentre le foto di Trump possono essere notevolmente false per le persone con un background nell'intelligenza artificiale, altri potrebbero percepirle in modo diverso. “Queste immagini potrebbero essere condivise in spazi informativi più isolati e ristretti, dove sono inquadrate in modo diverso da persone che sono alla ricerca di conferme ed essenzialmente alla ricerca di output, immagini che mostrino Trump arrestato per suscitare indignazione o gioia in alcuni casi."
Non solo, pubblicando queste foto sui social media, dove è probabile che le persone scorrano rapidamente le timeline, è difficile soffermarsi sui dettagli sbagliati. In un'intervista al Daily Beast, l'esperta di disinformazione e ricercatrice di Harvard Joan Donavan ha invece spiegato che "purtroppo questi strumenti per creare immagini realistiche sono molto utili per ingannare il pubblico. Stiamo assistendo a una nuova forma di disinformazione preventiva, dove le voci vengono trasformate in realtà attraverso la creazione di media che coprono eventi che non sono mai accaduti".
I trucchi per scoprire l’inganno
Oltre alle composizioni scorrette e le proporzioni sbagliate ci sono altri modi per scoprire se un’immagine è stata generata da un’intelligenza artificiale. Come spiega su Twitter Eliot Higgins, fondatore di Bellingcat, il sito web di giornalismo investigativo specializzato nella verifica dei fatti e intelligence open source, un buon modo per riconoscere lo zampino dell’IA è cercare scritte sui muri, sulle insegne, o sopra gli abiti, spesso appaiono testi disordinati e senza senso. Per esempio nelle foto di Trump le scritte sui cappelli dei poliziotti sono solo lettere a caso.
Non solo, un indizio utile sono anche le espressioni facciali. "Ho anche notato che se chiedi espressioni, Midjourney tende a renderle in modo esagerato, con le pieghe della pelle dovute a cose come il sorriso molto pronunciato", ha detto Higgins. Per esempio l’espressione addolorata sul volto di Melania Trump sembra il fotogramma di un film horror. È chiaro i volti delle persone note possono sembrare più convincenti perché l’IA avendo molte fotografie a disposizione è in grado di produrre immagini verosimili. "Quindi le persone famose sono rese molto bene, mentre le persone meno famose di solito sono un po' traballanti". Higgins ha postato le foto di Trump, specificando che erano false, per mettere in mostra i rischi e sottolineare invece le imperfezioni che permettono di riconoscere l'intervento dell'IA.