“Truffe e lavori non pagati, ora resta la depressione”, gli influencer italiani svelano il lato buio dei social
“Purtroppo io per mesi non ho ricevuto soldi, ho fatto tantissimi lavori senza prendere neanche un centesimo”. Oppure: “Io sono stata truffata e derubata”. O ancora: “Non ho mai ricevuto un soldo per ogni lavoro che ho fatto”. E per chiudere: “Sono caduto in una forte depressione perché non avevo un riscontro economico per il mio lavoro”. Negli ultimi giorni su TikTok sono cominciati a spuntare video di creator che hanno raccontato una storia molto simile: per mesi hanno lavorato senza ricevere nessun compenso.
Ognuno di questi creator ha seguito un percorso diverso sui social. C’è chi ha cominciato su YouTube negli anni d’oro della piattaforma, come Luca Lattanzio che ha un canale da 1,7 milioni di iscritti attivo da dieci anni. C’è Beatrice Cossu, una delle protagoniste della terza edizione del Collegio che ora ha un profilo TikTok con 818.000 follower. O Sespo, classe 1999 e quasi tre milioni di follower su TikTok. Percorsi diversi certo, ma una cosa in comune ce l’hanno: lavoravano tutti per la stessa agenzia di management.
Luca Lattanzio: “Ero depresso, non riuscivo più a lavorare”
Luca Lattanzio è nato nel 1986. Il suo primo canale YouTube lo ha aperto nel 2005, pochi mesi dopo che la piattaforma era stata lanciata da Google. Nel 2013 ha cominciato a pubblicare video di scherzi su un canale che ha macinato centinaia di migliaia di iscritti. Contenuti di intrattenimento, tendenzialmente divertenti ma senza la patina da televisione per bambini che negli ultimi anni ha ricoperto questo tipo di progetti.
Ha visto YouTube nascere e cambiare, è stato ambassador in Italia della piattaforma, e tutto questo lo ha fatto anche insieme a quella che fino a pochi mesi fa era una delle agenzie più importanti nel settore. La stessa da cui sono passati anche Mirko “CiccioGamer89” Alessandrini, i Nirkiop e Gianmarco Zagato. Ora i social dell’agenzia sono stati oscurati, il sito spogliato dei contenuti e le vecchie pagine rese irraggiungibili.
Luca ha spiegato tutto a Fanpage.it. “All’inizio è andato tutto bene. L’agenzia faceva da tramite tra noi e i brand. I clienti pagavano e noi prendevamo i compensi. Poi i pagamenti hanno cominciato a non arrivare”. I clienti pagavano, i soldi venivano fatti ma poi col tempo i bonifici sono spariti: “Il problema era anche che nessuno dei creator parlava con gli altri. Pensavamo tutti che questa situazione riguardasse soltanto noi. Un po’ ti vergogni a dire di essere stato truffato”.
I contratti e le fatture però c’erano: “C’è tutto. Ci sono i contratti. A un certo punto ero depresso, non riuscivo neanche più a pubblicare video sul canale. Parliamo di lavori grossi, anche tour in tutta Italia pagati dai brand per cui non abbiamo mai visto un soldo”.
Nella stessa agenzia ha lavorato anche la sorella di Luca, Valentina. Sempre con content creator. Lei non è stata mai pagata, per quattro anni, e ora spiega di aver sofferto anche di ansia: “Mi mettevano pressione per avere nuovi contenuti. Ho sofferto di ansia e perso tantissimi chili. Anche nei video me lo avete fatto notare”.
Beatrice Cossu: “Ho dovuto chiedere i soldi a mio nonno per pagare l’università”
Beatrice Cossu si è affacciata sui social nel 2019, con la terza edizione del Collegio. È stata una delle protagoniste e ha partecipato alla trasmissione proprio negli anni in cui era più seguita. Anche lei ha lavorato nella stessa agenzia di Luca Lattanzio, come racconta a Fanpage.it: “Ho iniziato ad essere conosciuta sui social nel 2019, a ogni puntata avevo più follower perché continuavano a cercarmi su Instagram e su TikTok. All’epoca avevo 17 anni e frequentavo il liceo scientifico”.
Dopo il successo arrivato con il collegio, Cossu non ha smesso di studiare. Ha continuato la scuola e poi si è iscritta all’università. Con i primi soldi arrivati dalla collaborazioni con i brand ha potuto però acquistare una macchina di cui ora non riesce a pagare le rate: “All’inizio è andato tutto bene. Mi davano i pagamenti in anticipo ma poi dalla fine del 2021 sono cominciati i ritardi. Per le rate dell’auto ho dovuto chiedere aiuto a mio papà. Mio nonno invece mi aiuta a pagare l’università”.
Anche per Beatrice i pagamenti hanno smesso di arrivare nel 2022: “Prima tardavano, poi si sono bloccati del tutto. Mi venivano date scuse assurde, dal pc rotto in azienda ai dipendenti che avevano preso il Covid. Una dipendente mi ha anche detto che non poteva pagarmi perché era in bornout. Alla fine me ne sono andata”. E ora vedere quei soldi sarà difficile: “Dovrei fargli causa, certo. Ma non ho intenzione di mettermi a cercare i soldi per pagare anche un avvocato”.