Truffati dalle cripto, la storia degli italiani travolti dal crollo di Ftx: “Abbiamo perso 30 milioni di euro”
Fino al 6 novembre la sigla Ftx era conosciuta solo a chi maneggiava bitcoin e criptovalute. Fino al 6 novembre Sam Bankman-Fried era un giovane miliardario che era riuscito a surfare l’onda lunga delle criptovalute. Fino al 6 novembre Mario Garofano aveva ancora tutti i suoi investimenti ben saldi in quella che doveva essere una delle piattaforme più sicure al mondo.
Ora Ftx è crollata, Bankman-Fried è agli arresti domiciliari a casa dei suoi genitori in California e Mario Garofano ha aperto un comitato nazionale per recuperare i suoi fondi e quelli di migliaia di investitori italiani che avevano deciso di fidarsi di Ftx. Garofano ha raccontato tutta la sua storia a Fanpage.it.
Tutte le tappe del crollo di Ftx
Il 6 novembre è la data chiave di questa vicenda. Sul portale CoinDesk viene pubblicato un report dove si evidenziano i rapporti poco chiari tra Ftx, di fatto una piattaforma per scambiare criptovalute, e Alameda Resarch, società di trading. Il report viene confermato. Tra Alameda Resarch e Ftx ci sono flussi di denaro non chiari: ci sono soldi dati in prestito, risparmi usati per investimenti e crediti garantiti con fondi che non esistono. E in questa serie di scambi sono spariti miliardi di dollari.
Cade la prima tessera del Domino, e poi cade tutto il resto. All’inizio dello scandalo sembra che Ftx possa sperare di sopravvivere. Garantisce a tutti gli investitori che possono ancora prelevare i loro soldi. C’è la corsa a togliere gli investimenti. Tutto sembra funzionare.
Poi, piano piano, i rubinetti si chiudono. I prelievi si bloccano e Ftx precipita. Ora per questo exchange è stato chiesto il Chapter 11, la procedura di bancarotta negli Stati Uniti punta a ristrutturare una società così da salvare gli investimenti dei finanziatori.
Chi sono gli investitori italiani di Ftx
Le macerie di questo crollo travolgono anche gli investitori italiani. Sono migliaia, spesso giovani, ancora più spesso esposti con piccoli investimenti tra i 2.000 e i 10.000 euro. Certo, ci sono poi anche i fondi e gli investitori strutturati che invece avevano messo in Ftx milioni di euro. Ma si tratta di eccezioni. Tutti loro avevano già una rete, fatta soprattutto di gruppi Telegram in cui si seguiva l’andamento delle azioni di Ftx.
Quando è crollato tutto alcuni utenti hanno deciso di provare a recuperare i loro investimenti. Tra questi c’è Mario Garofano, un investitore esperto di cybersecurity che ha fondato FTX Bank Run, un comitato che sta cercando di muoversi per capire come recuperare i soldi investiti in Ftx.
La rete dei gruppi Telegram
Stando dentro tutti i gruppi Telegram che si stanno muovendo per riavere tutti i soldi investiti nella piattaforma Mario si è fatto un’idea abbastanza precisa di chi sono gli italiani coinvolti in questa bancarotta: “Al nostro comitato hanno aderito 2.200 persone. Si tratta di ragazzi giovani che spesso hanno fatto nelle criptovalute il loro primo investimento, direi che la cifra media è di 5.000 euro. Poi c’erano anche investitori strutturati che avevano posizioni aperte per diversi milioni di euro”.
“Non è stata una scelta azzardata”
Ftx non è crollata lentamente. La sua caduta è avvenuta all’improvviso, i processi che con il tempo hanno fatto marcire la società sono cominciati però mesi prima. Eppure, secondo Garofano agli investitori non sono mai arrivati segnali di quello che stava accadendo, anzi: “Ftx era una exchange con una forte liquidità e una narrativa di solidità e di regolamentazione rispetto agli Stati Uniti molto convincente. Sembrava un’interlocutore molto credibile”.
Cosa si può recuperare adesso dei soldi investiti?
Ora l’obiettivo è quello di recuperare tutti i soldi investiti. Qui la partita è complessa e non si gioca solo in Italia. Il comitato in cui si sono costituiti è seguito da Sergio Di Nola, avvocato esperto in procedimenti di bancarotta. Al momento non sono ancora chiare le tappe da seguire per recuperare i fondi investiti su Ftx, l’unica cosa che si sa è che la strada sarà ancora lunga: “Per adesso il nostro obiettivo è quello di essere rappresentati nella procedura di Chapter 11. L’obiettivo è recuperare almeno due terzi degli investimenti”.