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Tim accetta l’offerta di KKR per vendere parte della sua rete, cosa cambia ora per i clienti

Nell’estate del 2024 Tim dovrebbe vendere una buona parte delle infrastrutture di rete al fondo il fondo americano Kohlberg Kravis Roberts (KKR). Il cda dell’azienda di telecomunicazioni ha approvato la decisione a maggioranza. Il valore dell’operazione si muove tra i 18 e i 22 miliardi di euro.
A cura di Valerio Berra
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Domenica 5 novembre il consiglio di amministrazione (cda) di Tim dopo tre giorni di riunioni ha deciso di accettare l’offerta del fondo americano Kohlberg Kravis Roberts (KKR) per l’acquisto di una parte della sua attività. Nello specifico, Tim venderà a KKR parte della sua rete. Questa porzione dell’azienda sarà in futuro controllata dalla società NetCo, di cui diventerà azionista anche il Ministero delle Finanze con una quota del 20%. I dettagli dell’accordo non sono ancora stati definiti. Il valore dell’acquisizione potrà variare dai 18,8 miliardi di euro ai 22 miliardi di euro. KKR ha già una parte delle quote di FiberCop, una partecipata di Tim che si occupa sempre di infrastrutture.

L’operazione dovrebbe chiudersi entro l’estate del 2024. Dall’operazione, per l momento è rimasta esclusa Tim Sparkle, un’altra divisione dell’azienda che si occupa sempre di infrastrutture. Tim Sparkle gestisce una rete da 560.000 km di fibra ottica. È una rete mondiale, che passa anche da Oceano Atlantico e Oceano Indiano. Il fondo KKR ha avanzato un’offerta anche per Tim Sparkle ma per adesso il cda di Tim ha ritenuto questa offerta non soddisfacente.

Cosa cambia per la rete Tim

La prima nota per i clienti Tim è che l’azienda di telefonia non scomparirà con la vendita del ramo sulle infrastrutture a KKR. Non ci sarà più una “rete Tim” ma Tim e NetCo firmeranno un contratto di affitto per permettere a Tim di continuare a lavorare. In pratica Tim si concentrerà di più sui servizi che sulla gestione della rete. Questa operazione è stata approvata anche dal Consiglio dei ministri che il 28 agosto scorso ha firmato due decreti su questa operazione.

Il problema con Vivendi e gli altri azionisti

Prima di vedere la conclusione di questa operazione potrebbe esserci ancora qualche ostacolo da superare. Il principale azionista di Tim è Vivendi, società francese con diversi investimenti nel campo dei media. Vivendi possiede il 23% delle azioni di Tim. Secondo i portavoce di Vivendi l’acqusizione sarebbe illegittima e chiede che il voto venga fatto passare anche dal volto degli azionisti. L’obiettivo dell’acquisizione è quello di tagliare il debito di Tim e di ridurre i dipendenti dell’azienda, secondo le stime pubblicate da Corriere della Sera circa 20.000 dovrebbero spostarsi su NetCo.

Le variazioni per i clienti sulle tariffe

Per adesso è ancora troppo presto per capire cosa cambierà per i clienti di Tim. Il nuovi termini del contratto di affitto con KKR potrebbero infatti portare a una variazione delle tariffe sia per i clienti Tim che per quelli delle altre aziende che utilizzano la rete Tim per accedere alla connessione. Un esempio è quello di Kena Mobile, sempre di proprietà di Tim. La cessione dell’infrastruttura potrebbe portare a un miglioramento del servizio e della qualità di connessione. Per i prossimi dettagli bisognerà aspettare l’estate del 2024.

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