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Tiktoker recita una preghiera islamica e poi mangia del maiale, condanna a due anni di carcere

In Indonesia sono in vigore le leggi contro la blasfemia, chiunque esprima sentimenti di ostilità verso una religione rischia fino a cinque anni di carcere. La norma è diventata uno strumento per perseguitare le minoranze e le sette non ortodosse.
A cura di Elisabetta Rosso
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Tutto inizia con un'influencer che mangia un pezzo di carne di maiale e finisce con una condanna a due anni di carcere. Si chiama Lina Lutfiawati, ha 33 anni, ed è stata giudicata colpevole per "aver diffuso informazioni con l'intento di promuovere l'odio contro persone religiose e gruppi specifici". I giudici di Palembang, una città a sud dell'isola di Sumatra, hanno condannato la donna a due anni di carcere per aver pubblicato un video su TikTok in cui pronunciava una preghiera islamica prima di mangiare carne di maiale. Rischia anche una multa da 16.245 dollari. Un po' di contesto. L'Indonesia è la nazione musulmana più grande del mondo, 231 milioni di persone, almeno il 93% della popolazione adulta, si identificano come musulmani. Nel Paese sono in vigore leggi contro la blasfemia, e infatti quello di Lutfiawati non è un caso isolato.

La polizia indonesiana l'anno scorso ha arrestato sei persone che promuovevano alcolici gratuiti, proibiti dall'Islam, per i clienti di nome Mohammed. Nel 2017, l'ex governatore di Jakarta Basuki Tjahaja Purnama, noto anche come Ahok, è stato incarcerato per quasi due anni per aver criticato l'Islam. Gli attivisti per i diritti umani in Indonesia combattono da tempo contro le leggi sulla blasfemia, che spesso vengono utilizzate per perseguire le minoranze religiose e le sette non ortodosse.

L'articolo 156(a) del codice penale indonesiano proibisce a chiunque di esprimere deliberatamente e in pubblico sentimenti di ostilità, odio o disprezzo contro le religioni. La pena per la violazione di questo articolo prevede un massimo di cinque anni di carcere. La legge fa parte dell’islamizzazione dell’arcipelago indonesiano, iniziata nel XVI secolo con il declino del regno dei Majapahit e l’occupazione di Giava da parte delle truppe del re musulmano Demak. Negli ultimi anni il governo indonesiano ha introdotto leggi più repressive contro le altre religioni e le pene sono state inasprite con l’introduzione del nuovo codice penale. 

Il caso dell'influencer che ha mangiato carne di maiale su TikTok

A marzo l'influencer, con oltre 2 milioni di follower, stava viaggiando a Bali e ha deciso di provare la carne di maiale "per curiosità", così ha avviato il video e dopo aver pronunciato la parola “Bismillah” in arabo “nel nome di Dio”, ha assaggiato il babi guling, un piatto base di riso e pezzi di maiale allo spiedo serviti con verdure. Il video ha raccolto milioni di visualizzazioni e infatti è stata proprio un'utente che ha visto il contenuto a denunciare Lutfiawati, per "aver mangiato consapevolmente pelle di maiale in quanto musulmana". A maggio la polizia ha accusato l'influencer di aver diffuso contenuti di odio rivolti verso un'etnia e una religione. Molti gruppi conservatori del Paese, come il Consiglio degli Ulema, il massimo organo clericale musulmano dell'Indonesia, hanno definito il video blasfemo.

"So di aver sbagliato, ma davvero non mi aspettavo questa punizione", ha detto Lutfiawati a CNN Indonesia. "È possibile che presenterò ricorso", ha aggiunto. Sui social gli utenti hanno mostrato reazioni diverse, c'è chi condivide la decisione dei giudici di Palembang, e chi è rimasto sorpreso dall'incarcerazione di Lutfiawati, molti hanno infatti sottolineato che le pene detentive inflitte per i casi di corruzione sono spesso meno severe.

Il commento degli attivisti

"Non ha fatto nulla di male, ma la dice lunga sullo stato dell'Indonesia… su come un autoproclamato paese musulmano moderato stia diventando una nazione musulmana radicalizzata", ha detto alla CNN Andreas Harsono, ricercatore indonesiano di Human Rights Watch. "Il capitolo sulla blasfemia nel codice penale è stato aumentato da uno a sei articoli: un grave passo indietro per proteggere la libertà di religione e di credo in Indonesia. Ciò va contro la tendenza globale a non applicare le leggi sulla blasfemia o ad abolirle del tutto”.

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