TikTok è fatto per alimentare le proteste nel mondo? L’inchiesta della BBC
L’accusa è arriva con un’inchiesta pubblicata dalla BBC. La giornalista Marianna Spring ha messo insieme una serie di episodi e soprattutto di dichiarazioni che mostrano come TikTok abbia contribuito a soffiare su alcune proteste negli scorsi mesi. Video che riprendevano o incitavano comportamenti violenti sono diventati virali e hanno collezionato milioni di visualizzazioni. Soprattutto quando questi comportamenti erano in qualche modo legati a una forma di rivolta.
I casi citati dalla BBC
La reporter della BBC ha collezionato i dati di alcuni eventi in cui sembra che TikTok abbia fatto da catalizzatore. Ne citiamo due. Nel novembre 2022 la città di Moscow in Idaho è stata travolto da un caso di omicidio plurimo. Quattro studenti sono stati uccisi nelle loro camere da letto mentre due dei loro coinquilini sono sopravvissuti. La piattaforma è stata invasa da video dove investigatori improvvisati hanno provato a ricostruire la dinamica del delitto.
I video sono esplosi. Parliamo di un totale di due miliardi di visualizzazioni. Un ragazzo di nome Jack Showalter è diventato noto in queste ricostruzioni come l’“hoodie guy”, il ragazzo con la felpa con il cappuccio. È stato accusato di aver partecipato all’omicidio da alcuni creator. La sorella ha raccontato che per diversi giorni la sua famiglia ha ricevuto minacce di morte. Dopo circa un mese Bryan Kohberger è stato arrestato con l’accusa di omicidio. Il suo nome non era mai passato da TikTok.
Uno degli altri casi citati dalla BBC ha avuto luogo nel Regno Unito. Gli studenti della scuola Rainford High School di Merseyside avevano iniziato una serie di proteste dopo che le gonne delle ragazze erano state sottoposte a delle misurazioni per capire se fossero appropriate all’ambiente scolastico. Grazie alla viralità della piattaforma, nel giro una settimana le stesse proteste erano esplose in circa 100 scuole. Anche con esiti violenti.
La risposta di TikTok alle critiche della BBC
La BBC ha citato anche altri casi, come le proteste in Francia dopo la morte di Nahel, un ragazzo ucciso dalla polizia dopo essere stato fermato a un posto di blocco. Secondo la reporter Marianna Spring all’origine di tutto ci sarebbe l’inadeguetezza di una struttura ottimizzata per i video di balletti e non per la cronaca. Nell’inchiesta viene citata la testimonianza di un ex dipendente: “TikTok è cresciuto così velocemente che non riuscivano a tenere il passo o prevedere come si sarebbe trasformata l’app”.
La piattaforma ha risposto che nel suo personale ci sono oltre 40.000 persone che si occupano della moderazione. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato: “La stragrande maggioranza dei video con informazioni dannose non riceve nemmeno una visualizzazione. Dare priorità alla sicurezza non solo è la cosa giusta da fare, ma è anche sensato dal punto di vista economico”.