Sui social è rinata la teoria della morte di Internet: una follia con un fondo di verità
I complottisti hanno superato loro stessi raggiungendo una dimensione metatestuale. Internet è stato per anni un posto magico dove far proliferare ipotesi assurde, dai grandi classici come la Terra piatta, alle teorie più stravaganti. Ora è lo stesso sistema a essere messo in discussione, secondo i complottisti infatti Intenet è morto da anni. Come ogni teoria cospirazionista è abbastanza semplice, e parte da un sentimento condiviso per costruire una narrazione allucinata.
“Internet è vuoto e privo di persone. Inoltre è privo di contenuti. Rispetto all’Internet del 2007 è del tutto sterile. Non c'è più nessun posto dove andare e niente da fare, vedere, leggere o sperimentare", scrivono sul forum Macintosh Café di Agora Road. "Sì, Internet può sembrare gigantesco, ma è come una mongolfiera senza niente dentro."
Secondo la Dead Internet Theory il web è stato conquistato dall’intelligenza artificiale. Non ci sono più persone che generano contenuti, al loro posto eserciti di bot hanno colonizzato internet nel 2016-2017 per produrre articoli, post, video. L'obiettivo dei bot, manipolati dai "poteri forti" (il denominatore comune delle teorie del complotto), è influenzare il pubblico, in particolare sui temi politici, distrarre e intrattenere gli utenti e spingerli ad acquistare determinati prodotti. In altre parole controllare in modo invasivo la popolazione mondiale.
La teoria circolava su 4Chan già alla fine degli anni 2010, ma si è consolidata e amplificata nel 2021 dopo la pubblicazione di un post pubblicato su un thread intitolato "Teoria di Internet morto: la maggior parte di Internet è falsa", sul forum. Poi a metà gennaio, la Dead Internet Theory è stata "resuscitata" dopo la pubblicazione di post su X.
Siamo stati conquistati dai bot?
Un frammento di verità c'è, la teoria della morte di Internet ha guadagnato terreno perché è aumentato il traffico di bot. Lo dimostra il post pubblicato su X. Paragona la parlata di un uomo kazako a "un motore diesel che cerca di avviarsi in inverno" ha raccolto oltre 24.000 Mi piace e 2.000 ripubblicazioni. Il video però è stato caricato senza audio. Gli utenti nei commenti hanno scritto: "Chi ha messo mi piace è un bot". Molti hanno ripubblicato il video spiegato che X è truccato, da tempo si lamentano della piattaforma invasa dai bot, sotto i post infatti compaiono spesso commenti irrilevanti generati dall'intelligenza artificiale.
Ma non è solo X, l'intelligenza artificiale generativa viene utilizzata anche per le recensioni dei prodotti Amazon, un modo per far salire e rendere più visibili prodotti scandenti con commenti positivi. E con sta aumentando vertiginosamente la "spazzatura artificiale" pubblicata sul web, dai libri finti scritti con l'IA, alle immagini che violano il copyright degli artisti. Ma anche se Internet sembra rotto, pieno di spam, e decisamente meno selvaggio rispetto ai suoi albori, non siamo ancra stati colonizzati dai bot. Non guidano Internet nel modo come suggerito dalla teoria della morte di Internet. Piuttosto lo fanno gli influencer, ai quali i bot si ispirano amplificando una tendenza già esistente.