Su Satispay arrivano le commissioni per le transazioni sotto i 10 euro: quanto si paga
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Satispay ha annunciato che introdurrà le commissioni sui pagamenti al di sotto dei 10 euro. Lo ha fatto con una nota stampa diffusa nelle ultime ore. Una quota minima, certo e che non si applicherà per tutte le transazioni ma che segna un cambio di passo per la fintech italiana nata a Cuneo nel 2013. Satispay è uno dei pochi unicorni italiani, titolo che viene dato alle startup dopo aver superato il miliardo di euro (o dollari) di valutazione.
L’introduzione delle commissioni riguarda nello specifico tutti i pagamenti sotto i 10 euro fatti nei negozi che si sono dotati dell’applicazione. Le commissioni saranno dell’1% e verranno applicate a ogni transizione. Prima il modello di pagamento era diverso. Sotto i 10 euro i commercianti che ricevevano denaro non pagavano commissioni. Sopra i 10 euro invece avevano una commissione fissa di 0,20 centesimi. Le commissioni verranno applicate dal 7 aprile.
Le regole cambiano per i negozi, non per i consumatori. Satispay spiega che i consumatori continueranno a usare il servizio in modo gratuito. Certo. Nei prossimi mesi vedremo anche la ricaduta delle nuove commissioni sul costo dei prodotti ma parliamo sempre di spese marginali. Giusto per fare qualche esempio. Le commissioni saranno di 0,10 centesimi per spese da 10 euro, 0,20 centesimi per quelle da 20 euro, 0,50 centesimi per quelle da 50 euro e 1 euro per quelle da 100 euro.
La spiegazione di Satispay: “Oggi lo scenario è diverso”
Satispay è reduce da un round di investimenti da 60 milioni di euro, segnato giusto il novembre scorso. In quell’occasione aveva promesso nuove assunzioni e lo sviluppo di prodotti che guardano al mondo degli investimenti. Nel frattempo i suoi fondatori pensano a come organizzare le fonti di guadagno. Oltre alle commissioni sugli esercenti, Satispay guadagna anche da commerce e sul pagmeno di bollettini, pagoPA e bollo auto.
Spiega il CEO Alberto Dalmasso: “Se 10 anni fa la chiave per cambiare le abitudini di pagamento era un’app intuitiva e una politica che non richiedesse commissioni sui pagamenti sotto i 10 euro, oggi lo scenario è diverso”.