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Su Netflix sta arrivando un documentario che vuole svelare tutti i lati oscuri di Pornhub

Lanciato nel 2007 e guidato dalla società MindGeek, Pornhub ha cambiato il modo in cui viene fruita la pornografia da grande pubblico. Ma non solo, nella sua storia è stato anche travolto da parecchi scandali, a partire dalla pubblicazione di video senza il consenso dei protagonisti.
A cura di Valerio Berra
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Il giorno del debutto è stato fissato per i 15 marzo, anche in Italia. Netfix ha annunciato il lancio di Money Shot: The Pornhub Story, un documentario dedicato a uno dei siti più visitati al mondo. Secondo la classifica di SimilarWeb è in 12° posizione, incastonato tra WhatsApp e Amazon. Il documentario è stato diretto da Suzanne Hillinger. Questa regista è già nota per diversi lavori tra inchiesta fra cui How To Fix An Election, un documentario sulla creazione di collegi di voto negli Stati Uniti per definire dei feudi sicuri per i partiti (il termine tecnico è gerrymandering).

Money Shot: The Pornhub Story è stato realizzato mettendo insieme interviste a artisti porno, attivisti e ex dipendenti del portale. Pornhub, che è gestito dalla società MindGeek, con sede in Lussemburgo, è stato lanciato ufficialmente nel maggio del 2007 e fino ad oggi ha attraversato scandali e rivoluzione. Questo sito cambiato il modo produrre e consumare pornografia, almeno per il grande pubblico, ha reso facile l’accesso e ha anche creato un ambiente in cui poi si sono innestati fenomeni di sfruttamento. Non solo.

Pornhub è stato anche coinvolto in una serie di scandali per aver permesso la pubblicazione di video pornografici senza il consenso delle persone filmate. Fra i tanti video pubblicati su questa piattaforma c’è stato anche quello di Tiziana Cantone. Dal 2020 il portale ha tolto dal sito tutti i video caricati da utenti che non ha seguito il processo di verifica. Money Shot: The Pornhub Story allargherà lo sguardo anche sul mondo del porno in generale. Come si può capire dai primi trailer uno dei temi sarà anche la censura decisa dalle principali piattaforme social per gli account dei sex worker.

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