Storia di Ms. Rachel, la youtuber che raccoglieva fondi per i bambini di Gaza: travolta dagli insulti
Di solito i video educativi di Ms. Rachel esplodono di colori e allegria. Questa volta no. Girato nel buio di una stanza senza luce, la voce rotta dal pianto. "Dire che non mi importa dei bambini mi fa così tanto male", dice singhiozzando. E in effetti è difficile dire che non pensa ai più piccoli: i contenuti che fa su YouTube, dove ha quasi dieci milioni di follower, sono rivolti proprio a loro. Uno per imparare a leggere, un altro che aiuta i più piccoli a superare la paura del dottore, uno sulle canzoni natalizie. Ma anche una raccolta fondi lanciata proprio per aiutare i bambini che vivono in zone di guerra.
Non tutti hanno apprezzato. Il motivo? Una campagna per raccogliere fondi per i bambini di Gaza, del Sudan, dell'Ucraina e della Repubblica Democratica del Congo. Ma non per i bambini israeliani. Così, Ms. Rachel è stata assediata da commenti negativi di chi l'ha accusata di fare distinzione fra i bambini. Chiusa in casa, isolata, la sua iniziativa benefica trasformata in caccia alle streghe.
La raccolta fondi per Save The Children lanciata su Cameo
Tutto è cominciato il 13 maggio, quando Ms. Rachel (il suo nome vero è Rachel Accursio) ha pubblicato su Instagram un appello ai suoi follower (quasi 10 milioni su YouTube, 2 milioni su Instagram): donare in favore dei bambini che vivono in aree critiche. "Il progetto si chiama ‘Messaggi d'amore ai bambini, per i bambini'", spiega la youtuber in un video in cui indossa il suo famoso cerchietto rosa. L'obiettivo è quello di raccogliere delle donazioni tramite la piattaforma Cameo, utilizzata dalle star per registrare clip personalizzate sulle richieste degli utenti che "comprano" qualche secondo (o minuto) di video. Insomma, una versione online per capitalizzare sul "video-saluto" dei VIP.
Ma nel caso di Ms. Rachel tutti i proventi dei suoi video su Cameo sono destinati al fondo di emergenza di Save The Children. "I bambini non dovrebbero mai provare gli orrori della guerra", spiega la content creator nel suo video su Instagram. "Si tratta di gravi violazioni dei diritti umani. I bambini dovrebbero essere protetti".
Il progetto va a gonfie vele. In meno di 24 ore riesce a raccogliere 50.000 dollari (circa 46.000 euro), l'equivalente di 500 video da registrare per i genitori che li hanno richiesti. Ms. Rachel è costretta a chiudere temporaneamente il profilo su Cameo per riuscire a far fronte alle richieste. Ma nel mentre i commenti negativi hanno cominciato a inondare i profili della content creator.
I commenti sui bambini israeliani
"I bambini israeliani non contano?", chiede in tono polemico un utente in un commento al video su Instagram. Un altro la accusa di fare distinzioni fra bambini di serie A e altri di serie B. Ancora: "Perché non fai un video sui bambini israeliani che sono stati rapiti dalle loro culle o che sono stati bruciati vivi?".
L'ondata di negatività ha investito la donna, che è stata costretta a chiudere i commenti sui nuovi contenuti di tutti i suoi profili social. Ma gli hater hanno trovato spazio anche nei commenti dei vecchi video. E così alla fine Ms. Rachel si è spezzata. "Il bullismo è così pesante", ha detto in una storia su Instagram. "Immagino quello che sta passando una madre che non ha la possibilità di dare da mangiare o acqua pulita a suo figlio, o di tenerlo al sicuro…".
Intanto la prima parte della raccolta fondi è stata portata al sicuro. E dopo il video in cui si mostra in tutta la sua vulnerabilità, ne ha fatto un altro. "Tutti i bambini sono uguali", precisa Ms. Rachel. "Ma alcuni bambini in questo momento vivono in una situazione di emergenza, come quella che c'è a Gaza".