Spogliano le compagne con un’app: 15 ragazzi condannati a un anno di libertà vigilata
Per Isabel tutto è iniziato con una frase che non riusciva a capire. "Ho visto una tua foto nuda", a parlare è un suo compagno di classe. Isabel (nome inventato per tutelare la sua privacy) sa di non aver mai scattato una sua immagine senza vestiti, eppure quando prende il telefono e guada lo schermo capisce che è tutto vero. Siamo ad Almendralejo, un comune di Badajoz, Spagna, settembre 2023, è il primo giorno di scuola dopo le vacanze estive e Isabel e quattro sue compagne di classe scoprono che qualcuno ha usato l'intelligenza artificiale (IA) per spogliarle generando scatti che sono falsi ma sembrano reali. Ora a quasi un anno di distanza un tribunale della Spagna sud-occidentale ha condannato 15 studenti a un anno di libertà vigilata per aver creato e diffuso i deepnude.
“Al di là di questo particolare processo, questi fatti dovrebbero farci riflettere sulla necessità di educare le persone all’uguaglianza tra uomini e donne”, ha dichiarato al quotidiano online ElDiario l’associazione Malvaluna, che ha seguito il caso schierandosi dalla parte delle famiglie colpite. "È necessaria un'adeguata educazione sessuale a scuola, in modo che i bambini non imparino il sesso attraverso la pornografia, che genera sessismo e violenza".
Il caso di Almendralejo
Le immagini delle ragazze di Almendralejo hanno cominciato a circolare su WhatsApp, allarmando anche le famiglie che hanno subito creato una rete di sostegno. A denunciare sono state 20 minorenni, tra gli 11 e i 17 anni. Non solo, una ragazza di 12 anni è stata anche ricattata da un profilo falso.
Su Instagram un ragazzo le ha chiesto dei soldi per non divulgare le sue foto nude, create grazie all'intelligenza artificiale. È un caso di Sextortion: un ricatto per ottenere denaro o favori sessuali, dove il truffatore minaccia di pubblicare materiale intimo della vittima ottenuto con l'inganno e senza il suo consenso (ne abbiamo parlato in questo articolo dove abbiamo raccolto la testimonianza di una vittima).
"Non sapevamo quanto fossero girate le immagini, o se fossero state caricate su siti pornografici: avevamo tante paure. Quando sei vittima di un reato, se vieni derubato, ad esempio, fai denuncia e non ti nascondi perché l’altra persona ti ha fatto del male. Ma con i reati di natura sessuale la vittima spesso prova vergogna e si sente responsabile. Quindi volevo dare quel messaggio: non è colpa vostra".
La condanna del tribunale
Il tribunale per i minorenni della città di Badajoz ha condannato i minorenni per 20 capi d'imputazione relativi alla creazione di immagini pedopornografiche e 20 capi d'imputazione per reati contro l'integrità morale delle vittime. Oltre a un anno di libertà vigilata avranno l'obbligo di frequentare corsi di sensibilizzazione sulla parità di genere, sull'uguaglianza, e sull'uso responsabile della tecnologia.
"La sentenza ha dimostrato che i minori hanno utilizzato applicazioni di intelligenza artificiale per ottenere immagini manipolate di [altri minori] prendendo i volti originali delle ragazze dai loro profili sui social media e sovrapponendo quelle immagini sui corpi di corpi femminili nudi", ha dichiarato la corte. "Le foto manipolate sono state poi condivise su due gruppi WhatsApp". Tra i colpevoli ci sono ragazzi tra i 13 e i 15 anni, per la legge spagnola, i minori di 14 anni non possono essere incriminati, i loro casi sono stati inoltrati ai servizi di tutela dell'infanzia.