Siamo stati nei gruppi Telegram che spingono all’anoressia: “Vomita nella doccia, non sarai mai abbastanza magra”
“Ciao sono 40 chili e ne devo perdere altri 10, comincio il digiuno”, scrive Greta. Nei gruppi Pro Ana (anoressia) e Pro Mia (bulimia), le ragazze si presentano ma al posto del nome dicono il peso, subito dopo quanto vorrebbero perdere 5, 10, 15, 20 chili. Dipende, è un gioco al ribasso. Greta (nome inventato) ha 15 anni e si sente “una vacca schifosa”, anche se le sue gambe sono sottilissime. Posta ogni tanto una coscia e scrive “per favore aiutatemi a perderne ancora”. C’è chi le consiglia di pranzare con una sigaretta, oppure “abbuffati una volta e poi vomita tutto subito, così togli la fame”. È bastata una ricerca per parole chiave su Telegram e siamo finiti dentro una ragnatela di chat dove ragazze giovanissime portano avanti una lotta feroce per far spuntare le ossa sotto la pelle.
Per entrare nei gruppi è sufficiente premere Unisciti oppure contattare l’admin che ti aggiunge in chat magari più ristrette, o con diete più hard. È semplicissimo. Dentro ci sono ragazze tra i 13 e i 15 anni affette da disturbi alimentari, soprattutto anoressia e bulimia, che si scambiano consigli su come dimagrire più in fretta, incoraggiano a prendere lassativi, tre o quattro volte al giorno, dosi che distruggono i reni, assumere alimenti ipocalorici e organizzano gare per vedere chi digiuna per più tempo.
I gruppi sono tane per rinforzare il culto dell’anoressia e della bulimia, i disturbi alimentati oggi sono la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali per i ragazzi tra i 12 e i 25 anni, e in seguito alla pandemia sono aumentati del 45%, mentre i posti letto per le cure specializzate sono diminuiti del 22%. È anche scesa l'età di insorgenza, i primi sintomi colpiscono bambini tra gli 8 e i 9 anni. Fanpage.it ha parlato dei gruppi Pro Ana su Telegram con il direttore della Polizia Postale Ivano Gabrielli in occasione della Giornata dedicata ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, istituita nel 2012. Viene anche chiamata del Fiocchetto Lilla, simbolo dell'impegno verso patologie che sono state sottovalutate per anni.
“Dietro questi movimenti che alludono a una ‘thin inspiration‘, si nascondono le storie di molti ragazzi in difficoltà, soli nella loro patologia. I social hanno spinto i più giovani a cercare solidarietà online con coetanei, per digiunare o per raggiungere un peso decisamente inferiore a quello che dovrebbero avere”. Non è però semplice far chiudere i gruppi, "non sempre i servizi di internet sono collaborativi o tempestivi nel fornire i dati di identificazione. La chiusura di spazi web è un'eventualità rara", spiega Gabrielli.
Cosa dicono le chat che spingono all'anoressia
Alcuni gruppi sono in formato blog, altri invece sono vere e proprie chat. C’è sempre un team leader, di solito l’admin o qualcuno che ha già perso abbastanza chili da guadagnare credibilità. Loro dispensano diete, consigli, e incitano le ragazze a scrivere ogni alimento che assumono, a postare foto di bilance, e perdere sempre un chilo in più “perché non sarai mai troppo magra”. Dentro le chat ci sono tra le 500 e le 800 persone. Le nuove arrivate vengono accolte con messaggi motivazionali e manifesti Pro Ana: “Noi siamo forti, sappiamo serrare le bocche”, “Il cibo non ci serve”, “Insieme ci sosterremo”.“Tu sei più forte del cibo a te non interessa mangiare, lo fai solo per bruciare calorie, sei una macchina perfetta per bruciare calorie”.
Le ragazze postano le foto di ogni pasto, sono tutti molto simili e hanno un unico scopo: avvicinare al digiuno. Acqua, sigarette, integratori. “Pranzo 5 calorie”, un'utente posta la foto di un piatto fondo con un po’ di acqua pallida. “Ho fatto due esercizi in croce, bevuto il the e preso 3 lassativi. Vediamo cosa mi aspetterà per pranzo”, e un’altra risponde con la foto di una sigaretta accesa: “Mangio così oggi”.
Ogni caloria sui gruppi Pro Ana ha un peso enorme e viene monitorata con app e pesate del lunedì mattina. Contano tutto, in continuazione e poi detraggono dal totale quelle consumate camminando, facendo esercizi, correndo. L’obiettivo è andare in negativo, con ogni mezzo possibile. Sui gruppi c’è anche chi prepara diete che dovranno essere seguite da tutto il gruppo: “Lunedì do a tutte un programma. Pranzo insalata non condita e taaaaanta acqua, vi si riempirà il pancino”. Farlo insieme aiuta a resistere, non si deve cedere: “Quando vi viene fame guardate loro per rimanere motivate” scrive un’ana coach postando sei foto di corpi consumati dall’anoressia.
Punizioni e ricompense degli Ana Coach
Chi sgarra va punito o comunque deve rimediare subito seguendo i consigli delle ana coach. “Oggi ho fatto un’abbuffata, ho mangiato due forchettate di pasta al sugo e dei cracker, faccio schifo", scrive una ragazza. “Vai a camminare, digiuna fino a domani, vedrai che ti sgonfi”, le rispondono. C’è anche chi dice: “Se sei in tempo vomita”. Sui gruppi è nata una vera e propria scienza in merito. Insegnano come mettere le dita, o quali possono essere gli oggetti giusti da infilare in gola, il tempo massimo dopo un pasto e soprattutto il problema principale: come non farsi sentire dai genitori. “Io accendo la doccia e vomito mentre la faccio lo so fa schifo ma è l’unico modo”. “Io ho paura che si sentano i conati e la tosse”. “Io mi sto esercitando, ci riuscirò”. “Mangia cibi morbidi: si vomitano con più facilità.”
Non solo punizioni ma anche premi. Tutti i messaggi come: “Buongiorno oggi cercherò di digiunare” vengono accolti da applausi, cuori, like. Le ragazze che ci riescono acquisiscono un nuovo status all’interno del gruppo. Al proposito: “10 giorni di digiuno se riesco veramente festeggio proprio”, rispondono con incoraggiamenti e anche un po’ di invidia da chi ci prova ma non riesce, perché al secondo giorno alla fine è stata tentata da uno yogurt ipocalorico da 80 Kcal, “la prossima volta devi resistere però”, le scrivono.
I cibi reali che sono ammessi spesso non sono altro che surrogati ricchi di proteine per ingannare la fame, ma a volte non bastano. “Mi inizia a dare il vomito sto budino da quanto spesso lo mangio ma è l’unico cibo che ha pochissime calorie e che posso mangiare”. Tutte poi ogni mese devono affrontare le mestruazioni: “Ho il ciclo e mi sento una vacca da fiera muoio di fame a ogni cazzo di ora al giorno”. Si sentono gonfie, si apre lo stomaco, ma devono resistere. Non solo, le mestruazioni sono anche un simbolo di fallimento. Infatti uno dei primi segnali dell’anoressia è l’amenorrea, l’interruzione del ciclo mestruale, dovuta alla perdita di peso. Se arriva il ciclo vuol dire che non si è fatto abbastanza.
Le strategie per nascondere l'anoressia e la bulimia
Le ragazze dei gruppi Pro Ana hanno anche un altro problema: i genitori che le costringono a mangiare. “A cena ho mangiato un piatto enorme di minestrone odio un sacco mia madre che mi ha costretto a mangiarlo", un’altra ragazza risponde: “Mia madre mi ha costretto a bere mezzo bicchiere di latte con tre biscotti sciolti dentro, voglio morire. Sto camminando da un’ora in stanza”. C’è chi confida tecniche per fare in modo di non essere scoperte: “Entra ed esci spesso dalla cucina. Questo darà l'idea che mangi”, oppure dire che hai già mangiato a casa di un amico, preparare un pasto e poi buttarlo, dire di avere mal di pancia, "comportati come se tu non sapessi assolutamente niente di diete e peso".
“Credo che mia madre si stia accorgendo di qualcosa, come fa? Ora le chiedo di portarmi su la merenda e poi la butto, almeno fa figura”, oppure: “Oggi sono sola a casa posso buttare tutto quello che mi danno nel secchio senza essere controllata”. Una ragazza invece in preda all’angoscia confessa sul gruppo: “Alla fine avevo resistito ma mia madre inizia a fare troppe storie, mi fa mangiare letteralmente a forza e forse nasconderà la bilancia”. Gli esperti del settore hanno spiegato che i primi segni del disturbo alimentare, oltre alla perdita del peso, sono i cambiamenti delle abitudini a tavola, i bocconi più piccoli, i tempi più lungi, e infatti tra i consigli sul gruppo si legge anche: "Spezzetta il cibo e mangia piano così aumenterà il senso di sazietà".
Non sempre la polizia può chiudere queste chat, come sottolinea Gabrielli: "Ogni consiglio è pericoloso, ma nel nostro Paese non esiste una norma specifica che si riferisca ad argomentazioni relative all'anoressia o alla bulimia. Le persone soprattutto, se già maggiorenni, hanno la piena libertà di scambiarsi esperienze in merito a come dimagrire o perdere peso, ma le cose possono cambiare quando in questi circuiti ci sono ragazzini minorenni che si scambiano consigli su come saltare i pasti senza che i genitori se ne accorgano. In questi casi il primo obiettivo che come forza di polizia specializzata ci diamo è quello di mettere in sicurezza persone già fragili, magari cercando di dare un nome ed un cognome a chi dichiara di voler vivere solo d'aria".
Perché proprio su Telegram
I blog Pro Ana già negli anni ‘90 elargivano sul web consigli per mangiare meno o per indurre il vomito. Poi durante i primi anni 2000 è scattata una vera e propria guerra. Il primo caso iconico è stato il blocco di un blog sull’anoressia in Spagna nel 2007, nel 2015 invece la Francia ha deciso di punire severamente chi “incita una persona alla ricerca della magrezza eccessiva”, tra le pene la reclusione e multe da 10.000 euro. Partono da qui una serie di misure che verranno adottate anche da Facebook e Instagram. Telegram invece è rimasta una zona franca, con la sua architettura a ragnatela mette a disposizione gruppi e canali apparentemente illimitati, perfetti per mobilitare grandi folle o diventare il rifugio per quei temi che non trovano spazio sulle altre piattaforme.
Non a caso proprio Telegram ospita chat per riciclaggio di soldi, compravendita di droghe o materiale pornografico. “I disturbi alimentari oggi trovano in rete un modo per esprimersi, offrendo a chi e è afflitto un luogo dove "ritrovarsi". Sappiamo che ormai da diversi anni si è diffusa anche in Italia una pseudo-cultura di derivazione statunitense chiamata Pro Ana”, aggiunge Gabrielli. "Telegram è un servizio che offre opportunità molto ampie e quindi ha avuto un grande successo tra gli utenti di tutto il mondo. Nessun servizio di internet è di per sé pericoloso o dannoso, lo è l'uso distorto per esempio non rispettare l'età minima di accesso a un servizio, che è la prima forma di tutela che dobbiamo garantire agli utenti più giovani".
L'anonimato gioca un ruolo fondamentale su Telegram, perché non esiste un meccanismo di responsabilità, e poi i divieti sempre più stringenti sulle altre piattaforme hanno spinto i gruppi borderline su Telegram. Da quanto è stata fondata nel 2013 porta avanti una battaglia contro la moderazione ferrea, Pavel Durov, il miliardario tecnologico di origine russa fondatore di Telegram, ha spiegato nel 2015 alle testata TechCrunch: "Penso che la privacy, in definitiva, e il nostro diritto alla privacy, sia più importante della nostra paura che accadano cose brutte, come il terrorismo".
A rendere il social ancora più appetibile è la facilità con cui si possono trovare questi gruppi. Nel caso Pro Ana, per esempio, sono state denunciate anche chat su WhatsApp, il problema è che si può entrare solo su invito. I gruppi Telegram sono immediati, basta fare richiesta per essere catapultati nella voragine dei disturbi alimentari. Su Instagram, Facebook e TikTok, abbiamo provato a usare le stesse parole chiave che ci hanno condotto nei gruppi Pro Ana, ma su tutte e tre le piattaforme è spuntato un messaggio: "I post con le parole che stai cercando potrebbero essere sensibili o incoraggiare comportamenti che producono un danno. Se stai attraversando un momento difficile o semplicemente vuoi parlare con qualcuno, siamo qui per aiutarti". Ci sono comunque diversi escamotage per aggirare anche le piattaforme che bloccano contenuti legati ai disturbi alimentari: “La nuova tendenza di chi apre questi gruppi è di scegliere nomi sempre meno attinenti con l'anoressia e la bulimia. A volte ci si riferisce alla perfezione fisica, a volte alla leggerezza di una piuma, ogni gruppo si dà un nome che non attiri troppo l'attenzione di genitori, insegnanti, moderatori che possono capire a cosa ci si riferisce", ha spiegato Gabrielli.
I disturbi alimentari sono un fenomeno in crescita
Una ricerca pubblicata dal network Jama, la rivista scientifica peer-reviewed pubblicata dall’American Medical Association, a Febbraio 2023 per analizzare la diffusione dei disturbi alimentari, ha mostrato che il 22% dei bambini e degli adolescenti ha un'alimentazione disordinata. Sono soprattutto ragazze, in Italia il 96% delle persone affette da anoressia sono donne. L'incidenza è aumentata del 45% e al tempo stesso è diminuita del 22% l’offerta di assistenza.
Nel 2022 infatti diverse cliniche hanno segnalato emergenze posti letto. Sono ancora troppo pochi i centri specializzati in Italia, secondo una mappatura realizzata a giugno 2022 dall’Istituto Superiore della Sanità ci sono 108 strutture su tutto il territorio nazionale, di cui 101 del Sistema Sanitario Nazionale e 7 del Privato accreditato: 55 centri al Nord (di cui 19 in Emilia Romagna), 18 al Centro Italia e 35 tra Sud e Isole. Dati alla mano, in Italia sono meno di mille i posti letto dedicati ai disturbi dell’alimentazione e della nutrizione tra ospedali, cliniche e comunità terapeutiche.
Nel Paese, però, erano circa 3,5 milioni a inizio 2022 e ora si ipotizza siano almeno 5 milioni le persone che soffrono di disturbi alimentari, come ha spiegato Leonardo Mendolicchio, psichiatra e responsabile dei Disturbi dell’Alimentazione, Istituto Auxologico Italiano, alla fondazione Veronesi. Non solo, i dati della ricerca, presentati dall’Istituto Superiore di Sanità, hanno rivelato anche un ulteriore abbassamento dell’età di esordio: il 30% di coloro che soffrono di questi disturbi è sotto i 14 anni. Le tracce di disordine alimentare si intravedono tra gli 8 e i 9 anni ed è stato registrato un picco tra i 10 e i 17.
I gruppi Telegram vanno quindi ad alimentare un fenomeno in crescita e per questo serve un monitoraggio attento anche da parte dei tutori, e come spiega Gabrielli è fondamentale "segnalare contenuti dubbi al nostro portale www.commissariatodips.it e sottoporre all'attenzione della Polizia postale qualunque cosa possa essere dannosa, soprattutto per i più fragili. È inoltre importante non cancellare profili o messaggi prima di effettuare una segnalazione o una denuncia: la prova informatica può essere molto labile e trattenere quante più informazioni possibili può facilitare le indagini e garantire una concreta messa in sicurezza per aiutare chi corre dei rischi".