Sei in giro e hai bisogno di un bagno? Questa app vuole recensire le toilet aperte al pubblico
Tutti abbiamo avuto urgente bisogno di un bagno fuori dalle confortevoli mura di casa. Persi fra le strade di una città sconosciuta, di ritorno da una serata inondata da fiumi di birra o semplicemente dopo un "caffè e sigaretta" di troppo. Google Maps da solo non sa rispondere alla domanda che tormenta in questi casi: dove posso trovare un toilet vicino a me? A venire in soccorso nel momento del bisogno (al singolare) c'è Where Is The Toilet, l'app lanciata per tracciare e recensire i bagni urbani.
Creata a ottobre 2023 dallo youtuber Andrea Baggio, in arte Jaser, per calmare le ansie urbane: "Da sempre io ho avuto l'esigenza dei bagni", racconta nel video di presentazione dell'app. "Ovunque vado, se so che c'è un bagno disponibile, vicino e ben messo, mi sento molto più tranquillo".
Un'esigenza più che comprensibile. Per capire se Where Is The Toilet è davvero in grado di aiutarci anche in caso di emergenza, abbiamo deciso di provarla. Un piccolo spoiler: senza un forte senso comunitario, l'app non avrebbe senso di esistere.
Come funziona la ricerca di un bagno
Il concetto di base è semplice: c'è una mappa e dei "punti di interesse" segnati. Tre colori, tre icone: verde con un rotolo di carta igienica per i bagni ad accesso libero, gialla con una tazzina se è richiesta una consumazione per usarlo, viola con il simbolo del dollaro per i vespasiani a pagamento. Grazie alla geolocalizzazione si possono visualizzare quelli nelle proprie vicinanze e, se necessario, filtrare per una delle tre tipologie, ma anche per i servizi disponibili (se c'è un fasciatoio o se è accessibile per le persone disabili) e il voto medio nelle recensioni. A quel punto parte la caccia al bagno.
Nel nostro caso, abbiamo solo cercato il più vicino. Poche pretese, semplicemente che esista e sia a portata di urgenza. La simulazione di un caso reale, capitato troppe volte, tutte ancora impresse nella memoria. Il toilet non è lontana ed è segnalata come gratuita. Si tratta del bagno di un'Esselunga. Arrivati lì, il primo problema: il bagno non è davvero gratis.
All'ingresso un cartello ci avvisa che "per garantire maggiore sicurezza e il decoro dei bagni, abbiamo regolato l'accesso all'area toilette". Comprensibile, ma allora è sbagliata l'informazione che abbiamo trovato su Where Is The Toilet. Nulla di irreparabile. Sulla pagine del luogo d'interesse c'è un bottone per segnalare le informazioni errate. Clicca, scrivi cosa è sbagliato e speri che la notizia fuorviante sia presto corretta.
Come recensire un toilet
Compriamo giusto due prodotti nel supermercato e con il codice a barre entriamo nel bagno. O meglio, ci facciamo aprire la porta da un'altra cliente, perché il lettore sembra non far bene il suo lavoro. Ma questa è tutta un'altra storia.
Una volta dentro, fingiamo di doverla usare davvero. La mancata esigenza non toglie nulla all'esperimento. Basta una breve occhiata per capire se in caso di necessità useremmo quel bagno. "La toilette non era molto pulita e neppure spaziosa, ma comprando anche una cosa minuscola si può frequentare in caso di emergenza", abbiamo scritto nella recensione. La lista completa di tutte quelle che abbiamo scritto è visibile (solo per noi) nel proprio profilo da recensore professionista.
Sono 130 caratteri scritti di getto, senza rifletterci troppo in quel momento. Certo, la domanda poi ci tormenta: come si recensisce un bagno? Quanti dettagli vuole leggere un futuro utilizzatore? Quali sono le caratteristiche fondamentali che determinano se quel bagno lo useremo o se è meglio aspettare di arrivare in un luogo sicuro come casa?
Bando ai dubbi di troppo. Decidiamo di non fare foto per questa volta, l'ansia della prima recensione è troppa. Tre stelle al comfort, quattro all'accessibilità e solo una e mezza per la pulizia. Alla fine il voto medio è di appena 2.8 stelle.
Come si crea un "punto di interesse"?
Dubbi a parte, fino ad ora ci siamo affidati a qualcosa che esiste. Una storia diversa, invece, è quello di creare un punto di interesse che non esisteva prima. Entriamo in un bar e subito notiamo un cartello che non poteva essere più chiaro di così: "Il bagno è ad uso esclusivo dei clienti". Prendiamo un caffè, mentre ci prepariamo a creare il punto sulla mappa.
In basso a destra clicchiamo sull'icona per aggiungere un toilet nuovo, "preleviamo la posizione" (cioè scegliamo dove metterci sulla mappa), poi aggiungiamo le informazioni di base: come si chiama quel bagno, segnaliamo che si può accedere solo dopo una consumazione e aggiungiamo un dettaglio su quali servizi. Poi, come se nulla fosse, il toilet la visitiamo davvero per essere i primi a recensirla. Questa volta con una foto, dopo aver superato l'imbarazzo iniziale.
Una volta usciti, ci viene in mente che in effetti possiamo segnalare luoghi che abbiamo visitato in passato (e infatti registriamo un toilet frequentata pochi giorni prima) ma anche bagni che non esistono. Scegliamo un punto in mezzo ai campi che circondano la ridente Milano, in mezzo a due cascine. In un moto di pietà (o forse sono sensi di colpa), decidiamo di nominarlo "Questo bagno non esiste", tutto in maiuscolo. Non si sa mai che qualcuno si affidi davvero al nostro non-luogo. Dopo un giorno dalla creazione, il punto è ancora lì, in mezzo alla mappa. Rimane un dubbio: verrà mai rimosso?
La gamification dei vespasiani (ne avevamo bisogno?)
"Mi piaceva l'idea di inserire una gamification all'interno di quest'app. Non volevo fosse solo un ‘apro, cerco e chiudo'. Volevo che fosse anche una forma di gioco", dice Jaser nel suo video di presentazione del progetto. Ecco perché censire e recensire bagni può farti guadagnare dei trofei. "Apprendista della toilette" lo guadagni con la prima recensione, "Chi la dura la vince" se usi l'app per sette giorni, "Braccino corto" se ne hai visitato uno gratuito. Ma anche "Il trono ha un nuovo re" quando diventi Re di un bagno, cioè quando segnali di essere stato più di altri in uno stesso bagno (e non puoi barare, conta la geolocalizzazione).
Se nessuno lo ha mai recensito prima di te è facile guadagnarlo, visto che sei l'unico. Sui bagni più frequentati può diventare complicato strapparsi il titolo per quel luogo specifico. Noi abbiamo guadagnato otto trofei in due giorni, senza neanche sforzarci troppo.
Stando lì, con il cellulare in mano mentre clicchi sul pulsante "Sono qui" per diventare re di un bagno mai visitato da nessuno, la domanda fa torcere le budella: c'era veramente bisogno di rendere un gioco anche il Tripadvisor dei vespasiani? Per l'utente forse no, non c'era bisogno. Anche perché l'app funziona perché è utile, non perché è divertente.
Un'app perfetta?
Cancellare o non cancellare? Questo è il dilemma. Ha lasciato un segno o quei 180 megabyte occupati sul telefono devono essere liberati? Non è un'app senza macchia: fra punti di interesse finti che possono essere creati senza problemi, un box delle recensioni che ogni tanto funziona male e il fatto che è necessario fare il login ogni volta che si apre l'applicazione, l'esperienza per l'utente non è sempre perfetta. D'altronde, nessuna lo è e quelli che abbiamo trovato sono minimi errori.
L'unione fa la forza. Quello che conta, in fondo, è il numero di punti censiti in giro per le città. E non si limita all'Italia: qualche buon samaritano ha recensito bagni anche a Londra, Parigi, New York. Quando è stata aperta al pubblico, sulle mappe italiane cerano appena mille bagni censiti. Oggi i punti segnalati sono decisamente di più. Una dimostrazione del fatto che è lo sforzo comune a creare il servizio. Utile non solo per chi va in giro e ha un'emergenza una volta ogni tanto, ma anche per chi soffre di condizioni di salute (una fra tante, il morbo di Chron) che rendono le uscite fuori casa stressanti e che quindi potrebbe beneficiare di un'app che segnala i bagni più vicini.