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Secondo un giudice Pornhub non può chiedere la carta di identità ai suoi utenti

Alcuni Stati degli Stati Uniti hanno cominciato a introdurre una serie di leggi per rendere più stringenti i controlli sull’età degli utenti che accedono ai siti pornografici. Fino a questo momento i legislatori non hanno trovato ostacoli ma ora un giudice del Texas ha deciso di opporsi.
A cura di Valerio Berra
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Negli ultimi mesi si è aperto negli Stati Uniti si è aperto un fronte politico su Pornhub, il principale portale online di pornografia gestito da MindGeek. Di recente la proprietà è cambiata e ora il nuovo capo di Pornhub, Alexzandra Kekesi, punta a dare un nuovo volto alla piattaforma e allontanarsi da un passato in cui venivano pubblicati senza troppi problemi video di minori, revenge porn e abusi sessuali. Nelle stesse settimane del cambio ai vertici si è consumato uno scontro tra Pornhub e diversi tribunali federali il cui esito sembra ancora lontano, soprattutto dopo l’ultima decisione del giudice federale David Ezra.

La carta di identità per accedere a Pornhub

Una serie di Stati Usa ha introdotto delle leggi molto simili per rendere più stringenti le verifiche sull’età degli utenti. Verifiche che dovranno essere fatte presentando una carta di identità prima di accedere al portale. In genere questo meccanismo si chiama Age Verification: i servizi che se ne occupano dovrebbero estrarre dalle informazioni trasmesse con la carta di identità solo i dati che riguardano l’età dell'utente.

Scrivere i propri dati su un sito pornografico però non aiuta gli utenti ad entrarci. E così dove questa legge è stata introdotta Pornhub ha registrato un calo del traffico fino all’80%. La piattaforma per protesta ha deciso di chiudere del tutto. Questo tipo di dinamiche si sono registrate anche in Louisiana, Utah, Mississippi e Virginia.

Ora il giudice federale David Ezra ha bloccato una legge che segue esattamente questo schema in Texas: “La restrizione è costituzionalmente problematica perché scoraggia l'accesso degli adulti a materiale legale sessualmente esplicito, ben oltre l'interesse di proteggere i minori”. Secondo Ezra il problema è che gli strumenti per la verifica dell’età non sono ancora abbastanza sicuri.

“La legge consentirà al governo di scrutare gli aspetti più intimi e personali della vita delle persone. Si corre il rischio che lo Stato possa monitorare quando un adulto visualizza materiali sessualmente espliciti e che tipo di siti web visita”.

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