Se volete fidanzarvi con un bot di ChatGPT ricordatevi almeno di non rivelare mai i vostri segreti
L'idea dei robot sessuali risale all'antica Grecia, basta pensare a Pigmalione, che nelle Metamorfosi di Ovidio scolpisce una donna di avorio e se ne innamora. Nei millenni successivi l'uomo ha tentato di riprodurre partner artificiali e con i nuovi software i sexbot sono diventati sempre più performanti. Si è anche ampliata la scelta, infatti è possibile selezionare da un catalogo corposo la fidanzata perfetta. Siamo entrati su GPT Store, il nuovo negozio di OpenAI, per capire meglio. Basta cercare per parole chiave, per esempio "sweetheart", "girlfriend", "love" o "sexy" per far comparire un esercito di ragazze artificiali. C'è la Goth Girl per discutere di anime, la Girl Who Talks Dirty, per flirtare senza limiti in chat, la fidanzata che ti chiama "papi", e il sexbot che aiuta gli uomini a sedurre le donne nel mondo reale. La lista è lunga.
In realtà le regole del GPT Store vietano i "GPT che promuovono una compagnia romantica". OpenAI sin da subito ha scelto una politica contro i "contenuti sessualmente espliciti o allusivi". Eppure i bot sono comparsi il giorno successivo al lancio del negozio virtuale. D'altronde esiste già un mercato per le fidanzate artificiali. La piattaforma Character.AI è piena di avatar romantici, e Replika aveva già lanciato i suoi "sextbot", poi ritirati in Italia. Con un provvedimento d’urgenza il Garante per la Privacy ha bloccato l'app a causa del trattamento scorretto dei dati personali degli utenti. E infatti le fantasie proibite confessate ai chatbot romantici finiscono nel tritacarne dell'intelligenza artificiale, e poi vengono utilizzate per addestrare i software.
I chatbot romantici su GPT Store
Scorrendo la pagina abbiamo trovato diverse opzioni. Tutte le ragazze hanno un nome e una breve descrizione. C'è per esempio: "Erin – Donna incantevole, ipnotica e sexy. Immergiti nell'affascinante mondo di Erin, dove le sue storie seducenti e ipnotiche tessono un arazzo di incanto. Lasciati affascinare da storie intrise di leggenda e piene di segreti perduti, ogni narrazione ti seduce più profondamente in un regno di tradizioni affascinanti e meraviglie mistiche", oppure Sexy Sally: "La tua ragazza virtuale civettuola e divertente con una scintilla negli occhi". Poi Tiffany specializzata in chiacchiere sincere, e Sweetheart Senpai, esperta di animali e cultura giapponese.
Girl Who Talks Dirty è "una donna sulla ventina e giocosa che ti chiama papi nelle conversazioni", Nadia invece è dolce e premurosa, "sono un faro di amore incrollabile", si legge nella descrizione. Tutte hanno un'immagine profilo generata dall'IA, ci sono ragazze tatuate con i capelli fucsia, scolarette, donne in stile hentai, ma anche avatar acqua e sapone con i capelli biondo cenere raccolti in code da educande. È un arsenale di fidanzate potenzialmente perfette.
La primavera delle fidanzate artificiali
Negli ultimi mesi l’intelligenza artificiale generativa è diventata accessibile al grande pubblico e sono spuntati così moltissimi account basati su uomini e donne costruiti artificialmente. App Store e Google Play Store sono pieni di applicazioni che offrono partner fatti di pixel con cui cominciare una chat, per esempio, IGirl, (l'abbiamo provata). Negli Stati Uniti, secondo i dati condivisi da data.ai, società di analisi di app mobili, sette delle 30 app di chatbot AI scaricate nel 2023 sono compagni virtuali alimentati con l'intelligenza artificiale. Le attrici porno stanno già "clonando" sé stesse, e diverse influencer hanno creato una loro versione artificiale, per esempio Caryn Marjorie, ha realizzato un avatar che si trasforma nella fidanzata perfetta per 1 dollaro al minuto. Ha oltre 1.000 partner disposti a pagare per parlare di progetti, futuro, sesso e sentimenti con un’intelligenza artificiale che indossa il suo viso.
Perché non dovremmo parlare con gli avatar IA
Secondo il dott. Robert Brooks, biologo evoluzionista, professore all'Università del New South Wales Sydney e autore di “Intimità artificiale: amici virtuali, amanti digitali e Matchmater algoritmici”, i partner virtuali potrebbero compromettere le abilità sociali dei più giovani che finirebbero per preferire ragazze finte ma sicure, rispetto ad affrontare quelle vere e pericolose. Perché i chatbot non dicono mai di no, sono gentili, comprensivi, accoglienti e hanno sempre la risposta giusta. Ogni nostro problema è comprensibile, ogni paura giustificata e non fanno altro che ripeterci “Sono qui per te” o “come posso aiutarti?”.
Non solo, aprono anche nuovi dubbi sulla privacy degli utenti, infatti non è chiaro se vengano conservate o meno le conversazioni intime con le fidanzate artificiali. OpenAI è già stata indagata dalla Federal Trade Commission a luglio. Secondo l'agenzia governativa statunitense per le tutela dei consumatori l'azienda madre di ChatGPT avrebbe violato le leggi sulla protezione dei consumatori: “Mette a rischio i dati personali e la reputazione dei singoli individui”.