Se lo guardate bene il meme “Non me lo aspettavo da Babbo Natale” non fa così ridere
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Un meme può finire ovunque. Sfugge al controllo del suo protagonista, di chi lo ha creato e anche di chi ha marciato su quel video per ottenere visualizzazioni. Da queste feste ha cominciato a girare su TikTok un meme. C’è un bambino che urla emozionato davanti allo smartphone “Non me lo aspettavo da Babbo Natale”. Il video originale ha totalizzato oltre 4 milioni di visualizzazioni e mostra una scena in effetti emozionante.
Un bambino entra in casa e si commuove quando vicino all’albero trova le impronte di un paio di stivali e dei regali messi sotto l’albero. Il bimbo quasi piange dalla gioia e ringrazia sia Santa Claus che gli elfi per la sorpresa. In tutto questo c’è un problema che non riguarda tanto questo video ma gli altri video su cui è finito il volto del bambino.
Tutti i meme che sono nati dalla clip su TikTok
Dall’audio e dalle immagini del bambino sono nati centinaia di altri video. Ormai anche creare un video montandolo con clip provenienti da video diversi è abbastanza semplice: basta usare uno dei modelli creati su CapCut, l’app sviluppata da ByteDance per il montaggio dei video che si collega direttamente a TikTok.
La voce emozionata e il volto in lacrime del bimbo stupito per il regalo dei genitori sono diventati una base per meme usata per contesti diversi. Ci sono quelli più innocui: “Quando la mia ragazza dice che ho ragione”, “Quando a fine mese trovo 10 euro nel portafoglio” o ancora “Quando la febbre ti passa il giorno prima di Capodanno”.
Ma ci sono anche contesti in cui l’immagine di un minore non dovrebbe essere accostata: “Quando ti invita a salire per un caffè ma comincia a spogliarsi”, “Quando capisce che il regalo era la polvere bianca” o “Quando ti ferma il maresciallo dopo che hai bevuto la distilleria ma ti lascia andare lo stesso”. E qua ci fermiamo. Ma vi lasciamo immaginare in quali altre occasioni può essere utilizzata.
La perdita dei diritti sulle immagini
I meme sono considerati una proprietà collettiva. Perdono la loro identità, la loro storia e sui social sembra che perdano anche i loro diritti. Dubitiamo che tutti quelli che hanno pubblicato il meme di questo bambino che ringrazia Babbo Natale abbiano chiesto il permesso ai suoi genitori.
Certo non è il primo caso di bambino che finisce sui social, ci sono famiglie che hanno costruito un impero con le views portate dai loro figli. E a volte lo hanno fatto anche con un preciso piano di crescita. Eppure i rischi di una sovraesposizione del genere per i minori sono parecchio chiari.