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Intelligenza artificiale (IA)

Scrive una fiaba per bambini con l’intelligenza artificiale, massacrato su Twitter: “Fa schifo”

Reshi ha deciso di scrivere una storia usando l’intelligenza artificiale di ChatGPT e di Midjourney. Dopo aver pubblicato il suo risultato è stato inondato da commenti di odio.
A cura di Elisabetta Rosso
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Ammaar Reshi stava leggendo una favola della buonanotte alla figlia del suo amico, 72 ore dopo, a costo zero è riuscito a pubblicare "Alice and Sparkle", il suo libro scritto e illustrato da un’intelligenza artificiale.

Impressionato dai risultati, Reshi, condivide l'esperienza su Twitter, raccoglie più di 2.000 commenti e 5.800 retweet. Prima appaiono i giudizi positivi, poi, sotto il post di Reshi comincia una vera e propria guerra.

La storia di "Alice and Sparkle"

Tutto inizia con una favola per bambini, che racconta la storia di Alice e del suo amico Robot Sparke, Reshi usa il nuovo chatbot di OpenAI, ChatGPT e Midjourney,  per scrivere e illustrare. Non è l'unico, anche in Italia il collettivo Roy Ming ha sperimentato l'Ia per scrivere una favola. Molti stanno giocando con le nuove tecnologie. Reshi, soddisfatto del risultato, decide poi di pubblicarla su Amazon, per regalarla ai figli dei suoi amici, pubblica sui social il successo, e poi qualcosa va storto.

"Alle 4 del mattino sono stato svegliato dal mio telefono che esplodeva, ogni due minuti con un nuovo tweet che diceva cose come ‘Sei feccia' e ‘Ti odiamo‘", ha spiegato Reshi. Il suo altro non era che un esperimento da condividere con gli amici, eppure è stato il punto di partenza per scatenare la rivolta su Twitter.

Il problema delle nuove IA

Il libro di Reshi ha toccato un nervo scoperto. L’intelligenza artificiale sempre più performante viene percepita come una minaccia. C’è chi intravede l'inizio della fine di tutto il lavoro di conoscenza dei colletti bianchi e considera il chatbot un precursore della disoccupazione di massa. I primi però a puntare il dito contro strumenti come Midjourney o ChatGPT sono stati gli artisti.

Per molti si tratta di veri e propri furti. L’Ia, per funzionare, deve essere addestrata con una grande quantità di dati, tra questi ci sono anche le opere degli artisti caricate sul web e date in pasto a Dall-E, Midjourney o ChatGPT senza il loro permesso. Gli utenti possono anche inserire il nome di un pittore nel prompt, per esempio, per realizzare un’illustrazione “nello stile di”.

Per esempio Lensa AI, che genera “Avatar Magici”, ovvero i selfie degli utenti trasformati in opere d'arte, è stata al centro del dibattito. L’artista australiana Kim Leutwyler, ha accusato gli sviluppatori dell’app di consentire all’algoritmo di attingere e replicare il proprio stile artistico: "Quando ho iniziato a vedere tutti questi ritratti generati dall'app Lensa pubblicati da alcuni dei miei amici, anche da altri artisti, sono rimasta immediatamente scettica" ha spiegato Leutwyler al Guardian. "Alcune delle opere sono chiaramente collegabili al lavoro di altri artisti".

La reazione di Reshi

"Non mi ero documentato sui problemi", ha detto Reshi. "Mi sono reso conto che Lensa aveva effettivamente causato tutto questo essendo un'app molto mainstream. Aveva diffuso quel dibattito e stavo solo ricevendo commenti di odio per questo."

"Ero solo scioccato e onestamente non sapevo davvero come affrontare la situazione". Tra i messaggi sgradevoli, Reshi, ha spiegato di aver letto anche commenti ragionevoli che spiegavano in modo accurato quale fosse il reale problema."Quelle sono le persone con cui volevo interagire", ha sottolineato, "Volevo una prospettiva diversa. Penso che sia molto facile chiudersi nelle bolle di San Francisco e della Silicon Valley, dove pensi che queste intelligenze artificiali stiano facendo passi da gigante, per questo  volevo sentire tutte le persone che la pensavano diversamente".

Il secondo tweet

Dopo aver letto e ascoltato i problemi elencati sotto il suo tweet Reshi ha aggiunto “credo che gli artisti dovrebbero essere coinvolti nella creazione di generatori di immagini AI e che il loro talento, abilità e duro lavoro per raggiungere i risultati vada rispettato.”

Ha anche spiegato che tutti i commenti di odio erano stati indirizzati male, il suo, altro non era che un progetto “una tantum”. Reshi, infatti, ha spiegato di non aver mai rivendicato la paternità del libro. "Non mi definirei nemmeno l'autore", ha detto. "L'intelligenza artificiale è essenzialmente il ghostwriter e l'altra intelligenza artificiale è l'illustratore". Lui ha solo trascorso ore a modificare i suggerimenti di Midjourney per provare ad ottenere illustrazioni coerenti.

La revisione di Amazon

Amazon ha sospeso le vendite del libro di Reshi dal 6 al 14 gennaio, per “sospette attività di revisione” attribuite al volume di recensioni che oscillavano da una a cinque stelle.

Alcune persone hanno infatti criticato la qualità della scrittura e delle illustrazioni del libro. "La scrittura è rigida e non ha alcuna voce", si legge tra i commenti di Amazon. "E l'arte – wow – così brutta che fa male. Tangenti dappertutto, strane dita su ogni pagina e incoerenze al punto in cui sembra che queste immagini siano appena un gradino sopra il casuale."

L'esperimento a metà

Reshi è uscito ammaccato dall’esperienza, ha spiegato che non pubblicherà un nuovo libro illustrato, ma che è comunque interessato a provare l’IA. "Utilizzerei ChatGPT, ad esempio", ha spiegato, “al momento sembrano esserci meno preoccupazioni sulla proprietà dei contenuti rispetto ai generatori di immagini AI”. L'obiettivo del libro, ha poi aggiunto, è sempre stato quello di regalarlo ai figli dei suoi amici, “è piaciuto a entrambi, ha funzionato con le persone che intendevo, ed è stato fantastico".

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