Samantha Cristoforetti a Fanpage.it: “Difficile un ritorno sulla Stazione Spaziale, ora c’è la Luna”
368 giorni nello Spazio. Secondo altri conteggi 370. Poco più di un anno in orbita attorno al nostro pianeta. Nel 2014 Samantha Cristoforetti è stata la prima donna italiana ad arrivare nello Spazio con una missione sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Nel 2022 è stata la prima donna italiana a fare una passeggiata spaziale, un nome leggero dietro cui si nasconde una delle operazioni più complesse per la vita di un’astronauta: uscire nello Spazio protetti solo da una tuta. Ma non è dei suoi primati che abbiamo parlato nella sua prima intervista a Fanpage.it. Qui sopra trovate il video completo. In questo testo invece abbiamo lasciato giusto qualche estratto.
Samantha Cristoforetti, astronauta dell’Esa (Agenzia Spaziale Europea), ha vissuto anni in cui il modo di vedere l’esplorazione spaziale è cambiato completamente. Basta guardare i mezzi con cui è andata nello Spazio. Nel 2015 è arrivata sulla Stazione Spaziale Internazionale a bordo di una Soyuz, una navicella russa la cui prima versione risale alla fine degli anni ’60. È un mezzo in cui molti tasti sono fisici e per raggiungere quelli più alti gli astronauti vengono dotati di una pratica bacchetta. Nel 2022 l’astronauta italiana è andata nello Spazio con la Dragon di SpaceX, una navicella dove tutto è automatizzato, non serve l'intervento degli astronauti e le informazioni di bordo vengono visualizzate su un pannello pieno di schermi.
Al netto del cambio di tecnologia c’è un passaggio forse più importante da chiarire. Negli ultimi anni la Corsa allo Spazio è ricominciata. Ci sono aziende private disposte a investire in questo settore, oltre alla SpaceX di Elon Musk anche la Blue Origin di Jeff Bezos firma contratti miliardari con la Nasa. E ci sono sempre più Paesi che puntano sull’economia spaziale. Il 24 agosto l’India è arriva sulla Luna. Il 7 settembre il Giappone ha inviato il suo primo lander sul nostro satellite.
Il primo cielo stellato
L'intervista di Fanpage.it con Samantha Cristoforetti parte dal primo ricordo di una notte piena di stelle: “Il primo ricordo di un cielo stellato si perde nell’infanzia. Ricordo anche un tema. Forse in terza o quarta elementare. La maestra ne aveva proposti tanti fra cui scegliere e uno era sul cielo. Avevo scelto quello. Io sono cresciuta in un paesino di montagna in cui il cielo stellato ha una presenza forte, è molto luminoso. Appena si spegnevano le luci nelle strade apparivano le stelle”.
L’addio alla Stazione Spaziale Internazionale
Il centro più importante per la ricerca spaziale negli ultimi 20 anni è stata la Stazione Spaziale Internazionale, un laboratorio di ricerca in orbita costante attorno al nostro pianeta. L’ultimo avamposto della specie umana. Samantha Cristoforetti è passata da qui due volte. E probabilmente non ci sarà un terzo passaggio: “È improbabile che tornerò sulla Stazione Spaziale. Abbiamo appena selezionato una nuova classe di astronauti. Nel gruppo delle riserve ci sono anche i due bravissimi italiani Anthea Comellini e Andrea Patassa”.
Il prossimo passaggio della sua carriera quindi potrebbe essere proprio la Luna: “Per quanto riguarda eventuali missioni verso spazio cislunare e Luna siamo noi più anziani ed esperti la scelta più naturale”.
L’ultimo desiderio per lo spazio
Samantha Cristoforetti ha 46 anni. La sua carriera da astronauta è cominciata nel 2008, quando ne aveva poco più di 30. È stato proprio il 2 maggio di quell’anno che l’Esa ha annunciato che avrebbe aperto le selezioni per una nuova classe di astronauti. Ha ancora parecchi anni di missioni davanti a lei ma c’è una cosa che vorrebbe vedere prima di ritirarsi.
“In Europa negli ultimi decenni ci siamo un pochino accontentati di fare cose di nicchia. C’è da prendere la rincorsa per recuperare un po’ di strada”, ha spiegato a Fanpage.it. E ancora: “Mi piacerebbe vedere l’Europa mettersi più in gioco per quanto riguarda lo Spazio e l’esplorazione spaziale. Se i miei figli diventeranno astronauti vorrei che non abbiano solo l'opportunità di andare in volo su un’astronave americana o russa o in futuro cinese. Vorrei che potessero farlo su un veicolo europeo: bisogna darsi delle ambizioni grandi che mettano in circolo un senso di orgoglio e fiducia”.