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Recitano l’Amleto di Shakespeare ma dentro GTA 5: la stramba storia di Grand Theft Hamlet

Un’idea nata durante la pandemia di Covid-19, oggi disponibile come documentario su MUBI: Grand Theft Hamlet è un esperimento riuscito sulla convidivisione dell’arte attraverso i videogiochi.
A cura di Lorena Rao
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Il catalogo di MUBI, la piattaforma dedicata al cinema d’autore, ha accolto da pochi giorni Grand Theft Hamlet. Si tratta di una performance teatrale shakespeariana all’interno della modalità online di GTA 5, il videogame di Rockstar che a distanza di 12 anni dall’uscita continua a generare numeri interessanti (centinaia di migliaia di utenti al giorno solo su PC) e sorprese come queste. Un titolo noto per la sua irriverenza, incentrato su rapine, inseguimenti in auto e scontri con armi da fuoco.

Di primo acchito, la Los Santos di GTA 5 non sembra dunque il palcoscenico adatto a un esperimento del genere. Invece è proprio il carattere surreale e caotico del gioco a rendere ancora più efficace il progetto dell’attore Samuel Crane, dell’amico e collega Mark Oosterveen e della regista documentaristica Pinny Grylls. Sono tutti e tre britannici. Attraverso avatar in computer grafica i tre tentano di mettere in scena l’Amleto di William Shakespeare, nonostante l’arrivo improvviso di altri giocatori pronti a sparare o comunque alterare la perfomance. Un mix di caos, improvvisazione, recitazione e sessioni di gameplay.

Il risultato è un esperimento c he è riuscito a unire linguaggi mediali diversi – videoludico, cinematografico, documentaristico e teatrale – per mettere al centro l’arte e la sua condivisione all’interno di spazi alternativi, coinvolgendo attori esterni quali giocatori e giocatrici. Tale ambizione è stata apprezzata dalla critica, tant’è che al South by Southwest del 2024, Grand Theft Hamlet è stato premiato come miglior documentario.

Quando il videogame diventa palcoscenico

Non è la prima volta che i videogiochi diventano luoghi per perfomance artistiche. Anzi, c’è proprio un termine per indicare la produzione di audiovisivi tramite i motori grafici dei videogame, ed è "machimina", nato dalla crasi di machine (macchina) e cinema. Tra gli esempi più famosi c’è la la serie Red vs. Blue, realizzata con il motore grafico di Halo e risalente al 2003. Nel caso di Grand Theft Hamlet, è interessante notare quando è nata l’idea, ossia durante la pandemia iniziata nel 2020.

In quel periodo, Crane aveva perso il lavoro a causa delle restrizioni sociali dovute al Covid-19. Da qui l’idea di usare un videogioco per continuare a creare arte con l’aiuto dei colleghi sopramenzionati. In questo discorso, è interessante notare la centralità dei videogame come mezzi espressivi, sociali e artistici durante gli anni dei lockdown, sostituendo cinema, teatri e palcoscenici musicali come spazi d’aggregazione sociale e culturale. Grand Theft Hamlet è disponibile anche su MUBI Italia.

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