“Re Carlo III è un rettiliano”: come TikTok è stato invaso da una vecchia teoria del complotto
Il video è molto artigianale. È sgranato, passa da diversi formati e viene inquadrato uno schermo. Anche la caption è semplice “Il nuovo re d’Inghilterra non si smentisce”. Dietro queste parole ci sono le immagini di Carlo Windsor, ormai Re Carlo III, che indugia in un ricevimento reale. Il video si ferma sugli occhi dove tra i i pochi pixel disponibili nell’inquadratura si vede una pupilla perfettamente verticale. L’hashtag usato nella descrizione del video cancella tutti i dubbi: #reptilian, rettiliano.
Il video ha 226.oo0 view ed è pubblicato dall’account @non_ti_scordare_di_me seguito da circa 16.000 utenti. Numeri bassi per la piattaforma ma aprendo gli hashtag collegati si possono trovare centinaia di video che rilanciano una delle teorie del complotto più famose nella storia recente. 130 milioni di visualizzazioni per #reptilians, 418 milioni di visualizzazioni per #reptilian, fino ad arrivare a 862 milioni per la variante spagnola #reptilianos. Certo, questi hashtag a volte si riferiscono a video sulla zoologia ma tutti i principali risultati riguardano la teoria dei rettiliani.
Il complotto dei rettiliani
La storia del complotto dei rettiliani parte dai racconti di fantascienza, attraversa la mente paranoica di qualche ufologo stufo di vivere sulla Terra e poi si infiltra in qualsiasi social, piattaforma o sistema di comunicazione utilizzato per diffondere contenuti su internet. I primi uomini serpente apparsi nella storia della letteratura sono quelli di Robert E. Howard nel suo racconto “Il regno fantasma” del 1929. Qui si parlava di uomini con la testa da serpente che erano in grado di trasformare la propria forma per confondersi con gli esseri umani.
A 70 anni dalla pubblicazione de “Il regno fantasma” i protagonisti di questo racconto fantasy salgono sul palcoscenico del complottiamo. Il 1° ottobre del 1998 David Icke pubblica “Il segreto più nascosto”, il volume si può ancora trovare su Amazon. La teoria proposta da Icke abbraccia tutta la storia dell’umanità. Secondo lo scrittore la Terra sarebbe stata invasa da una razza aliena proveniente dal sistema Alpha Draconis. Questi alieni avrebbero le sembianze di rettili ma anche in questo caso sarebbero in grado di modificare la loro forma per rendersi simili agli umani.
Non solo. Nel libro di Icke si apprende che i rettiliani hanno guidato tutta la storia dell’umanità, tanto da arrivare perfino a creare una loro base permanente di dimensioni sferiche vicino alla Terra. Una struttura che volgarmente poi è stata definita dall’uomo come Luna. Tra i membri di questa razza aliena ci sarebbe alcune tra le dinastie più importanti del nostro tempo, a partire ovviamente dai Windsor.
Il rapporto di TikTok con le fake news
Carlo III discendente di Alpha Draconis può anche sembrare una variazione ridicola ma innocua nello scorrere continuo dei video di TikTok. Eppure è solo l’ultimo segnale di un problema più complesso con cui la piattaforma sta facendo i conti. Tra le milioni di visualizzazioni nascoste negli hashtag sul tema dei rettiliani ci sono canali specializzati nella pubblicazione di video del complotto e fake news. @laikacl è un profilo da 1,6 milioni di follower con 22 milioni di like che pubblica clip che alludono a teorie complottistiche, dalle finte previsioni dei Simpson (ormai un genere) ai filmati di alieni che si nascondo tra di noi.
Il problema di TikTok con le fake news è stato oggetto di un ampio di rapporto di Newsguard, piattaforma che si occupa di valutare la credibilità delle testate e traccia i movimenti delle fake news. Il documento si intitola Beware the ‘New Google:’ TikTok’s Search Engine Pumps Toxic Misinformation To Its Young Users. La tesi di Newsguard è che vista la sua diffusione TikTok sta diventando una piattaforma su cui sempre più utenti cercano notizie di attualità. Un problema visto che in un’analisi sui video dedicati al Covid circa il 20% dei risultati corrispondevano a notizie false: nello specifico 105 dei 540 video analizzati.
TikTok è al lavoro per eliminare i video sulla disinformazione ma il flusso di materiale pubblicato è enorme e le key word da schermare continuano a cambiare. Un altro esempio riguarda le interruzioni di gravidanza. Negli Stati Uniti dopo la decisione del 25 giugno scorso della Corte Suprema, le ricerche sull’aborto si sono moltiplicate. Su TikTok hanno cominciato ad apparire diversi video che spiegavano come indurre l’aborto con metodi non scientifici, come gli infusi dell’artemisia. Ora la ricerca con le parole chiave “aborto” e “artemisia” non offre nessun risultato ma basta allargare la ricerca con la chiave “l’artemisia induce l’aborto” per trovarsi come risultato video in cui vengono consigliati infinsi di varie piante: nessuno, chiaramente, con una reale efficacia.