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Questo peluche si chiama Grok, pensa con l’IA e forse non dovremmo regalarlo ai bambini

Il mercato dei giocattoli basati sull’intelligenza artificiale potrebbe valere 35,11 miliardi di dollari entro il 2030. Il razzo interattivo che conversa come un umano è solo il primo di una lunga serie.
A cura di Elisabetta Rosso
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Si chiama Grok, ha la forma di un razzo e potrebbe essere il peluche di nuova generazione che conversa grazie all‘intelligenza artificiale (IA) con i bambini. È il primo prodotto della start-up della Silicon Valley Curio che ha implementato la tecnologia di OpenAi su una linea di giocattoli interattivi. Dietro all'iniziativa c'è anche Claire Boucher, conosciuta come Grimes e madre di tre figli di Elon Musk. Non a caso il peluche si chiama Grok, come l'IA dell'ex compagno, e ha la forma di un razzo, un richiamo abbastanza esplicito a Space X. Curio ha però sottolineato che detiene il marchio sul nome, e che i prodotti IA non sono in nessun modo affiliati. Grimes oltre a essere investitrice, e consigliera dell'azienda, darà anche la voce al giocattolo.

"Ogni cambiamento a livello tecnologico sblocca nuove forme di intrattenimento", ha spiegato Sam Eaton, presidente e produttore dei giocattoli di Curio. "È un diverso livello di immersione per il tempo di gioco." È presto per tentare qualche pronostico, eppure il mercato dei giocattoli basati sull'intelligenza artificiale potrebbe crescere nei prossimi anni. Secondo un rapporto di Contrive Datum Insights, società di ricerche di mercato, varrà 35,11 miliardi di dollari entro il 2030. "I genitori vogliono sempre comprare ai propri figli oggetti che li aiutino a imparare e crescere, il che renderà i giocattoli intelligenti basati sull'IA ancora più popolari", ha spiegato Contrive Datum Insights in un post su LinkedIn.

Come funziona Grok

Grok vuole essere una forma di intrattenimento alternativa per diminuire la dipendenza da schermi per i bambini. "Sento davvero che questo sarà anche il primo passo per ridurre il tempo trascorso davanti ai dispositivi", aveva spiegato Grimes durante un'intervista. Anche Eaton è d'accordo su questo punto. Gran parte dell'intrattenimento si basa su un consumo passivo, quindi meno stimolante per i bambini. “Finalmente”, ha aggiunto il presidente, “la tecnologia ci sta permettendo di tornare alla nostra realtà invece di scendere in una realtà digitale”.

Eaton ha anche spiegato che i tutori potranno gestire Grok attraverso un'app che trascriverà le conversazioni tra il giocattolo e il bambino. I genitori potranno anche vietare determinate parole o argomenti. Il giocattolo, spiega l'azienda, non raccoglierà né memorizzerà alcun dato vocale e l’archiviazione delle trascrizioni sarà conforme alla legge federale sulla protezione della privacy online dei bambini. Si può anche richiedere l'eliminazione di eventuali trascrizioni in qualsiasi momento. "Penso davvero che sia importante far sapere ai genitori che hanno il pieno controllo su tutto ciò e che non stiamo nascondendo nulla", ha sottolineato Eaton. Grok è disponibile e costa 99 dollari. Chi acquisterà il peluche entro 17 dicembre riceverà per posta, prima di Natale, un biglietto d'oro. Il prodotto verrà però spedito all'inizio del prossimo anno.

I rischi dei giocattoli intelligenti

Nonostante Curio affermi che il giocattolo non conserverà o memorizzerà alcun dato, in generale la privacy potrebbe essere un problema per i giocattoli con l'intelligenza atificiale. Basta pensare al caso di Hello Barbie, la bambola infatti, nonostante avesse una tecnologia più rudimentale, ascoltava le conversazioni dei bambini. C’è poi il problema della manipolazione dei dati da parte delle aziende, le informazioni sono un’arma per capire come influenzare le scelte e quindi per esempio incentivare un bambino a comprare un nuovo gioco dell’azienda.

Come ha spiegato l’esperto di marketing Ben Bland nello studio Intelligenza artificiale emotiva nei giocattoli e nei dispositivi per bambini, "se qualcuno nel settore dell'analisi delle emozioni fa delle ricerche sui bambini e usa il loro set di dati, avrà un enorme vantaggio sul mercato se inizierà a creare giocattoli, non solo, potrebbero anche sfruttare e generare emozioni negative che sono preziose perché le persone spendono di più quando sono depresse”. Non solo, anche l’interazione con le macchine può essere pericolosa, i giocattoli intelligenti sono personalità sintetiche senza spessore, simulano, non sono. Il mimetismo ingannevole potrebbe riversarsi sulle capacità relazionali del bambino che si interfaccia con papagalli artificiali senza umanità o complessità, senza emozioni.

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