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Conflitto Israelo-Palestinese

Questi video sulla guerra di Israele contro Hamas sono tutti falsi

Ancora una volta la guerra entra sui social. Dall’invasione della Russia in Ucraina abbiamo visto come la diffusione di fake news su queste piattaforme possa essere pericolosa, ora sta accadendo la stessa cosa anche per il conflitto tra Israele e Hamas.
A cura di Valerio Berra
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È un copione che abbiamo già visto. È successo con la Brexit, è successo con il Covid, è successo con i vaccini. È successo anche quando i primi tank russi sono entrati nei confini dell’Ucraina. E ora sta accadendo anche per la nuova conflitto israelo-palestinese. Le fake news si stanno infiltrando nelle maglie della comunicazione. Lo stiamo vedendo su X (fu Twitter), tanto che si è anche mosso con una lettera a Elon Musk anche Thierry Breton, commissario per il mercato unico.

Ma le fake news sono arrivate anche su Instagram, TikTok e su Facebook. Il primo social di Mark Zuckerberg in molte aree del mondo è ancora la prima fonte di informazione. Del resto, la disinformazione fa parte dei social praticamente da quando i social hanno smesso di essere una serie di profili personali collegati insieme e sono diventate piattaforme dove parlare del mondo.

Forse, l’unico salto fatto in questi anni è che ora le fake news non sono fatte solo di testo ma anche di immagini e video, a volte semplicemente fuori contesto, a volte modificati grazie al lungo elenco di app che ora sono accessibili a chiunque.

Da che parte stai?

Il primo video fake è evidente. Anzi. Se la biografia del profilo da cui è stata pubblicata è vera, potrebbe trattarsi anche di un esperimento per vedere se un video de genere può andare virale. Nishant Taliyan è un giornalista di origini indiane che si occupa di tecnologia. Sul suo profilo LinkedIn si trovano diversi articoli scritti per il suo blog GadGetSark. Il suo profilo su X ha la spunta blu ma questo, come sappiamo, vuol dire solo che è stato disposto a pagare un abbonamento.

Il profilo di Nishant Taliyan ha pubblicato una clip con le immagini di due persone in moto che corrono su una strada accanto al mare. A un certo punto dei razzi cominciano a distruggere la scogliere e dietro di loro si vede arrivare un’onda gigantesca provocata da un’esplosione. Nel commento al video si legge: “Da che parte stai? Metti un like per Israele | Ricondividi per la Palestina”. Più che una fake news sembra un troll.

I video fuori contesto

Shayan Sardarizadeh è un giornalista della BBC. Si occupa di verificare fake news e proprio su X nelle ultime ore si sta concentrando nel mostrare video che vengono ripresi del tutto fuori contesto. Ci sono clip tratte dalla guerra in Ucraina, altre dai bombardamenti che hanno devastato la Siria e altre ancora da scenari che di bellico hanno ben poco.

Fra tutti gli esempi c’è un video che rende bene l’idea di quanto le immagini si possano manipolare aggiustando solo qualche parola. Su X e TikTok circola un video dove si vedono delle persone in deltaplano che scendono insieme verso un edificio. Un video che viene commentato con frasi come: “Nuova incursione nello spazio aereo delle alture di Golan e dell'Alta Galilea”. Non è così, Sardarizadeh spiega che il video è stato girato in Egitto e gli edifici che vengono mostrati sono la sede dell’Accademia Militare del Cairo. Sardarizadeh ormai ha un trhead in continuo aggiornamento sui video e le immagini fuori contesto. Certo, lui non ha la spunta blu.

Il problema dell'intelligenza artificiale

C’è poi tutta una serie di fake news che questa volta sì, sono un problema inedito. E sono quelle create con l’intelligenza artificiale. Ne abbiamo viste già parecchie nei mesi scorsi ma per adesso non è ancora emerso un caso rilevante per quanto riguarda il conflitto di Israele contro Hamas. Il pericolo però resta. I software per la creazione di deepfake sono a disposizione di tutti. Il 16 marzo del 2022 ha cominciato a circolare su Twitter (l’acquisizione di Elon Musk era ancora lontana) il video di Volodymir Zelensky che chiedeva agli ucraini di deporre le armi. Era un deepfake, anche abbastanza rozzo. Ora parecchi software lo farebbero meglio. Immaginate cosa potrebbe succedere se video del genere cominciassero a girare tra i civili di Gaza o l’esercito di Israele.

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