Questa fotografia potrebbe aver immortalato il proiettile dell’attentato a Donald Trump
Doug Mills, fotografo del New York Times, doveva solo documentare la campagna di Trump in Pennsylvania, nella città di Butler, e invece ha immortalato l'immagine di un proiettile che ha sfiorato l'ex presidente. Poco dopo la mezzanotte (ora italiana) del 14 luglio, Donald Trump è stato colpito all'orecchio. L'attentatore, posizionato a circa 150 metri dal palco, avrebbe sparato diversi colpi contro il candidato, uno di questi è stato immortalato da Mills.
Non è chiaro se il fotografo sia riuscito a catturare proprio il colpo che avrebbe ferito Trump. Secondo Michael Harrigan, agente speciale in pensione dell'FBI, l'immagine "mostra proprio lo spostamento dell’aria che causa un proiettile”, ha detto dopo aver esaminato le immagini ad alta risoluzione. “L’angolo sembra un po’ basso per avergli attraversato l’orecchio, ma non impossibile se l’uomo armato ha sparato più colpi”.
Come è stata scattata l'immagine
Come ha spiegato il New York Times, Mills ha usato una fotocamera digitale Sony in grado di catturare immagini fino a 30 fotogrammi al secondo. Avrebbe scattato con una velocità dell'otturatore di 1 / 8.000 di secondo. La velocità va confrontata con quella del proiettile. Secondo le forze dell'ordine l'attentatore avrebbe usato un AR-15, un fucile semiautomatico.
"I proiettili calibro .223 o 5,56 millimetri che vengono usati per questo tipo di arma da fuoco viaggiano a circa 3.200 piedi al secondo quando lasciano la museruola dell’arma”, ha spiegato Harrigan. “E con un 1/8.000esimo di una seconda velocità dell’otturatore, questo consentirebbe al proiettile di percorrere circa quattro decimi di piede mentre l’otturatore è aperto”.
La maggior parte delle fotocamere usate per catturare immagini di proiettili in volo utilizzano strumenti speciali ad altissima velocità "si tratta di macchine che non vengono utilizzate nella fotografia regolare, quindi la probabilità catturare un proiettile su una traiettoria laterale, come si vede in quella foto,è una su un milione e quasi impossibile da immortalare anche se si sapesse che il proiettile stava arrivando”, ha sottolineato Harrigan.