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Questa coppia è costata a Google 2,3 miliardi di euro: il gigante tech accusato di concorrenza sleale

La società madre del motore di ricerca, Alphabet, è stata accusata di aver attuato pratiche di concorrenza sleali per promuovere i propri servizi di shopping online a scapito di altri siti dello stesso settore. Tra questi c’era la startup dei coniugi Shivaun e Adam Ruff, Foundem, costretta a chiudere nel 2016 per mancanza di traffico.
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Quella di Shivaun Raff e di suo marito Adam è una storia iniziata ormai quindici anni fa, nel 2006, quando la coppia inglese decise di lanciare il loro sito di comparazione dei prezzi, Foundem, e finita solo qualche mese fa, dopo un'interminabile battaglia legale contro Google.

Solo oggi, infatti, la Corte di giustizia europea ha riconosciuto definitivamente che i due sono stati vittime di pratiche concorrenziali illegali messe in atto da Google. Un "gioco sporco", come l'ha definito la coppia, che costerà alla società madre di Google, Alphabet, una multa di 2,4 miliardi di euro. In questi mesi anche il tribunale di Washington ha stabilito che l’azienda ha costruito negli anni un monopolio illegale.

Costretti al fallimento

Shivaun era una sviluppatrice di software e Adam un esperto di supercalcolo. Ai tempi del lancio di Foundem, entrambi avevano un lavoro ben pagato e una certa sicurezza economica, ma l'ambizione di creare un progetto tutto loro ebbe la meglio sulla paure di un eventuale fallimento. Così a giugno 2006 i due coniugi lanciano il loro sito. Già dai primi giorni però la coppia nota che qualcosa non va: il sito non fa traffico. Nei mesi a seguire monitorano il loro sito su Google e vedono che è costantemente penalizzato nelle ricerche. In sostanza, digitando chiavi di ricerca come "confronto prezzi" e "shopping comparativo", il loro sito è sempre tra gli ultimi risultati.

Inizialmente i due imprenditori pensano che la causa della scarsa visibilità del loro sito sia il risultato di un errore. Sono convinti per qualche motivo il loro sito sia stato bloccato da uno dei filtri antispam di Google. Sono però fiduciosi che tutto si risolverà facilmente. I due iniziano quindi a inviare richieste a Google per chiedere che verifichi ed eventualmente rimuova le restrizioni, ma non ricevono nessuna risposta. Dopo due anni niente cambia, mentre su altri motori di ricerca il loro sito si posiziona bene.

La battaglia legale contro Google

A questo punto, una lampadina si accende nella mente di Adam: quel problema potrebbe essere il risultato di una pratica di concorrenza sleale messa in atto da Google per rendere più visibili i propri servizi a scapito di altri. Così all'ennesima risposta evasiva da parte del colosso tech, la coppia decide di ricorrere alla giustizia europea.

Nel 2017 la Commissione europea dà ragione alla coppia: da un'indagine antitrust avviata nel 2010 emerge che Google ha promosso illegalmente il proprio servizio di shopping comparativo, abusando del suo potere penalizzando scorrettamente altri siti che vendevano servizi simili. Negli anni è infatti emerso che altri siti, tra cui Trivago, ha avanzato degli esposti contro Google per lo stesso motivo.

Per sette anni Google ha combattuto il verdetto fino a settembre 2017, quando il più alto grado della giustizia dell'Unione europea, la Corte di giustizia europea, ha confermato per l'ultima volta la sentenza del 2017, respingendo ogni ricorso del colosso tech. Non solo, in seguito all'introduzione a marzo 2024 del nuovo Digital Markets Act, la Commissione europea ha avviato una nuova indagine per appurare se Google attui ancora pratiche concorrenziali sleali, ma Alphabet – come ha detto un portavoce alla Bbc – si è difesa dalle accuse ribadendo che quella sentenza si riferisce solo al periodo compreso tra il 2008 e il 2017. Quella della coppia però è una vittoria amara: nel 2016 sono stati costretti comunque a chiudere Foundem per fallimento, motivo per cui hanno deciso di richiedere un risarcimento per danni civili a Google. Ma il processo inizierà solo nel 2026.

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