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Quasi la metà degli adolescenti ritocca le foto che pubblica su Instagram

Lo studio del progetto SatisFACE dell’Università Vita-Salute San Raffaele ha rivelato che gli adolescenti faticano ancora ad accettare il proprio corpo. Solo un ragazzo su quattro pubblica sui social il primo selfie che scatta, gli altri hanno bisogno di diversi tentativi e nuovi ritocchi per trovare la foto giusta.
A cura di Elisabetta Rosso
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Non bastano le modelle che postano foto struccate, la retorica della trasparenza sui social e le campagne body positivity contro la bellezza stereotipata. La tentazione del ritocchino è sempre più forte. Secondo uno studio del progetto SatisFACE dell'Università Vita-Salute San Raffaele e del Cussb (Centro Universitario di Statistica per le Scienze Biomediche), il 49,2% dei ragazzi ha dichiarato di editare le foto che pubblica sui social.

Il filtro che leviga la pelle, il fianco smussato, gli occhi in evidenza, i denti sbiancati, il brufolo cancellato con un click. Sono solo alcuni degli escamotage per sfornare immagini sempre più perfette, per eliminare quei dettagli che lo specchio sbatte in faccia ogni mattina. Grazie a qualche ritocco sui social si può diventare la bella copia di sé stessi. Tutti un po’ più simili per rispondere ai canoni giusti. Sì, ci sono battaglie per amarsi così come si è, eppure in quella strana fase della vita dove il corpo assume forme transitorie difficili da vedersi addosso, scegliere un filtro è molto più semplice.

Lo studio di SatisFACE sul rapporto tra adolescenti e social

Lo studio è stato condotto su 120 ragazzi tra i 12 e i 16 anni. I social più utilizzati sono WhatsApp (92.5%), TikTok (88.3%), Instagram (76.7%) e YouTube (75%). Il 65,9% dei partecipanti ha detto di trascorrere sui social circa 4 ore al giorno, il 37,5%, tra le 2 e le 4 ore. Il tempo sulle piattaforme è fondamentale, secondo gli esperti infatti è direttamente proporzionale alla percezione distorta del proprio corpo. Più si rimane sui social più aumenta l‘ansia da aspetto fisico, quella che poi spinge a manipolare gli scatti.

Solo il 25,4% dei ragazzi che hanno partecipato allo studio è soddisfatto al primo scatto, il 36,8% elimina più o meno 2 o 5 selfie prima di trovare quello giusto. Quello che poi viene manipolato attraverso i filtri. Spesso alterano le caratteristiche fisiche per cancellare i difetti, a volte vengono usati anche i filtri interattivi divertenti. Il problema è che ritoccando le immagini si perde la consapevolezza del proprio corpo e il controllo della propria immagine, questo scollamento tra lo specchio e il profilo social, soprattutto nell’età adolescenziale potrebbe innescare anche stati di depressione e ansia tra i ragazzi.

All’interno dello studio è emersa anche la preoccupazione per un utilizzo improprio delle foto condivise sui social. Molti ragazzi temono infatti che gli scatti possano essere manomessi, ritoccati o decontestualizzati. Un problema attuale, oggi con l'intelligenza artificiale sempre più performante e la tecnologia deep fake, è semplice creare, modificare e strumentalizzare le immagini che circolano sul web. "Abbiamo rilevato un notevole interesse degli studenti e dei docenti su un tema così complesso come quello dell'uso delle tecnologie digitali e il rapporto con la propria immagine", ha spiegato la la coordinatrice del progetto Chiara Brombin.

"Interesse percepibile – continua Brombin – anche nei genitori, forse i più in difficoltà nel seguire le conseguenze della rapida evoluzione dei meccanismi psicologici generati dall'uso del digitale sui propri figli. Il progetto ha una finalità scientifica con immediate ricadute ‘pratiche': promuovere il benessere digitale negli adolescenti e sensibilizzarli rispetto ai potenziali rischi della manipolazione e mistificazione del sé digitale".

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