Quanto guadagnano dai loro video i The Borderline, gli youtuber dell’incidente in Lamborghini
In una serie di ricostruzioni si sta cercando di far passare i The Borderline come un gruppo di ragazzi che si sono infilati in una challenge molto pericolosa trovata sui social. Non è così, o almeno non lo è del tutto. Gli youtuber che sono coinvolti nell’incidente di Casal Palocco avevano aperto il loro canale nel settembre del 2020. Non si sono dedicati a questo progetto solo per qualche follower in più ma anche per provare a seguire i passi di una professione che esiste da anni: lo youtuber. Il loro modello dichiarato infatti era MrBeast, lo youtuber con più follower al mondo.
Certo, come abbiamo spiegato, puntavano a fare con qualche soldo gli stessi contenuti che MrBeast, al secolo James Stephen Donaldson, realizza con investimenti da milioni di dollari. I The Borderline erano appena agli inizi ma si erano già strutturati. The Borderline Srl è una società regolarmente registrata che secondo l’Ufficio Camerale nel 2022 ha dichiarato un fatturato totale di 188.333 euro. Non solo. Oltre al fatturato avevano anche una serie di collaborazioni con brand. Secondo un'analisi di Repubblica sempre nel 2022 gli utili sarebbe stati sui 46.000 euro.
La struttura di TheBorderline Srl
Dalla visura camerale storica fatta da Fanpage.it si legge che il presidente del consiglio di amministrazione è Matteo Di Pietro, il fondatore e leader del collettivo. È lui che al momento dello schianto con la Smart guidava la Lamborghini Urus a bordo della quale gli youtuber stavano registrando il video che avrebbe dovuto intitolarsi “50 ore a bordo di una Lamborghini Urus”. È lui che è indagato per omicidio stradale, posizione che potrebbe aggravarsi dopo che è risultato positivo ai cannabinoidi. Bisogna ancora capire con quali livelli. Il capitale iniziale della società è stato fissato a 10.000 euro. Metà sono stati versati da Matteo Di Pietro, l’altra metà da Leonardo Golinelli, che risulta essere anche Consigliere. Golinelli compariva nei primi video dei The Borderline, insieme a Matteo Di Pietro che è di fatto il leader e il volto principale del canale.
Secondo gli atti depositati, l’elenco delle attività svolte è discretamente corposo. Si va dalla “diffusione e vendita di prodotti audiovisivi di qualunque genere e durata destinati a web, cinema e televisione” a “qualsiasi attività che possa essere svolta nel ramo dell’editoria musicale” fino a “consulenza nel settore della comunicazione d’impresa”. Nei progetti c’è spazio anche per il merchandise. La società infatti si occupa anche di “commercio all’ingrosso e al dettaglio di abbigliamento, anche personalizzato con i marchi della società stessa”. Ma non solo. I The Borderline sognavano in grande, visto che ci la loro Srl avrebbe dovuto anche occuparsi di “gestione di locali di ristoro, alberghi, campeggi e ostelli”.
Come guadagnava il collettivo di youtuber
Il business di YouTube si basa su tre grandi fonti di reddito. Il primo è costituito dalle pubblicità decise dalla stessa YouTube. In base al pubblico del canale, la piattaforma decide quali pubblicità includere all’interno dei video. I guadagni di queste pubblicità vengono divisi tra la piattaforma e il creator. In questo momento le pubblicità sono ancora attive sui video pubblicati dai TheBorderline. Di fatto sia loro che YouTube stanno monetizzando su queste inserzioni.
La seconda fonte sono le collaborazioni con i brand. Sony Italia aveva pubblicato un tweet in cui celebrava la loro collaborazione con i The Borderline per una linea di macchine fotografiche: “Che ne pensate dei loro video? A noi divertono tantissimo ecco perché non abbiamo esitato a dar loro qualche prodotto Alpha per avere il meglio della qualità foto/video”. Il tweet, ripubblicato dal giornalista Rai Dario Marchetti, è stato subito cancellato dall’azienda. Non sappiamo che accordo avessero. A volte le collaborazione prevedono solo la cessione gratuita della merce, con la richiesta di citare il prodotto nei link in evidenza o nel video. A volte invece si parla di accordi monetari per i vestiti o l’attrezzatura da utilizzare.
La terza fonte di guadagno è quella rappresentata da tutto quello che arriva fuori da YouTube. C’è il merchandise e ci sono gli eventi. Ma ci possono essere anche i viaggi organizzati con gli iscritti, la partecipazione a spettacoli o ancora la pubblicazione di libri per case editrici. Al momento sui canali del gruppo non è apparso nulla sul futuro del progetto, o sulla sua chiusura.