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Omicidio di Giulia Tramontano

Quanto guadagna GoFundMe dalle donazioni, comprese quelle per Giulia Tramontano

Nel dicembre del 2020 la piattaforma GoFundMe era stata sanzionata dall’Antitrust con una multa da 1,5 milioni di euro per “pratiche commerciali scorrette”: per ogni donazione c’erano una serie di costi poco chiari da destinare alla piattaforma. Ora quei costi sono esplicitati agli utenti ma il sistema di business non sembra molto diverso.
A cura di Valerio Berra
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GoFundMe è una piattaforma dedicata alle raccolte fondi. Per aprire un account servono una manciata di minuti: si lasciano tutti i dati di ordinanza, si conferma l’account con un messaggio sullo smartphone e poi si inizia la raccolta fondi. Un metodo d’accesso semplice, praticamente è come fare un profilo su un nuovo social. Solo che invece delle reaction, qui si raccolgono soldi. Abbiamo provato a fare un account. Durante la registrazione ci viene chiesto subito per quale ambito vogliamo organizzare una raccolta fondi. Andiamo da “Aiuti per l’Ucraina” a “Animali", passando per “Emergenze”, “Funerali e commemorazioni”, “Eventi” e “Spese mediche”. Una volta scelto l’ambito per la raccolta fondi, si può cominciare a raccogliere donazioni.

La prima raccolta fondi per Giulia Tramontano

La storia di Giulia Tramontano ha avuto un impatto enorme sull’opinione pubblica. Non sorprende quindi che la prima raccolta fondi lanciata su GoFundMe abbia raggiunto subito il suo obiettivo: 15.521 euro raccolti. Il primo obiettivo era 5.000 euro, poi è stato spostato a 10.000 euro e poi a 15.000 euro. Questa raccolta è stata aperta da Rosalia Moreddu e Giulia Nucci, colleghe di Chiara Tramontano, sorella della vittima. La raccolta, si legge, è “promossa dall’Istituto Italiano di Tecnologia”, dove appunto lavora la sorella. La campagna ha avuto una discreta attenzione mediatica. È stata rilanciata dai social della sorella di Chiara, è stata ripresa e criticata da Selvaggia Lucarelli nel suo podcast Il Sottosopra e alla fine le autrici hanno chiarito tutti i modi in cui verranno utilizzati i fondi:

“Il tempo ed il naturale e necessario corso degli eventi ci ha consentito di definire con un po’ più di dettaglio il modo migliore di impiegare il ricavato, che esponiamo di seguito. Il ricavato della campagna verrà impiegato per contribuire alle spese funebri, in particolare quelle di trasporto delle salme, e legali.Il ricavato verrà anche impiegato per fare due donazioni: una all'Associazione Penelope ed una ad un ente, associazione o gruppo che opera contro la violenza sulle donne. La destinazione precisa verrà meglio definita nei giorni a seguire insieme alla famiglia di Giulia”.

Le altre raccolte fondi per Giulia Tramontano

A questo punto però su GoFundMe è successo altro. Negli ultimi giorni hanno cominciato ad apparire e sparire altre raccolte fondi, sempre intitolate alla memoria di Giulia Tramontano. Al momento ne rimangono due. Quella conclusa, organizzata dalle colleghe della sorella, e un’altra intitolata Un abbraccio a Giulia. Questa la descrizione: “Voglio raccogliere fondi per la famiglia ed i parenti tutti della povera Giulia Tramontano di Senago. Grazie in anticipo a tutti”. Quando si apre una raccolta fondi GoFundMe chiede sempre di inserire un’immagine. Nel caso di questa campagna è stata utilizzata quella di un marciapiede con un perno di metallo. Abbiamo cercato la fonte ma su Google non ci sono riscontri, probabilmente arriva dallo smartphone di chi ha aperto la raccolta. Il budget è stato fissato a 100.000 euro. Non ci sono indicazioni per la fine della raccolta. Allargando la ricerca a un più generico “femminicidio” troviamo molto di più. Alcune abbastanza vaghe per “le vittime di femminicidio” altri per casi più specifici. Alcune sono dedicati a privati, altre ad associazioni.

Tutti i soldi di GoFundMe

C’è però un altro elemento che GoFundMe tiene a specificare al momento dell’iscrizione: i costi. Le donazioni che vediamo non finiscono direttamente sul conto del destinatario. Come specifica già nella sua home page, GoFundMe applica una commissione fissa di 0,25 euro su ogni donazione e una variabile pari al 2,9% della donazione. Dopo la pubblicazione di questo articolo, GoFundMe ha chiarito a Fanpage.it che questi soldi non arrivano direttamente alla piattaforma ma servono per coprire il servizio di pagamento: "GoFundMe si affida a un processore di pagamento, Adyen, per implementare tutte le transazioni finanziarie. La tariffa del 2,9% (+ 0,25 cent a donazione) detratta dal totale raccolto copre proprio le spese per le transazioni".

Ma non solo. All’importo deciso per la donazione viene aggiunto un “contributo per la Piattaforma preimpostato al 10%, che puoi modificare nella pagina dedicata alla donazione”. In pratica per fare una donazione di 5 euro devo già scalare 0,25 euro, e poi altri 0,15 euro per la quota variabile. Poi ancora 0,50 euro per la quota impostata da GoFundMe che porterebbe il totale della donazione a 5,50 euro. Per adesso abbiamo parlato di cifre piccole ma su GoFundMe si può trovare molto altro.

La campagna Una speranza per Teresa ha raggiunto 422.586 euro. Un aiuto per Irene è arrivata a 50.709 euro e Daniela: un aiuto concreto per le cure è arrivata a 129.619 euro. Sia chiaro, qui non viene messa in dubbio la validità di queste campagne, ma solo i guadagni di GoFundMe. Queste campagne sono nella sezione “Di Tendenza”, vengono presentate nella home page della piattaforma. In alcune ci sono donazioni parecchio onerose. In una di queste campagne c’è per esempio una donazione da 5.000 euro. Alle condizioni iniziali proposte da GoFundMe, la piattaforma tratterrebbe una quota di 145,25 euro per le commissioni per i pagamenti. Tenendo impostato il contributo del 10% proposto dalla piattaforma, al momento del pagamento questa quota si alzerebbe a 5.500 euro di cui 500 euro arriverebbero direttamente a GoFundMe. Anche questo passaggio è stato chiarito a Fanpage.it dalla piattaforma.

Nel dicembre del 2020 GoFundMe aveva ricevuto una sanzione da 1,5 milioni di euro decisa dall'Antitrust italiano con questa motivazione: "Già dalla homepage e poi nelle pagine delle singole campagne di raccolta, la promozione dei servizi di raccolta fondi sul sito GoFundMe era pubblicizzata con claim immediatamente visibili quali “gratuita”, “senza costi” e “Veloce, gratuito e sicuro. La pratica sanzionata dall’Autorità riguarda la commissione a favore della piattaforma, in teoria liberamente determinata da chi dona, ma in realtà preimpostata da GoFundMe per valori pari al 10% o al 15% della donazione e modificabile solo dopo vari e non immediati passaggi, che non sempre risultano comprensibili". Ora, lo riconosciamo, questi costi sono più chiari ed è più chiaro come annullare la quota del 10% a supporto della piattaforma. Ma il sistema di business non sembra molto diverso.

La risposta di GoFundMe a Fanpage.it

Dopo la pubblicazione di questo articolo GoFundMe ha inviato una replica a Fanpage.it. Nei paragrafi che leggete qui sopra potete trovare due precisazioni sui metodi di pagamento già inserite nel testo, così da rendere ai lettori più chiari tutti i passaggi. Qui sotto invece riportiamo la replica della piattaforma su due passaggi: i costi aggiuntivi e la moderazione per verificare la veridicità delle campagne.

I costi aggiuntivi di GoFundMe

"Proprio dopo i confronti con l’Antitrust la versione italiana di GoFundMe ha messo ancora di più in risalto la sua comunicazione, mettendo – tra le altre cose – in homepage la dicitura “All’importo della donazione viene aggiunto un contributo per la Piattaforma preimpostato al 10%, che puoi modificare nella pagina dedicata alla donazione. Per i pagamenti effettuati con carte di debito/ credito applichiamo una commissione (2,9% dell’importo della donazione + 0,25€) detratta dall’importo della donazione”. Esplicitiamo tra l’altro le tariffe di utilizzo persino come prima informazione sulla nostra homepage, laddove qualsiasi altro competitor posiziona dei claim promozionale".

La moderazione sulle campagne

"Sulle campagne e le immagini utilizzate per aprirle vorremmo sottolineare che a GoFundMe dedichiamo gran parte del nostro lavoro alla prevenzione di truffe e frodi (riciclaggio di denaro, phishing, card testing e plagi) e garantiamo trasparenza, sicurezza e il coerente utilizzo dei fondi di ogni campagna, mettendo in diretta comunicazione donatori e beneficiari. Sulle raccolte fondi manteniamo il pieno controllo del denaro finché non viene stabilita una chiara connessione con il beneficiario dichiarato. Solo allora vengono rilasciati i fondi, dopo un ulteriore controllo incrociato tra identità e informazioni bancarie criptate. I rigorosi processi antifrode ci permettono di bloccare sul nascere le eventuali idee di persone senza scrupoli che si avvicinano al sito con intenzioni non altruistiche. Se questo non dovesse bastare, e statisticamente possiamo affermare che funziona nel 99,9% dei casi, interviene la Garanzia GoFundMe, prima garanzia al mondo sul crowdfunding".

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