Quali sono i tre errori di costruzione che hanno portato all’implosione del Titan
Ci vorranno ancora 18 mesi prima che gli investigatori al lavoro sui resti del Titan potranno definire l’esatta dinamica che ha portato all’implosione del batiscafo che doveva arrivare fino al relitto del Titanic. Il Titan è imploso lo scorso 18 giungo, a poche ore dalla sua immersione. Doveva arrivare a 3.810 metri di profondità, un punto in cui la pressione dell’acqua raggiunge i 380 chili per centimetro quadrato. Tantissimo. Ma nulla che che l’ingegneria navale non abbia mai affrontato. Nel 1960 il batiscafo Trieste, progettato in Svizzera ma costruito in Italia, riuscì ad arrivare per la prima volta sul fondo della Fossa delle Marianne con un equipaggio. A 10.916 metri di profondità.
Perché allora oltre 60 anni dopo il Titan è imploso mentre era a una profondità molto più sostenibile? La risposta è tutta nel progetto e nei materiali utilizzati per costruirlo, una serie di progetti che ora sono stati vagliati dal New York Times. In uno speciale firmato da Helmuth Rosales, William J. Broad, Eleanor Lutz e Bedel Saget il giornale statunitense ha intervistato ingegneri navali e tecnici per capire tutti i difetti di costruzioni che hanno portato all’implosione del Titan.
La forma del Titan
I viaggi del Titan erano gestiti dalla compagnia OceanGate, che faceva pagare per ogni immersione un biglietto da 250.000 dollari. Il suo amministratore delegato Stockton Rush, morto anche lui nell’implosione del Titan insieme al resto dell’equipaggio, aveva spiegato in un’intervista che nella preparazione del progetto non aveva seguito tutti i processi che normalmente servono per verificare un mezzo del genere: “Sei ricordato per le regole che infrangi, e io ho infranto alcune regole”.
La prima critica del New York Times riguarda forma del Titan. Negli altri batiscafi pensati per andare in profondità, l’equipaggio si trova all’interno di una struttura sferica. In gergo navale spesso questa componente si chiama proprio batisfera. Questa forma permette una distribuzione della pressione uniforme. Lo scafo del Titan era più allungato, come fosse una pillola. Questa struttura distribuiva peggio la pressione ma in compenso permetteva di avere un equipaggio più numeroso al suo interno.
Il materiale e le giunture
Gli altri due errori che potrebbero aver causato l’implosione del Titan sono i materiali utilizzati. La maggior parte dello scafo del Titan era costruita in fibra di carbonio, un materiale che resiste alle forze di trazione ma è meno efficace con quelle di compressione. Nella costruzione dei batiscafi spesso si usa infatti il titanio. Più resistente della fibra di carbonio ma anche più costoso. Il Titan aveva comunque componenti in titanio. Ma questo, secondo gli esperti del New York Times, rappresenta un altro problema ancora. Materiali diversi si trasformano in modo diverso perché ognuno di loro risponde alle sollecitazione dell’ambiente circostante, in questo caso della pressione. Anche questa può essere stata una delle cause dell'implosione del Titan.