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Quali sono i dati che le banche leggono dal tuo conto: cosa capiscono dai bonifici

Il caso del banchiere di Intesa Sanpaolo che spiava i conti di politici e calciatori ha sollevato dei dubbi sulla gestione dei nostri dati. Le informazioni sui nostri conti non dovrebbero essere aperte a qualsiasi funzionario di banca ma solo a chi si occupa del nostro conto: come funziona il sistema dei coni di visibilità.
A cura di Valerio Berra
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Oltre 6.600 accessi a conti di persone a vario titolo famose. Tra gli altri Giorgia Meloni, Francesco Totti e Paolo Bonolis. Conti aperti, saldi controllati, bonifici passati in rassegna per capire il flusso delle entrate. La procura di Bari sta indagando Vincenzo Coviello, l’ex dipendente di Intesa Sanpaolo che per due anni dalla filiale di Bisceglie ha fatto accessi a conti depositati in centinaia di filiali. Al netto dell’inchiesta, forse chi ha letto questa notizia si è fatto una domanda: come vengono gestite dalle banche le informazioni sul nostro conto? Prima di procedere, solo un consiglio: se avete dubbi controllate bene il contratto con cui avete aperto il vostro conto. Vero, parliamo di documenti da decine di pagine, ma lì troverete tutte le risposte.

Prima di procedere, meglio chiarire due aspetti. Il primo è che accedere a migliaia di conti che non fanno parte del proprio portafoglio di clienti non è fra le pratiche comuni. Coviello è stato licenziato dopo un provvedimento disciplinare. Il secondo è che non è ancora chiaro perché Coviello si sia mosso così, oltretutto rendendo riconoscibile le sue scorrerie. Ora la procura di Bari sta cercando di capire se abbia ricevuto indicazioni da altri o cercato di vendere le informazioni: al momento non sono stati trovati riscontri. Anche Intesa Sanpaolo è indagata.

Cosa può vedere la banca del nostro conto

La nostra banca ha un accesso praticamente totale ai conti. Possono vedere il saldo, le entrate fisse, le uscite e dove vengono spese. L’accesso a queste informazioni serve per la vendita dei prodotti legati al credito. È così che il funzionario di banca sceglie se concedere il mutuo, dare la carta di credito o proporre un piano di investimenti. Tutti prodotti finanziari che di fatto costituiscono un rischio per la banca.

Giusto qualche esempio. Se dovete chiedere un mutuo, la banca non si basa solo sulle informazioni lasciate nel colloqui che dovete sostenere. Controlla il conto, vede i bonifici, valuta quali sono le entrate, da dove arrivano e con che regolarità. E guarda anche se ci sono irregolarità in queste entrate come grosse cifre depositate in contanti.

E ancora, la banca guarda le uscite. Ci sono una serie di comportamenti che vengono giudicati a rischio come centri scommesse o gioco d’azzardo online. Di più. Vengono letti anche i nomi dei bonifici. Insomma: la vostra banca può vedere ogni euro che avete speso sul conto, così da decidere se vendervi altri prodotti finanziari. Nel caso di Coviello però c’è un'altra domanda a cui rispondere: tutti i dipendenti possono vedere i miei dati?

Chi è autorizzato a vedere i nostri movimenti: i coni di visibilità

Se il funzionario della banca in cui abbiamo aperto il conto può sapere tutti i nostri dati, questi accessi sono disponibili a chiunque? Non proprio. Il problema del caso Coviello è che dal suo account sono partiti accessi a conti di tutta la penisola. Chiamate a conti con cui non aveva nulla a che fare. Gli accessi ai conti in ogni banca sono regolati da un sistema che si basa su coni di visibilità.

Facciamo un esempio. Se aprite il conto in una filiale il funzionario della filiale potrà accedere al vostro conto. Se vi trasferite in un’altra filiale e chiudete il vostro conto nella vecchia sede, allora sarà il nuovo funzionario ad accedere al vostro nuovo conto. Gli accessi ai conti da parte dei funzionari vengono considerati normali quando rientrano in questi coni di visbilità. Il problema nella gestione di questo sistema sono gli accessi irregolari, quelli che vengono fatti ai conti di clienti che non fanno parte della filiale dove è stato aperto il conto. Il caso di Coviello, se venisse confermato nelle indagini, sarebbe ovviamente eccezionale.

Parliamo di decine di accessi al giorno per due anni. Un comportamento che è stato tracciato e su cui Intesa Sanpaolo è intervenuta. Ricordiamolo, secondo la banca Coviello è stato licenziato lo scorso 8 agosto dopo una lettera di contestazione notificata il 4 luglio proprio per i suoi comportamenti. È per questo che Intesa Sanpaolo ha deciso di sporgere denuncia come parte lesa. In ogni caso ora nelle indagini ora verranno accertate anche le responsabilità della banca. Il Sole 24 Ore, citando sue fonti, scrive che anche Bankitalia avrebbe già chiesto dei provvedimenti: “Spetta alle banche presidiare questi rischi. Bisogna fornire chiarimenti sull’accaduto e sulle iniziative che intende intraprendere a riguardo”.

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