Piracy Shield resta in funzione, il commissario AgCom: “Così non va, andava sospesa”
Doveva diventare l‘antidoto per la pirateria, e ora sta facendo dubitare anche i suoi promotori. Piracy Shield, la piattaforma creata da AgCom per schermare le partite trasmesse su piattaforme illegali, è già stata ampiamente criticata prima ancora di entrare in azione. I primi risultati, meglio, errori, sembrano confermare i dubbi sul sistema. L'ultimo caso risale a sabato 19 ottobre, alle ore 20.00, sono stati segnalati problemi su Google Drive. Chi ha provato ad accedere si è trovato di fronte a questo messaggio: “L’accesso al seguente sito che diffondeva illecitamente contenuti protetti dal diritto d’autore è stato disabilitato”. Il servizio è stato bloccato un ticket caricato su Piracy Shield, la piattaforma anti-pirateria creata da AgCom per schermare le partite trasmesse su piattaforme illegali.
"A mio parere era opportuna la sospensione dell'attività della piattaforma in attesa, come deciso già a luglio, della necessaria re-ingegnerizzazione, o comunque della individuazione della tecnologia più avanzata che consenta ad AgCom un controllo non solo formale delle segnalazioni", ha dichiarato il commissario AgCom, Antonello Giacomelli. "È necessaria una ridefinizione delle prerogative, degli strumenti, responsabilità dei diversi soggetti pubblici e privati e di una revisione delle procedure".
Nonostante i dubbi il Consiglio dell'AgCom, a maggioranza, ha respinto la proposta della commissaria Elisa Giomi di una sospensione dell'attività della piattaforma. Il commissario Antonello Giacomelli non ha partecipato alle votazioni.
Quali sono i problemi di Piracy Shield
Come ha spiegato a Fanpage.it Giulia Pastorella, deputata e vicepresidente di Azione, che ha presentato un’interrogazione urgente sul caso Drive: "Piracy Shield non blocca solo i siti pirata, finiscono per essere oscurati anche i siti legali e credo che questo problema legato ai diritti fondamentali sia molto grave". Ha poi aggiunto: "Combattere la pirateria è corretto ma bisogna trovare una proporzione con i diritti fondamentali delle persone. La metafora è: va benissimo mettere in galera chi fa una rapina, ma non si possono incarcerare anche i passanti che erano lì nel negozio per fare compere".
Non solo,ci sono problemi strutturali.Gli indirizzi IP non sono univoci, non possono essere bloccati in modo selettivo solo i siti pirata, "per questo Piracy Shield va spento, prima che faccia dei danni più seri", ha spiegato a Fanpage.it Stefano Zanero, professore di ingegneria informatica al Politecnico di Milano ed esperto di cybersecurity. Chi trasmette illegalmente poi, dopo il blocco, potrebbe usare un altro indirizzo IP. E così saremmo siamo punto e a capo.