Perché un aereo può volare anche con un motore in avaria e cosa succede se va a fuoco
Attorno alle 10:00 di domenica 10 novembre 2024 si sono vissuti attimi di puro terrore a bordo di un Boeing 787-9 Dreamliner della Hainan Airlines, a causa di un motore che ha preso fuoco subito dopo il decollo. L'aereo di linea, partito dall'Aeroporto "Leonardo da Vinci" di Roma – Fiumicino e diretto a Shenzhen, in Cina, fortunatamente è riuscito a tornare indietro e atterrare senza alcuna conseguenza per passeggeri ed equipaggio, nonostante le fiamme intermittenti – ben visibili nei video divenuti virali sui social network, come quello condiviso da Welcome to Favelas – e il fragoroso boato, che hanno spaventato anche chi ha assistito all'incidente da terra. Dopo l'attivazione delle procedure di emergenza, infatti, il velivolo ha scaricato del carburante nel Mar Tirreno ed è tornato su una pista dell'aeroporto internazionale romano, senza problemi (non si sono registrati nemmeno disagi e ritardi per gli altri voli in programma). Si ritiene che l'incidente sia stato causato da un bird strike, cioè la collisione con uno o più uccelli.
Cos'è il Bird Strike
Il bird strike è un fenomeno molto frequente, soprattutto nei periodi di migrazione, quando numerosi uccelli sono in viaggio per raggiungere i siti di svernamento o riproduzione; nei pressi di molti aeroporti si utilizzano falconieri proprio per tenere a distanza i volatili, che possono essere risucchiati dai motori a jet in particolar modo durante le delicatissime fasi di decollo e atterraggio. Un incidente analogo a quello del Boeing 787-9 Dreamliner si sarebbe verificato sabato 16 settembre 2023 sull'aeroporto di Caselle (Torino), purtroppo con un esito tragico. L'Aermacchi MB339 delle Frecce Tricolori coinvolto nel possibile bird strike precipitò infatti su una strada limitrofa, investendo in pieno un'auto in transito e provocando la morte di una bambina di cinque anni.
Perché un aereo può volare con un motore in fiamme
La differenza sostanziale tra un possibile disastro aereo e la salvezza dopo un bird strike sta soprattutto nel numero di motori dei velivoli coinvolti (ma non solo). Avendone soltanto uno, dopo il possibile impatto con gli uccelli il jet militare della pattuglia acrobatica coinvolto nell'incidente dello scorso anno avrebbe perso potenza e, non riuscendo più a mantenersi in quota, sarebbe precipitato al suolo con le note e drammatiche conseguenze. Un grande velivolo come il 787-9 Dreamliner dell'azienda statunitense può invece contare su due grandi motori turboventola e solo uno dei due sarebbe stato colpito dagli uccelli. Difficilmente i bird strike hanno esiti catastrofici sui grandi velivoli proprio per la presenza di più motori. Questi aerei, infatti, sono progettati con sistemi ridondanti al fine di permettere il volo anche con un solo motore in funzione. La potenza garantita da un solo propulsore è infatti sufficiente a mantenere l'aereo in volo stabile, senza alcuna conseguenza; di fatto, i motori multipli sono uno dei sistemi di sicurezza più efficaci, tenendo presente che guasti e incidenti come i bird strike sono sempre in agguato. C'è ben poco da fare se un aereo precipita a causa dell'assenza di spinta sufficiente a contrastare la forza di attrazione gravitazionale della Terra.
Il Boeing 787-9 Dreamliner è equipaggiato con motori di modelli differenti, in base alla versione: due General Electric Genx-1B o due Rolls-Royce Trent 1000. Ciascuno di essi è in grado di erogare una potenza superiore a 340 kN (oltre le 76.592 lbf), che è appunto sufficiente a mantenere in volo il grande velivolo lungo quasi 63 metri, caratterizzato da un'autonomia massima che sfiora i 16.000 chilometri e una capienza fino a quasi 300 passeggeri. Oltre ai sistemi ridondanti garantiti dai motori multipli, ci sono anche altri sistemi che possono “salvare” un aereo con uno o più motori in fiamme. All'interno degli stessi sono infatti presenti sofisticati sistemi antincendio che non solo in grado di spegnere il fuoco, ma anche di confinare le fiamme evitando che si propaghino al resto del velivolo. Come spiegato da professionalaviation.it, tali sistemi possono essere attivati manualmente dai piloti (avvertiti da sensori di fumo e fiamme) e rilasciano agenti estinguenti come l'halon. Come procedura di sicurezza supplementare e passiva gli aerei sono costruiti con materiali autoestinguenti per prevenire l'ulteriore propagarsi delle fiamme.
Il motivo per cui il pilota del volo diretto da Roma a Shenzhen ha scaricato il carburante in mare non era direttamente connesso al rischio che l'aereo potesse prendere fuoco in volo a causa del motore in fiamme, ma per prevenire eventuali problemi dopo l'atterraggio di emergenza (meno carburante a bordo, meno rischi di incendi ed esplosioni a seguito di un eventuale impatto brusco col terreno)