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Perché si parla tanto di Chained Echoes, il videogame in stile anni ’90 creato da una sola persona

Tolta la splendida musica di Eddie Marianukroh e le particolari illustrazioni di alcuni artisti freelance, Chained Echoes è stato interamente realizzato da Matthias Linda, giovane sviluppatore indipendente tedesco.
A cura di Lorena Rao
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Quando ci si accampa per la prima volta in Chained Echoes, tra il crepitio del fuoco e le vignette a comparsa dei personaggi, è come se si sbloccasse il ricordo di lontani pomeriggi, con il pad della Super Nintendo alla mano e l’immagine di Final Fantasy 6 proiettata sullo schermo di un televisore a tubo catodico. D'altronde, si sa: chi videogioca è spesso facile preda della nostalgia. Ciò spiega la prolifica scia di di remake e remastered di vecchie glorie del passato, nonché di piccoli omaggi che, purtroppo, il più delle volte si sono rilevati privi di una loro essenza, come Cris Tales.

Per fortuna, non è il caso del recente Chained Echoes, videogame realizzato da Matthias Linda che omaggia l’epoca d’oro dei videogiochi di ruolo giapponesi (JRPG). In effetti, già dal trailer, Chained Echoes presenta rimandi a Suikoden 2, Chrono Trigger, Xenogears e il già citato Final Fantasy VI. Il tutto senza rinunciare a una storia unica, a personaggi con cui è facile entrare subito in sintonia e a delle meccaniche di gioco che rendono perfettamente godibile il classico combattimento a turni dei JRPG anche nel 2023.

Il continente di Valandis, un mondo che non conosce pace

Dopo un conflitto durato 150 anni, i tre regni del continente di Valandis hanno finalmente siglato la pace. Tuttavia, nemmeno un anno dopo dalla ripresa di una normalità dimenticata, lo spettro della guerra è pronto a ripiombare di nuovo. Le ragioni del conflitto nascondono congiure politiche e piani di conquista. Spetta a un eccentrico gruppo di avventurieri riportare la pace su Valandis una volta per tutte. Inizia così un viaggio in un mondo un po’ fantasy un po’ steampunk – in Chained Echoes ci sono le aeronavi – attraverso cui conoscere il passato dei protagonisti, saldamente intersecato alle vicende del mondo di gioco.

Non fatevi ingannare dai toni fiabeschi e dall’adorabile pixel art: Chained Echoes non ha timore di affrontare temi maturi, cruenti, profondi. Del resto, il mondo creato da Matthias Linda ha conosciuto per anni solo il linguaggio della violenza e della necessità di sopravvivenza. E questo emerge nella scrittura vivace ma attenta. Il risultato è un continente dotato di vita propria, i cui territori hanno i loro usi e costumi, i loro problemi, i loro punti di forza, i loro ecosistemi. Per tale ragione è un piacere esplorare rovine, foreste e città, ciascuna ricca di segreti da scoprire, tra bauli nascosti, creature in agguato, zone segrete e informazioni da reperire.

A rendere davvero piacevole Chained Echoes è il sistema di combattimento. A prima vista potrebbe apparire l’ennesima riproposizione degli scontri a turni tipica dei videogiochi JRPG anni ‘90, oggi davvero poco appetibile. In realtà cela una stratificazione di elementi molto interessante, perfettamente in linea coi tempi.

CHAINED ECHOES | Uno screenshot del sistema di combattimenti
CHAINED ECHOES | Uno screenshot del sistema di combattimenti

Al termine di ogni combattimento, punti vita e punti magia vengono ripristinati. Ciò permette di sperimentare e concatenare le tecniche degli otto personaggi, intercambiabili tra loro in ogni turno, per una varietà d’approccio davvero significativa e coinvolgente. Gli scontri, infatti, non sono semplici, il che garantisce un piacevole grado di sfida.

A movimentare ulteriormente le cose vi è poi la Overdrive. Posizionata in alto a sinistra dello schermo, questa barra permette di ottenere potenziamenti o malus, a seconda se raggiunge il colore verde o rosso. Tutto ciò tramuta i combattimenti in delle ottime prove di strategia, che stimolano il cervello. Per riassumere, Chained Echoes è un mix meraviglioso di trama e gameplay, che tratta con rispetto il passato videoludico a cui si ispira. In tal senso, la pixel art prima elogiata e la colonna sonora giocano un ruolo molto importante.

Un gioco programmato da una sola persona

Accade spesso che dietro a videogame di grande successo ci sia il lavoro di poche persone, se non addirittura di una sola. Gli esempi sono numerosi, anche tra le uscite più recenti: basti pensare a Pentiment, sviluppato da sole tredici persone, o a Freud’s Bones, che vede l’operato di Axel Fox. Chained Echoes non fa eccezione: tolta la splendida musica di Eddie Marianukroh e le particolari illustrazioni di alcuni artisti freelance, tutto il resto è stato realizzato da Matthias Linda, giovane sviluppatore indipendente tedesco, lungo sette anni.

In un’intervista per Touch Arcade, Linda ha raccontato quanto è stato difficile sviluppare il gioco da solo, nel pieno della pandemia. “Ho sottovalutato la quantità di lavoro necessaria per far funzionare il gioco. Alla fine ho letteralmente terminato la demo all'ultimo momento possibile” racconta lo sviluppatore in merito alla prima demo di Chained Echoes rilasciata durante Gamescom 2021. “Sulla carta sembra tutto così facile ma poi ti accorgi che alcune meccaniche non funzionano l'una a favore dell'altra”.

Durante lo sviluppo, Linda ha affrontato grandi difficoltà, tramutatisi poi in grandi soddisfazioni una volta che il gioco è stato lanciato a dicembre 2022, tra apprezzamenti di critica e pubblico. Chained Echoes è disponibile per PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch, PC, Xbox One e Xbox One Series X|S, qui anche attraverso il servizio in abbonamento Xbox Game Pass.

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