Perché non riusciamo a smettere di ascoltare le canzoni accelerate su TikTok
Acceleriamo tutto. Vocali, podcast, trailer, a volte anche film interi. L'obiettivo è intuitivo: vogliamo risparmiare tempo. Non stupisce quindi che nel 2023 più di un terzo degli ascoltatori negli Stati Uniti abbiano accelerato i podcast e quasi due terzi hanno riprodotto i brani a un ritmo più veloce. Non solo, Spotify sta testando una nuova funzionalità per permettere agli utenti di velocizzare le canzoni e condividerle per stare dietro al trend delle speed song.
Le abbiamo sentite tutti. Sono spezzettoni di brani caricati sui social, virali soprattutto su TikTok, accelerate del 25-30%. Le voci sono acute e metalliche, gli strumenti sembrano girare dentro un frullatore, e i bmp battono rapidi sui timpani a ritmo di scrolling. Il trend non è nuovo. Le speed song in realtà hanno già una storia. Nei primi anni 2000, infatti, due studenti norvegesi Thomas S Nilsen e Steffen Ojala Soderholm presentarono un progetto scolastico realizzando mix di canzoni con un'accelerazione del 30%. Da esperimento diventa un genere: il nightcore.
Su YouTube compaiono le prime versioni, spesso accompagnate da immagini di anime. In realtà già negli anni '90 DJ Moortje aveva riprodotto per sbaglio un disco dancehall accelerandolo, inaugurando così il bubbling. C'erano poi gli artisti hip-hop che hanno sperimentato con i campioni velocizzati a inizio millennio creando basi soul chiamate chipmunk per gli accompagnamenti melodici. Quindi, come spesso succede, non è nulla di nuovo. Eppure le speed song su TikTok sono qualcosa di completamente diverso.
Non parliamo di nicchia o di genere. L'accelerazione ha investito tutto il mercato musicale. Nel 2022, Summer Walker ha pubblicato il suo primo album completamente accelerato, una versione remixata del suo disco del 2018 Last Day of Summer. Segue Billie Eilish, Lady Gaga, i Panic! at the Disco. C'è chi prova a rilanciare brani vecchi e chi invece è semplicemente vittima degli sperimentalismi degli utenti, come gli MGMT con Little Dark Age. Proviamo a capire cosa c'è dietro alla tendenza oltre all'estetica della velocità che senza dubbio è una delle chiavi di lettura del nostro secolo.
Il ruolo dei social e del cervello iperstimolato
I social, TikTok in testa, hanno abbassato la nostra soglia dell'attenzione (studi scientifici hanno approfondito e analizzato il caso), lo scrolling compulsivo dà chance di pochi secondi ai contenuti che scorrono, uno dopo l'altro, davanti ai nostri occhi avidi di nuovi video. Lo speed listening diventa quindi il contenuto adatto per un formato che già funziona.
I social ci stanno allenando a desiderare quello che viene dopo, un desiderio decisamente umano ma che è stato iperstimolato dalle dinamiche delle piattaforme che, come primo obiettivo, hanno quello di far rimanere gli utenti il più tempo possibile sull'app.
Le speed song diventano quindi un salto logico nell'altalena che oscilla tra accelerazione e iperstimolazone. Qualcosa di compatto, che spinge subito la dopamina nel cervello con un ritornello che arriva in una manciata di secondi. In generale qualcosa di facilmente digeribile ed estemporaneo.
Cosa c'entra il mercato musicale con le speed song
TikTok gioca di diritto nel campionato dell'industria musicale. I risultati sono evidenti. Per esempio, la formula algoritmica sulla piattaforma ha di riflesso influenzato le classifiche musicali facendo salire e scendere le canzoni a seconda delle scelte fatte dagli utenti.
TikTok ha impattato anche sulla creazione delle canzoni. Struttura, suoni, riff e ritornelli si sono piegati per soddisfare i requisiti del social. Produttori e cantanti infatti stanno cercando di creare canzoni ad hoc che potrebbero avere successo sulla piattaforma. Basti pensare a Justin Bieber e Drake, che hanno scelto, in vista del lancio dei loro album, di proporre delle challenge su TikTok per fare in modo che i brani diventassero virali. Alcuni esperti del settore hanno anche accusato gli artisti di aver scelto ritmi ripetitivi per fare in modo che gli utenti usassero le canzoni sul social.
Non solo, le speed song sono oro per le etichette discografiche. Una formula gratuita per resuscitare brani dimenticati generando miliardi di stream. In altre parole la soluzione perfetta per fare più soldi possibili con musica già registrata. Chi ci perde quindi nel gioco delle speed song? Noi. Creatori e vittime delle nostre creazioni, che rimaniamo incastrati in loop di pochi secondi. D'altronde come diceva Aldous Huxley: la velocità è una droga potente.