Perché le sale eSport italiane sono state messe sotto sequestro
Nelle ultime ore sta facendo molto discutere la notizia del sequestro delle apparecchiature presenti in alcune sale eSport italiane, che per un tempo indefinito dovranno restare chiuse e non potranno accogliere i videogiocatori. I sigilli ai computer e alle console che popolano questi bar videoludici sono apparsi nel corso delle ultime ore, come testimoniato sui social dai gestori di alcune delle sale più conosciute in Italia, come l'eSport Palace di Bergamo. "Tutte le sale LAN d'Italia non esistono più" spiega il video pubblicato su TikTok. "Per loro tutti i PC non sono legali".
L'elemento che ha dato il via a questo blocco totale dei bar eSport è un esposto presentato dalla Led S.r.l all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel quale viene chiesto di fare chiarezza proprio su queste sale LAN dove si svolge attività ludica senza vincita in denaro. “La nostra società è titolare di diverse sale giochi in numerose regioni italiane e abbiamo alle nostre dipendenze circa 250 persone" ha spiegato ad Agimeg l'AD Sergio Milesi. "Il nostro settore ha avuto un periodo molto complicato a seguito del Covid e, come se non bastasse, ora ci troviamo come competitor delle attività ludiche che al loro interno ospitano apparecchi senza gettoniera, ma che richiedono di pagare un determinato prezzo all’ingresso e per poter giocare ai cosiddetti giochi elettronici".
L'esposto di Led, un'azienda che opera nel “settore dell’amusement” (sale slot, biliardo, etc), ha spinto l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a sequestrare tutti gli apparecchi ludici presenti all'interno delle sale eSport e LAN coinvolte, bloccando di fatto l'attività di queste realtà che, per il momento, potranno offrire solamente il servizio bar. Dove disponibile, ovviamente. "Noi rimaniamo aperti come bar e come negozio" spiegano dall'eSport Palace. "Fino a quando lo Stato non capisce cosa fare". Per il momento, quindi, questi bar videoludici non potranno operare, con gravi ripercussioni sul loro business già messo in crisi da due anni di pandemia.
Come si legge nell'esposto, Milesi, titolare di diverse sale giochi italiane, considera i bar eSport una concorrenza non regolamentata, a differenza delle sue attività che invece "sono sottoposte a numerosi controlli e basta che manchi solo un’autorizzazione a far scattare il sequestro, mentre queste attività non sembrano tenute a tutte queste procedure". A differenza di quelle amministrate da Milesi, le sale LAN non propongono per vincite in denaro ma richiedono solo un prezzo per l'ingresso e l'utilizzo dell'attrezzatura. Una pratica che, secondo l'AD di Led, rappresenterebbe “un’elusione delle normative vigenti”. Al momento, quindi, si attende una decisione da parte dell'ADM, che nel frattempo ha messo i sigilli su tutte le attrezzature presenti nei bar eSport. Da parte della Led è infine arrivato un interpello "per avere chiarimenti in merito alle attività che se ritenute lecite, anche noi vorremmo introdurre nelle nostre sale giochi".