Perché le ricerche del sottomarino in visita al relitto del Titanic sono molto difficili
In questo momento cinque persone sono sigillate dentro un sommergibile disperso che sta terminando le sue riserve di ossigeno. Il Titan si è immerso domenica mattina per raggiungere il relitto del Titanic, poi dopo un’ora e 45 minuti si sono interrotte le comunicazioni con la nave di recupero, e nessuno ora sa dove trovi il sommergibile. Quella del Titan non è solo una corsa contro il tempo, ma una missione di recupero estremamente complessa. Tutte le operazioni di salvataggio sottomarine lo sono, quella del Titan ancora di più. Potrebbe trovarsi a 3810 metri sotto il livello del mare. Non è mai stato recuperato un sommergibile a una profondità simile, e mancano i mezzi per scendere in sicurezza e effettuare una manovra di recupero. Non solo, anche l’area di immersione complica ulteriormente i soccorsi, i detriti del Titanic rischiano di confondere i sonar utilizzati per rintracciare il sommergibile, e le forti correnti oceaniche potrebbero trascinarlo sul fondale. Anche se si riuscisse a individuare la posizione del Titan sarebbe comunque molto difficile portare in salvo l’equipaggio. E soprattutto terminare le operazioni prima che il sommergibile consumi l'intera riserva di ossigeno.
È come l'Apollo 13 ma sott'acqua
Come ha spiegato il professore di scienze marine dell'Università del Delaware, Arthur Trembanis, alla ABC NewsRadio, le profondità oceaniche sono l'ambiente più inospitale della Terra. "È più facile raggiungere lo spazio che raggiungere l'oceano profondo", ha detto. "È come l'Apollo 13 ma sott'acqua."
Sigillati dentro il sommergibile
A differenza dei sottomarini che partono e tornano in porto con le proprie forze, i sommergibili richiedono una nave per il varo e il recupero. OceanGate, l’azienda cha ha organizzato la spedizione, ha noleggiato la nave canadese Polar Prince, la rompighiaccio che non ha più ricevuto nessun segnale dal Titan. Non è chiaro se il sommergibile sia rimasto incagliato sul fondale o galleggi alla deriva in superficie. I soccorritori hanno preso in considerazione entrambe le opzioni. "È un'area remota ed è una sfida condurre la ricerca, ma stiamo dispiegando tutte le risorse disponibili per assicurarci di poter localizzare l'imbarcazione e salvare le persone a bordo", ha detto il contrammiraglio John Mauger, della Guardia Costiera degli Stati Uniti, durante la conferenza stampa.
Nella migliore delle ipotesi il Titan è riuscito a risalire e galleggia disperso in superficie. Deve però essere comunque trovato il prima possibile dai soccorritori, perché i passeggeri sono sigillati all’interno del sottomarino con dei bulloni applicati sulla superficie del veicolo, serve quindi un equipaggio che apra il Titan dall’esterno, prima che finisca la riserva di ossigeno. Alistair Greig, professore di ingegneria navale presso l'University College di Londra, ha spiegato al Guardian che i sommergibili hanno un peso di caduta, “una massa che possono rilasciare in caso di emergenza per portarli su usando la galleggiabilità”, quindi dal punto di vista tecnico l'equipaggio avrebbe avuto i mezzi per raggiungere la superficie, “ma se fossero riusciti ormai qualcuno avrebbe dovuto trovarli”, ha aggiunto Greig.
I problemi della profondità: come recuperare il Titan sul fondo del mare
Se il Titan invece fosse bloccato sul fondo del mare le speranze di un recuperarlo diminuirebbero, i soccorsi sottomarini sono infatti complessi e pericolosi. Sempre Alistair Greig: “Se è sceso sul fondo del mare e non può risalire con le proprie forze, le opzioni sono molto limitate. Anche se il sommergibile fosse ancora intatto, nel caso si trovasse oltre la piattaforma continentale, ci sono pochissime navi che possono arrivare così in profondità". I sommozzatori infatti possono scendere in sicurezza 40 metri sotto la superficie, impossibile raggiungere i 3.810. Anche il veicolo della Marina degli Stati Uniti avrebbe un problema con la profondità, non può scendere infatti oltre i 600 metri.
La speranza del drone sottomarino
Una manovra di salvataggio potrebbe essere effettuata da un drone sottomarino. Nel 2022 per esempio è stato utilizzato il veicolo CUR-21, (che può raggiungere i 6.090 metri di profondità) per recuperare un aereo da guerra F-35 caduto nel Mar Cinese Meridionale. Il problema è il tempo. Da un lato le ricerche per trovare il Titan potrebbero essere lunghe, e anche una volta individuato le navi per trasportare il CUR-21 si muoverebbero lentamente, non possono superare i 32 chilometri orari. Dall’altro il sito web di OceanGate spiega che sul sottomarino ci sono solo 96 ore di autonomia, poi smetterà di funzionare il riciclaggio dell’aria che trasforma l’anidride carbonica in ossigeno. Non solo, se si scaricassero le batterie del Titan sarebbe impossibile riscaldare il veicolo e le temperature gelide della profondità sarebbero insostenibili.
Un'area difficile per il recupero
Un altro problema, come ha spiegato il contrammiraglio della marina in pensione Chris Parry a Sky News, è che il sottomarino sia rimasto “incastrato nel relitto del Titanic”, in quel caso l’operazione di salvataggio sarebbe ancora più complessa, “ci sono molti detriti in giro che potrebbero confondere il sonar” e renderebbero così più difficile individuare la posizione del sommergibile disperso. Inoltre il fondale marino dell’area è irregolare, pieno di fango, “ed è completamente buio laggiù”. Anche le correnti oceaniche, particolarmente forti nell'area, potrebbero aver trascinato il sommergibile sul fondale.
L'oceanografo ed esploratore internazionale David Gallo ha spiegato che i soccorritori stanno affrontando condizioni fino ad ora mai sperimentate. Quelle profondità oceaniche sono come "come una visita su un altro pianeta. Non è quello che la gente pensa che sia. È un ambiente freddo e senza sole, alta pressione. E quindi sì, una cosa è arrivarci, ma la seconda è capire la situazione… qual è il problema con il sottomarino e poi mettersi al lavoro e cercare di districarlo", ha detto alla CNN.