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Perché le notizie dei giornali spariranno da Facebook e Instagram in Canada

L’Online News Act, approvato dal Parlamento canadese, vuole sostenere il settore dell’informazione e garantire alle realtà editoriali un giusto guadagno sui contenuti che vengono pubblicati sui social.
A cura di Elisabetta Rosso
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In Canada non appariranno più le notizie sui social di Meta. Dietro alla decisione c'è Online News Act, la nuova legge che impone alle piattaforme come Meta e Google di pagare le testate giornalistiche per pubblicare i loro contenuti. "Confermiamo che la disponibilità delle notizie su Facebook e Instagram cesserà per tutti gli utenti in Canada prima che l'Online News Act entri in vigore", ha scritto Meta in una nota, "è una legislazione fondamentalmente viziata che ignora come funzionano le nostre piattaforme". La nuova normativa, criticata fortemente da Meta, ma anche da Google (ha infatti definito l'Online News Act un disegno di legge impraticabile), vuole sostenere il settore dell'informazione canadese che secondo il ministro Justin Trudeau è "in crisi".

Il governo ha spiegato che la norma migliorerà "l'equità nel mercato canadese delle news digitali", permettendo alle realtà editoriali "assicurarsi un equo compenso" per gli articoli condivisi sulle piattaforme. E infatti, secondo un'analisi condotta dal Parlamento canadese, le testate giornalistiche potrebbero guadagnare 329 milioni di dollari canadesi (250 milioni di dollari americani) se le Big tech pagassero per pubblicare gli articoli o i video sulle loro piattaforme. Il portavoce di Meta però ha spiegato a Reuters che si tratta di un quadro legislativo ingiusto, "perché ci obbliga a pagare per link o contenuti che non pubblichiamo, e che non sono il motivo per cui la stragrande maggioranza delle persone utilizza i nostri social, non è né sostenibile né fattibile", ha anche aggiunto che l'eliminazione delle notizie non avrà un impatto rilevante sugli utenti canadesi.

La risposta delle Big Tech

L'Online News Act entrerà in vigore tra circa sei mesi, Meta però ha annunciato che smetterà progressivamente di pubblicare contenuti di testate ed emittenti giornalistiche su Instagram e Facebook in Canada entro quella data. "Oggi confermiamo che la disponibilità delle notizie su Facebook e Instagram sarà terminata per tutti gli utenti in Canada prima che l'Online News Act entri in vigore", ha dichiarato in una nota. Anche Google si è opposto alla norma chiedendo di monetizzare non la pubblicazione ma la visualizzazione delle notizie sui social. Il portavoce dell'azienda ha anche aggiunto che sta cercando un compromesso con il governo canadese "per capire quale percorso seguire" dato che l'Online News Act sarebbe "impraticabile".

Come difendere il vero giornalismo

"Se il governo non può difendere i canadesi dai giganti del web, chi lo farà?”, ha dichiarato il ministro del Patrimonio Pablo Rodríguez, tra i sostenitori della legge. "Il vero giornalismo, creato da veri giornalisti, continua a essere richiesto dai canadesi ed è vitale per la nostra democrazia, ma costa", ha aggiunto invece Paul Deegan, presidente e amministratore delegato di News Media Canada. Danielle Coffey, presidente del gruppo industriale News Media Alliance, ha spiegato che il Parlamento canadese "dovrebbe essere applaudito per essersi opposto a Big Tech" dopo l'approvazione del disegno di legge al Senato. "Siamo incoraggiati dal crescente riconoscimento della necessità di un'azione legale per garantire un giusto risarcimento, sia in Canada che all'estero, e speriamo che gli Stati Uniti seguano l'esempio", ha aggiunto Coffey.

L'augurio di Coffey potrebbe diventare reale. La senatrice del Minnesota Amy Klobuchar (Partito Democratico) a dicembre ha infatti presentato al Congresso una legge battezzata come Journalism Competition and Preservation Act (JCPA). L’obiettivo è quello di dare più potere agli editori per contrattare le condizioni di ingaggio con i social media. “Se il Congresso approva una legge sul giornalismo sconsiderata come parte della legislazione sulla sicurezza nazionale, saremo costretti a considerare di rimuovere del tutto le notizie dalla nostra piattaforma”, aveva ribattuto il portavoce di Meta.

Qualcosa di simile è successo già a marzo 2021 in Australia, quando il governo ha provato ad introdurre una legge simile. Allora l’Australian competition and consumer commission aveva trattato per un accordo con Facebook (Meta ancora non esisteva) e Google per una serie di indennizzi annuali verso alcune società editoriali che si occupano della produzione di contenuti su diverse piattaforme. Anche in quel caso l'azienda aveva deciso di bloccare la pubblicazione di notizie sui suoi social.

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