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Perché la nostra specie ha bisogno di espandersi oltre la Terra, almeno secondo il fisico Brian Cox

Brian Cox è un fisico delle particelle. Secondo la sua teoria il nostro obiettivo è trasformarci in una civiltà multiplanetaria e interstellare per assicurare la sopravvivenza della specie umana e sfruttare le risorse disponibili nello Spazio. Il rischio però è quello di replicare gli stessi errori fatti sulla Terra.
A cura di Elisabetta Rosso
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Il cielo non è più il nostro unico confine, piuttosto un punto di partenza. Secondo Brian Cox, noto fisico delle particelle e professore presso il Dipartimento di fisica e astronomia dell'Università di Manchester, la nostra specie è destinata a diventare multiplanetaria. "Non ho ancora raccolto i fondi né convinto qualcuno a darmi un biglietto per lo Spazio", ha spiegato alla Bbc. Ma se Elon Musk si facesse avanti, allora: "Direi… geniale, si parte! Sono fermamente convinto che la nostra civiltà debba espandersi oltre i confini del nostro pianeta per molteplici ragioni".

La conquista dello Spazio è una fetta di mercato importante per chi cerca di immaginare un futuro oltre la Terra. In prima linea c'è Elon Musk (non a caso citato da Cox), convinto che un primo insediamento su Marte verrà costruito entro il 2040. Blue Origin sta già progettando piani per spostare nello Spazio industrie dannose per la Terra. Non solo, come spiega Cox, il nostro pianeta ha risorse limitate, bisogna quindi sfruttare il cosmo, per esempio estraendo minerali dagli asteroidi, "può sembrare fantascienza ma è estremamente importante farlo, e il più rapidamente possibile".

Non solo, finché l'umanità sarà concentrata su un singolo pianeta, avrà una probabilità più alta di estinguersi, per una calamità, una malattia o un asteroide che colpisce la Terra. Secondo Cox, la specie umana deve spingersi oltre i confini terrestri. L'obiettivo è diventare "una civiltà multiplanetaria e interstellare". 

Perché dobbiamo diventare una specie multiplanetaria

Tutti potremo viaggiare nello Spazio in futuro. L'imprenditore miliardario Jared Isaacman e l'equipaggio della Polaris Dawn della SpaceX hanno già inaugurato i viaggi commerciali. Isaacman infatti è stato il primo astronauta del settore privato a fare una camminata spaziale (EVA). Secondo la Nasa la missione ha rappresenta "un gigantesco passo in avanti" per l'industria spaziale commerciale. Per Cox la collaborazione tra agenzie governative, come la Nasa e aziende private, per esempio SpaceX di Elon Musk, è fondamentale per rendere sostenibili ed economici i viaggi nello Spazio. 

L'obiettivo è esplorare la nostra galassia, la Via Lattea, che è composta da centinaia di miliardi di stelle. "Se fossi costretto ad azzardare una supposizione, direi che probabilmente al momento siamo l'unica civiltà avanzata nella Via Lattea e forse l'unica che sia mai esistita nella galassia!", ha spiegato Cox. "Se è vero, allora la nostra espansione oltre questo pianeta diventa un obbligo. Perché se non lo facciamo noi, nessuno lo farà. Quindi se non andiamo verso le stelle, nessuno esplorerà questa galassia. Quindi diventa di fondamentale importanza cominciare a fare i primi passi.” Marte e la Luna sono i primi candidati per una colonia spaziale.

Siamo davvero pronti per essere una società multiplanetaria?

Al da là degli ambiziosi orizzonti ci sono poi le complicazioni. Nuovi studi hanno rivelato che i lunghi viaggi nello Spazio, per esempio verso Marte (il grande progetto di Elon Musk) potrebbero essere mortali e causare danni irreversibili. Le radiazioni e la microgravità avrebbero un effetto catastrofico sugli organi umani, in particolar modo sui tubuli, che verrebbero alterati e danneggiati sino alla completa perdita della funzione filtrante dei reni. Non solo. Secondo i ricercatori dell’Università Georgetown di Washington gli ioni pesanti presenti nei raggi cosmici potrebbero causare danni irreversibili all'intestino e favorire il cancro. Uno studio su 14 astronauti a bordo dello Space Shuttle ha rilevato nel loro sangue mutazioni associate a malattie oncologiche e cardiovascolari. 

Infine c'è rischio di tornare al peccato originale. Ovvero replicare nello Spazio gli stessi errori fatti sulla Terra. In parte sta già succedendo. Il 10% delle particelle nell'alta atmosfera contiene frammenti di metallo provenienti da razzi o satelliti che cadono fuori dall'orbita e bruciano, i cieli sono pieni di spazzatura spaziale e nuove ricerche dimostrano che la corsa allo Spazio a scopo di lucro sta modificando il cielo in modo misurabile, con conseguenze potenzialmente dannose per lo strato di ozono e il clima terrestre.

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