Perché la Nasa ha iniziato a costruire un razzo a propulsione nucleare
C’è l’annuncio ufficiale. La Nasa ha assegnato al costruttore Lockheed Martin il progetto e tutta la fase di test di un sistema di propulsione destinato ai viaggi spaziali più lunghi. L’appalto è notevole: parliamo di un finanziamento da 499 milioni di dollari. Il nome del programma sarà DRACO, furbo acronimo di Demonstration Rocket for Agile Cislunar Operations. L’obiettivo è quello di costruire un razzo mosso da un reattore a fissione nucleare.
Arrivare su Marte è l’obiettivo finale di Elon Musk. Ne parla spesso durante le interviste. Le auto elettriche, i pannelli solari e i social network siano solo progetti secondari. L'obiettivo finale è costruire nuovi insediamenti su Marte e rendere la specie umana una specie interplanetaria. Non è chiaro quanto marketing ci sia dietro questo sogno. Ora però è interessante notare che arrivare su Marte sia un obiettivo reale anche per la Nasa.
Il viaggio con la propulsione nucleare
Secondo i calcoli pubblicati sul New York Times, ogni 26 mesi si apre una finestra che permette a un veicolo spaziale di effettuare il viaggio più breve dalla Terra a Marte. Con i mezzi attuali parliamo di una traversata da compiere dai sette ai nove mesi. Parecchi da gestire con un equipaggio a bordo. Non solo infatti bisognerebbe stipare nella navicella spaziale scorte di cibo e acqua, ma bisognerebbe contare anche il propellente.
Quando vedremo il primo test del motore DRACO
Kirk Shireman, vicepresidente di Lockheed Martin, ha spiegato che i primi test nello Spazio son previsti tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. I test sono tutti sulla propulsione, quindi il motore a fissione nucleare non verrà montato subito su un razzo grande come quello che dovrà trasportare il primo equipaggio umano sulla Luna.
Molti degli obiettivi sognati dall’uomo per quanto riguarda l’esplorazione spaziale non sono raggiungibili senza prima trovare dei sistemi che permettano ai razzi di muoversi più velocemente. Il progetto di Lockheed Martin dovrebbe essere pronto entro il 2027. Il problema dei viaggi così lunghi infatti non riguarda solo la parte logistica: tenere lo stesso equipaggio chiuso per mesi in uno spazio ristretto rischia di provocare problemi legati alla salute mentale. Un tema che ha fatto da sfondo anche a uno degli episodi della ultima stagione di Black Mirror.