Perché Israele ha deciso di far impazzire tutti i cellulari del Paese e bloccare i sistemi GPS
L'Iran ha promesso vendetta, Israele ha spento i sistemi GPS, ha rafforzato la sua unità di difesa aerea e richiamato i riservisti. Le tensioni vanno avanti da tempo, l'attacco aereo al consolato iraniano di Damasco del 1 aprile però rischia di innescare un'escalation nelle battaglie su più fronti di Israele contro i gruppi sostenuti dall’Iran, che si sono intensificate durante la guerra a Gaza. Finora Teheran ha evitato gli scontri testa a testa con Israele e gli Stati Unti, scegliendo un approccio indiretto e appoggiando gli alleati. Ora però il leader supremo iraniano Ali Khamenei ha avvertito che Israele “sarà punito” per l'attacco a Damasco.
L'IDF, Israel Defence Forces, ha dichiarato “un alto livello di allerta per il rischio di un attacco”. Giovedì, i sistemi GPS sono stati spenti nelle zone centrali di Israele, una misura difensiva per interferire con le armi iraniane. Il GPS Jamming è stato attivato per respingere i missili guidati. Le interferenze sono state rilevate in diverse aree strategiche, tra cui Tel Aviv e Gerusalemme. L'obiettivo è disturbare i segnali satellitari per confondere le operazioni militari nell'area. Secondo Haaretz, Tel Aviv si sta preparando a un possibile "attacco di droni o di missili da crociera dell’Iran diretti verso infrastrutture israeliane, intensi attacchi di missili dal Libano o dalla Siria attraverso gli Hezbollah o milizie sciite” o “attentati alle ambasciate israeliane all’estero”.
Il blocco del segnale GPS
Il portavoce dell'IDF, Daniel Hagari, ha confermato che il paese sta utilizzando il blocco GPS. Non è novità, i sistemi erano già stati spenti a Nord di Israele, vicino al confine con il Libano, nelle aree di scontro tra l'IDF e Hezbollah, sostenuto dall’Iran. I cellulari nel Pese sono impazziti. I cittadini israeliani hanno segnalato di non riuscire a utilizzare le app basate sulla tecnologia GPS, come Google Maps e Waze, nelle principali città del Paese come Tel Aviv e Gerusalemme. Il quotidiano israeliano Times of Israel, ha raccontato che diversi automobilisti sono stati erroneamente localizzati a Beirut, in Libano. Secondo l’Agenzia europea per la sicurezza dei voli, i jammer GPS potrebbero rappresentare anche un pericolo per l’aviazione civile.
Secondo l'agenzia di stampa Mehr, l'esercito israeliano sta anche valutando la possibilità di riaprire i rifugi a Tel Aviv come precauzione contro un possibile attacco. L’ IDF sta rafforzando anche la sua unità di difesa aerea e richiamando i riservisti mentre aumentano le tensioni con l'Iran.
La vendetta dell'Iran
L'attacco aereo al consolato iraniano di Damasco ha ucciso almeno 11 persone, tra queste Mohammad Reza Zahedi, il comandante anziano delle forze al-Quds del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (IRGC). Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, ha dichiarato: “Riteniamo che questa aggressione abbia violato tutte le norme diplomatiche e i trattati internazionali. Benjamin Netanyahu ha perso completamente il suo equilibrio mentale a causa dei successivi fallimenti a Gaza e del suo fallimento nel raggiungere i suoi obiettivi sionisti”.
L'ambasciatore iraniano in Siria, Hossein Akbari, ha dichiarato che la risposta dell'Iran all'attacco sarà “della stessa entità e durezza”. Anche i leader iraniani a Teheran hanno definito l'attacco "un'azione senza precedenti" e hanno promesso una risposta dura. È possibile che la Siria si trasformi nell'arena di scontro tra Israele e Iran.
La posizione di Israele
Secondo Amos Yadlin, ex capo dell’intelligence israeliana, l’Iran potrebbe mettere in atto la sua vendetta oggi, venerdì 5 aprile, per la giornata del Quds internazionale, o Giornata di Gerusalemme, introdotta per la prima volta da leader Ayatollah Ruhollah Khomeini dopo la rivoluzione islamica del 1979. Non solo, oggi si terranno anche i funerali dei due generali e dei cinque funzionari uccisi dall'attacco dell'IDF. “Non sarò sorpreso se l’Iran agirà. Niente panico. Non correte ai rifugi”, ha detto a Reuters Yadlin. “Prepariamoci. A seconda delle conseguenze dell’attacco, potrebbe verifica un'escalation del conflitto”.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele “sta agendo contro l’Iran e i suoi delegati, in modo difensivo e offensivo”. Ha poi aggiunto: "Sapremo difenderci e agiremo secondo il semplice principio che chiunque ci farà del male o vorrà farci del male, gli faremo del male".