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Intelligenza artificiale (IA)

Perché gli orsacchiotti che raccontano favole con l’intelligenza artificiale non sono una buona idea

Nel 2028 i giocattoli intelligenti potrebbero entrare nelle camerette dei bambini. La lista dei rischi è lunga, l’IA potrebbe conservare e usare i dati, manipolarli e compromettere lo sviluppo.
A cura di Elisabetta Rosso
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Negli anni ‘20 Madame Hendren lancia a New York una bambola fonografica che ripete filastrocche. È eccezionale, e tutti i bambini la vogliono. Poi negli anni ‘60 arriva Talky Crissy, sa dire 11 frasi, tra queste anche “Ti amo”. Vent’anni dopo viene presentato sul mercato Teddy Ruxpin, l’orsetto che apre le porte ai microprocessori integrati per i giocattoli interattivi, tra questi anche il Furby che ha segnato l’infanzia degli anni ‘90. Il rapporto tra giocattoli e tecnologia è di lunga data, e il prossimo appuntamento sarà con l’intelligenza artificiale (IA).

In una cameretta del 2028 non sarà strano vedere un orsetto di pezza che racconta favole della buonanotte personalizzate a un bambino. Secondo Allan Wong, presidente e amministratore delegato VTech Holdings, società specializzata nella costruzione di giocattoli computerizzati, l’intelligenza artificiale entrerà a gamba tesa nel settore sollevando nuovi rischi. E non solo per la privacy. I giocattoli intelligenti possono infatti raccogliere dati, conservarli, usarli per manipolare le emozioni dei bambini e favorire le strategie di mercato. L'interazione con le macchine potrebbe poi compromettere le abilità comunicative, la creatività, e lo spirito critico che si sviluppano durante l’infanzia. Crescere con un orsetto sintetico che racconta favole potrebbe essere un problema.

I giochi del futuro

Come ha spiegato Wong al Financial Times, l’intelligenza artificiale potrebbe creare i giocattoli del futuro, un futuro nemmeno troppo lontana visto che, secondo le stime, in quattro anni i costi saranno accessibili e si potrà integrare ChatGPT a bambole o peluche. “L’intelligenza artificiale potrebbe creare storie personalizzate per il bambino, o anche solo leggergli un libro” ha piegato Wong al FT, “per esempio puoi addestrarlo a dire il nome del bambino, o aggiungere le sue attività quotidiane e i nomi dei suoi compagni di classe per costruire favole, è come se fosse un buon amico a raccontarle”. Non solo. Tra le competenze dei chatbot c’è anche l’interazione con l’utente, per questo “i bambini possono anche parlare con i giocattoli e ricevere risposte, l’intelligenza artificiale apre molte possibilità. Anche se alcune di queste sono un po’ spaventose, per esempio il problema della privacy”.

I rischi dei giocattoli intelligenti

Oltre al problema della privacy c’è anche quello della conservazione dei dati dei minori. Il fenomeno è anche conosciuto come ingiustizia generazionale, in poche parole i genitori che pubblicano o espongono informazioni personali dei figli senza il loro consenso, per esempio la pubblicazione delle loro foto sui social. Con i giocattoli IA potrebbe succedere qualcosa del genere. Si pensi solo al caso di Hello Barbie, la bambola ascoltava le conversazioni dei bambini. I giochi intelligenti registrano e conservano dati privati. C’è poi il rischio della manipolazione da parte delle aziende, i dati sono un’arma per capire come influenzare le scelte e quindi per esempio incentivare un bambino a comprare un nuovo gioco dell’azienda.

Come ha spiegato l’esperto di marketing Ben Bland nello studio Intelligenza artificiale emotiva nei giocattoli e nei dispositivi per bambini, "se qualcuno nel settore dell'analisi delle emozioni fa delle ricerche sui bambini e usa il loro set di dati, avrà un enorme vantaggio sul mercato se inizierà a creare giocattoli, non solo, potrebbero anche sfruttare e generare emozioni negative che sono preziose perché le persone spendono di più quando sono depresse”. Infine l’interazione con le macchine può essere pericolosa, i giocattoli intelligenti sono personalità sintetiche senza spessore, simulano, non sono. Il mimetismo ingannevole potrebbe riversarsi sulle capacità relazionali del bambino che si interfaccia con papagalli artificiali senza umanità o complessità, senza emozioni.

Quando si potrà comprare un orsetto guidato dall'IA

Al momento ci sono due problemi, come dicevamo la sicurezza, manca infatti un regolamento ferreo che permetta la distribuzione di giocattoli intelligenti sul mercato, e poi, come sempre i costi. L’intelligenza artificiale è ancora inaccessibile, come ha spiegato Wong i prezzi delle componenti per far funzionare ChatGPT prodotti da Nvidia, sono troppo alti.  “Penso che dovremo aspettare altri cinque anni, a quel punto il prezzo dovrebbe scendere e quindi si potranno adottare le schede che supportano AI sui giocattoli”. Il mercato dei giocattoli intelligenti vale circa 14 miliardi di dollari quest'anno, e salirà a 43 miliardi di dollari entro il 2032, secondo i dati di Mordor Intelligence, azienda specializzata nelle ricerche di mercato, “è solo questione di tempo ma l’intelligenza artificiale sta arrivando”.

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