Due app cinesi sconosciute stanno scalando la classifica degli App Store: quali sono
Potrebbero servire alternative visto che TikTok rischia di essere vietato negli Usa. La Corte Suprema degli Stati Uniti il 19 gennaio deciderà se confermare o meno la legge per bandire il social, in tal caso ByteDance dovrà decidere se chiudere o cedere la piattaforma. Allo stesso tempo, mentre incombe la scadenza, altre due app cinesi stanno scalando l'App Store negli Usa. Xiaohongshu, chiamata anche RedNote, e Lemon8, sempre di proprietà di ByteDance, hanno raggiunto i primi posti nella classifica.
Non è chiaro cosa ci sia dietro l'ascesa delle app. Gli utenti potrebbero star cercando delle alternative a TikTok in vista del possibile ban o magari semplicemente apprezzano le app. C'è anche una terza possibilità: gli utenti potrebbero usare le app come forma di protesta silenziosa. Secondo Meagan Loyst, fondatrice del collettivo Gen Z VCs, "è una ritorsione nei confronti del governo, nel senso più semplice del termine".
Come funzionano Xiaohongshu e Lemon8
Xiaohongshu assomiglia a Instagram, Lemon8 invece è più simile a Pinterest. In realtà Lemon8 sembra essere nata proprio come piano B a TikTok. E infatti è stato presentato come social con "lo stesso motore di raccomandazione che aiuta TikTok ad avere successo". Queste app potrebbero avere però gli stessi problemi, se il governo degli Stati Uniti decidesse di prenderle di mira. Il Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act si applica infatti alle piattaforme social di proprietà di Paesi che il governo degli Stati Uniti considera avversari stranieri. La legge prevede solo alcune eccezioni, tra queste le app dove vengono "pubblicate recensioni di prodotti o informazioni sui viaggi".
Il ban di TikTok negli Stati Uniti
Potrebbe essere una falsa primavera o l'ascesa di nuove app cinesi, non è chiaro il destino di Xiaohongshu e Lemon8. Intanto tutti gli occhi sono puntati su TikTok. Da anni il social cinese è nel mirino degli Stati Uniti. L’accusa è di spiare gli utenti, ma la preoccupazione più grande non è tanto la raccolta dei dati (cosa che ha fatto ogni social network, Facebook, Instagram, X, funzionano allo stesso modo) quanto il rischio che quelle informazioni vengano consegnate e usate dal governo cinese per "minare le istituzioni democratiche, favorire la dipendenza da internet tra i giovani, spiare e influenzare gli utenti".
TikTok sostiene che vietando l'app il governo violerebbe i diritti americani alla libertà di parola sanciti dal Primo Emendamento, e che nessuno può impedire agli utenti di esprimere idee su una piattaforma. Non solo, secondo TikTok le preoccupazioni del governo sulla sicurezza nazionale sono "speculative" e non giustificherebbero la violazione dei diritti degli utenti alla libertà di parola.