Perché dopo due anni Donald Trump è tornato su Twitter (che ora si chiama X)
Donald Trump è stato il primo presidente nella storia degli Stati Uniti a essere sospeso da Twitter. Una “sospensione permanente” del suo account privato decisa dopo che centinaia di suoi sostenitori avevano invaso Capitol Hill e provocato cinque vittime. Le motivazioni erano state spiegate anche nel blog ufficiale: “Dopo un’attenta revisione dei recenti tweet dell’account @realDonaldTrump e visto l’attuale contesto abbiamo sospeso definitivamente l’account a causa del rischio di ulteriore incitamento alla violenza”. La sospensione però non è stata così permanente, visto che ora è tornato a pubblicare.
Il 25 agosto Donald Trump ha pubblicato su Twitter, ora più noto come X, la foto segnaletica scattata dopo l’arresto formale in Georgia. Uno stato di fermo durato poco, visto che è stato subito rilasciato su cauzione. I capi di imputazione che riguardano questa incriminazione, la quarta per l’ex presidente degli Stati Uniti, ruotano attorno al presunto tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020 in Georgia.
Accanto alla sua foto Trump ha inserito anche un link che porta a una pagina ufficiale della sua nuova campagna elettorale, quella che nei suoi piani dovrebbe condurlo di nuovo nello Studio Ovale della Casa Bianca entro il 2024. Agli utenti che arrivano qui viene chiesto sostanzialmente di fare una donazione. Si possono scegliere sette opzioni, da 24 a 3.300 dollari. Ma se preferite potete decidere voi l’importo esatto.
L’antico amore di Donald Trump per Twitter
La riammissione di Donald Trump su Twitter è stata decisa da Elon Musk. Nel novembre del 2022 il nuovo proprietario della piattaforma aveva pubblicato un sondaggio in cui veniva chiesto agli utenti se volevano far tornare Trump. Il 53% aveva votato a favore e così Musk aveva riaperto le porte del social. Trump però all’inizio si era negato: aveva preferito restare su Truth, una piattaforma che si professava autonoma dal supposto “pensiero unico” della Silicon Valley.
Nel corso degli anni Twitter è stata una delle basi più importanti per il successo politico di Donald Trump. Qui il Tycoon conta 86,8 milioni di follower. Come ben sanno i giornalisti che si sono occupati di Stati Uniti negli anni della sua presidenza, la sua attività è stata febbrile. Secondo una serie di dati pubblicati a giugno 2020 dal Trump Twitter Archive, The Donald pubblicava una media di 10 tweet al giorno. Il suo record è stato di 60 tweet in 24 ore. Dal 2009, anno della sua iscrizione, i tweet sono stati oltre 50.000.
Dopo il ban da tutti i social più usati, Trump e tutti i politici repubblicani legati a lui hanno cercato nuovi canali. Prima sono migrati su Parler, un social network uguale a Twitter con giusto qualche venatura più bordeaux. Fondato nel 2018 da John Matze, a novembre del 2020 aveva raccolto 7 milioni di utenti. Dopo qualche settimana Parler cominciò un lento declino, dovuto anche a parecchi problemi sul lato tecnico. Stessa sorte per Truth, il social alla cui fondazione ha partecipato direttamente Donald Trump. Qui qualcuno lo ha seguito, visto che l'account di Trump è arrivato a 6,4 milioni di follower. Non pochi, ma questa cifra non ha paragoni con il pubblico che può raggiungere su X. Il suo primo tweet dopo il silenzio ha già registrato oltre 111 milioni di Impression. Se a Trump serviva un megafono per le prossime elezioni, ora lo ha ritrovato.