Perché Diablo 4 è un inferno da cui non riusciamo a staccarci
Ai gamer piace dark. Lo sa bene Blizzard Entertainment, che per Diablo 4 ha deciso di ritornare alle tinte macabre delle origini della serie. Lilith si è risvegliata, lasciando dietro di sé sangue, devastazione e cadaveri. Spetta a noi fermare l’avanzata della figlia di Mefisto nei panni di un avventuriero personalizzabile nel genere, nell’estetica e non solo. Barbaro, Druido, Tagliagole, Incantatore e Negromante: sono queste le classi disponibili con cui dare inizio a un’avventura pronta a rapire.
Diablo 4 si tinge di dark e diventa open world
Il ritorno al dark non è evidente solo nelle atmosfere, ammirabili nella caratteristica visuale isometrica, ma anche nelle trame e sottotrame collegate tra loro che arricchiscono la lore e il folklore del mondo di gioco. Non aspettatevi storie a lieto fine: nei sei atti che compongono la campagna di Diablo 4, assisteremo a sacrifici, morti violente, invasioni demoniache e molto altro. Ciononostante, la speranza non soccombe trai i poveri abitanti di Sanctuary, a cui possiamo dare un mano completando missioni (o quest) all’interno di un gigantesco mondo di gioco, che diventa open world. Già durante la prova della beta eravamo rimasti sorpresi dell’ampiezza dei territori, ma a gioco completo la mappa di Diablo 4 si rivela davvero immensa, soprattutto se paragonata a quella dei capitoli precedenti. Da qui l’aggiunta di una funzionalità interessante come la cavalcatura, sbloccabile nel corso della campagna e acquistabile dagli stallieri di villaggi e città. Tutto questo porta a una struttura di gioco più profonda, con quest, anche secondarie, connesse tra loro, per un’immersione totale nella lore del gioco.
Ad ogni modo, che sia in sella o a piedi, ciò che bisogna fare in Diablo 4 è combattere ed esplorare. Sul primo fronte, ci viene in soccorso un sistema di progressione inizialmente dispersivo, ma che mano a mano permette di specializzare il nostro o la nostra protagonista in abilità divise per categoria. Il gioco permette di sperimentare fino a trovare la giusta combinazione di abilità e potenziamenti, dato che è possibile resettare i punti ottenuti al costo di poche monete. In gergo videoludico questa pratica viene denominata respec. Per cui, se da Tagliagole preferiamo arco e frecce alle armi da taglio leggere, basta disimparare ciò che non ci convince e selezionare le apposite abilità per essere specializzati in approcci di combattimenti ben variegati.
In merito all’esplorazione, l’ampia mappa di Diablo 4 è costellata sì di centri abitati ma anche di edifici e cantine da liberare dalle forze oscure. In cambio otterremo del prezioso bottino, per lo più equipaggiamento, che diventa centrale nel potenziare le statistiche e le capacità di attacco o difesa del nostro personaggio. Ed è qui che emerge la profondità strutturale di Diablo 4, in cui è fondamentale la giusta concatenazione di armi, accessori e armature con le tecniche che si possiedono.
Quanto detto finora è perfettamente godibile sia in solitaria che in modalità cooperativa con un party composto da quattro persone. È anche vero che la nuova impostazione open world permette di incrociare altri giocatori solitari con cui è possibile combattere, sia come alleati, sia come avversari nelle zone in cui è attivo il PvP (player vs player). Questo discorso non vale all’interno dei dungeon (le cantine e gli edifici sopracitati), che sono invece istanziati. Vuol dire che ospitano solo il giocatore o il suo party. Una scelta intelligente che favorisce il coinvolgimento e il piacere della scoperta. A tutto questo si aggiungono altre attività secondarie, tipiche dei giochi di ruolo, come affari coi mercanti, potenziamenti dai fabbri e molte altre interazioni con alcune figure ricorrenti site nei centri abitati. Per non contare poi la diversità di eventi casuali che è possibile svolgere nel corso del lungo girovagare.
La campagna di Diablo 4 è solo l'inizio
Chi è avvezzo alla serie di Blizzard Entertainment sa che uno dei pilastri della serie è il cosiddetto endgame, ossia l’insieme di attività da svolgere al termine della campagna. In primis, finendo la trama principale si possono sbloccare nuovi livelli di difficoltà (tra cui hardcore, con morte permanente) per crescere maggiormente di livello e ottenere pezzi di equipaggiamenti pregiati, per una crescita del personaggio devastante. Il che è fondamentale se si vogliono intraprendere gli scontri contro i boss mondiali, cioè lotte massicce contro un singolo nemico particolarmente ostico.
Ma non abbiamo ancora parlato della vera novità: per Diablo 4, la nota software house californiana ha pensato a un’impostazione da gioco live service. In altre parole, il titolo verrà supportato periodicamente col rilascio di nuove stagioni. Queste avranno cadenza trimestrale e aggiungeranno nuovi contenuti, quest, Battle Pass, oggetti leggendari, se non addirittura variazioni strutturali e concettuali del gioco. La prima stagione è prevista tra metà e fine luglio 2023 e porterà a più funzionalità di gioco, nuove missioni e migliorie varie. Per usare le parole del team di sviluppo, “le stagioni introdurranno nuovi concetti e idee nel mondo di Sanctuary". Il Battle Pass può essere acquistato con monete di gioco platinum o con valuta reale. Il prezzo dipende dalla tipologia che si desidera acquistare tra versione Premium e Accelerata. In entrambi i casi parliamo di contenuti aggiuntivi per lo più cosmetici. In generale le microtransazioni con valuta reale sono presenti nel gioco e riguardano elementi estetici.
Il successo di Diablo 4
Insomma, il nostro parere va ad aggiungersi all’entusiasmo collettivo con cui è stato accolto Diablo 4. A parlare sono i numeri: a cinque giorni dal lancio, il gioco ha nettamente superato i 600 milioni di dollari di vendite, diventando il titolo Blizzard che ha venduto più velocemente di sempre. Intanto la community ha già giocato l’equivalente di 276 milioni di ore, per un totale di 316 milioni di sconfitte. Cifre gigantesche in pochi giorni, che testimoniano la rinascita del brand. Dopo la delusione di Diablo 3 e Diablo Immortal, il quarto capitolo riesce dunque a riportare in auge uno dei franchise più iconici di Blizzard, guardando al passato ma al contempo osando con nuove meccaniche tratte dai massively multiplayer online (MMO). Ora non resta che attendere i risvolti futuri delle stagioni per capire quanto abbia ancora da offrire Diablo 4 alla sua folta community: ormai le porte dell'inferno sono state aperte.