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Perché Amazon sta assumendo robot umanoidi nei suoi magazzini

Il nuovo modello di robot presentato da Amazon si chiama Digit: è un androide bipede che promette di “liberare” i magazzinieri dai compiti più pesanti e ripetitivi.
A cura di Valerio Berra
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Digit è un robot umanoide. Ha due gambe da satiro, con un’articolazione inversa rispetto a quella usata di solito. Due braccia che arrivano ai fianchi e una testa dotata di sensori con due punti di luce al posto degli occhi. È anche colorato di verde, lo stesso delle sale degli ospedali. Non sembra aggressivo. Anzi. Le sue forme lo rendono quasi amichevole. Digit, è tutti i suoi cloni, sono appena stati assunti in blocco da Amazon che li userà nei suoi magazzini per svolgere alcuni compiti che ora vengono completati dai dipendenti umani.

L’obiettivo dell’azienda, secondo una sua nota ufficiale è quello di “liberare dei dipendenti per fornire servizi migliori ai nostri clienti”. Tye Brady, capo di Amazon Robotics, ha spiegato a i giornalisti davanti a cui ha annunciato l’ingresso di Digit ha spiegato che i nuovi robot non andranno a sostituire i dipendenti umani: “Non c'è nessuna parte di me che pensa che ciò potrebbe mai diventare realtà. Le persone sono così centrali nei nostri processi. Hanno la capacità di pensare a un livello superiore, la capacità di diagnosticare i problemi”.

Comprensibilmente, l’idea di “liberare” i lavoratori dai compiti più gravosi è stata presa dai sindacati che negli ultimi anni si sono formati dentro Amazon come l’inizio di un processo in cui i robot serviranno per “liberare” i lavoratori dal posto di lavoro. Stuart Richards di GMB ha commentato così: “L'automazione di Amazon è [una] corsa a capofitto verso la perdita di posti di lavoro. Abbiamo già visto centinaia di posti di lavoro scomparire nei centri logistici”.

La scelta di far camminare i robot

Forse delle ruote renderebbero Digit più veloce, gli permetterebbero di cambiare direzione in un istante, di accelerare nei suoi tragitti e sicuramente sarebbero anche più semplici da gestire nei processi di manutenzione. Le gambe però permettono di muoversi su superfici più varie e soprattutto permettono di seguire gli stessi percorsi tracciati dagli essere umani: “Possono affrontare gradini e scale o luoghi nella nostra struttura in cui dobbiamo muoverci su e giù”.

Perché accanirsi sui robot a forma di uomo

Negli ultimi anni l’industria dell’automazione sta lavorando molto sui robot umanoidi. Non è una sfida semplice. Noi siamo bipedi, il nostro equilibrio è difficile da replicare. Abbiamo due braccia, forse tre o quattro ci permetterebbero di essere più efficienti. Abbiamo il centro di controllo in alto. Posizione non esattamente comoda in caso di caduta. Eppure lo spazio in cui viviamo è organizzato esattamente sulle nostre misure e creare esseri artificiali in grado di muoversi in questi spazi è il modo migliore per abitarli.

È questa la strada decisa dai piccoli produttori che si occupano di automazione, come l’italiano Robee che è venuta anche a trovarci in redazione. Ma è anche la strada che stanno seguendo colossi come Tesla che l'anno scorso ha presentato Optimus, il suo primo robot umanoide. Due braccia, funzionanti, due gambe, ancora da ottimizzare. Ed è la stessa strada di Amazon. La scelta, ovviamente è anche economica. Jeff Bezos e Elon Musk fanno prima a adattare i robot alle loro fabbriche che adattare le loro fabbriche a nuovi robot.

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