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Perché 50.000 persone stanno imparando su Duolingo una lingua che non esiste

Le lingue fittizie hanno migliaia di conoscitori, dal Klingon, il linguaggio alieno di Star Trek, allo slang di Arancia Meccanica che mischia inglese e russo. Studiarle è un modo per avvicinarsi a universi irraggiungibili.
A cura di Elisabetta Rosso
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Nel 1905 JRR Tolkien ha otto anni e sente dal muro della sua stanza le sue cugine Mary e Majory parlare una lingua strana fatta di numeri e nomi di animali. La impara, la arricchisce e la dà un nome, nevbosh. Apparirà più di 50 anni dopo nelle pagine del Signore degli Anelli e lui stesso ammetterà che è stato "l'amore per le lingue a spingerlo a scrivere la sua opera, un tentativo di creare un mondo in cui una forma di linguaggio accettabile dal mio personale senso estetico possa sembrare reale". Da qui emerge bene il legame tra lingua e storia. E forse partendo da qui è più semplice capire come mai 50.000 persone stanno studiando una lingua che non esiste sull'app Duolingo.

Sempre più persone sembrano interessate a imparare parole di culture e universi inventati. In testa c'è l'alto Valyriano di Game of Thrones. Ha cominciato a prendere forma grazie al linguista David J Peterson, chiamato anche “l'uomo delle lingue di Hollywood”. Per realizzare la terza stagione della serie è partito da qualche frase disseminata tra le pagine dei libri di George RR Martin, come "Valar Morghūlis" ( “Tutti gli uomini devono morire”) e ha costruito una lingua. E così su Duolinguo ci si può esercitare a tradurre in valyriano "i miei draghi sono belli" o "la donna sta sudando".

Dietro al fenomeno in crescita c'è il desiderio di avvicianarsi a mondi irraggiungibili, una lingua non è solo una lingua è un modo di essere. Un'idea tanto radicata che negli anni '70  l'antropologo Edward Sapir e il suo allievo Benjamin Lee Whorf, ipotizzarono la relatività linguistica, ovvero la capacità di una lingua di determinare il modo in cui pensiamo e avvicinarci alla comprensione profonda di una determinata cultura.

Le lingue fittizie non sono una novità. Basta pensare a Klington il linguaggio alieno di Star Trek creato da Marc Okrand, ma non servono navicelle o draghi. Anthony Burgess nel 1962, ha costruito lo slang dei protagonisti del romanzo Arancia Meccanica mischiando russo e inglese, e George Orwell in 1984 fa imporre dalla dittatura la neolingua, un inglese newspeck pieno di neologismi che impoveriscono il linguaggio riducendo il senso critico dei cittadini.

Come si crea una lingua

Una lingua non nasce mai dal nulla, e lo spiega bene Paul Frommer, professore di comunicazione presso la University of Southern California e creatore della lingua Na'vi di Avatar, al Guardian. "Non era una tabula rasa completamente vuota". Per esempio il regista James Cameron aveva lasciato a Frommer alcune indicazioni. La lingua doveva essere completamente nuova e doveva suonare bene. Non solo, dato che il protagonista avrebbe dovuto cominciare a parlare la lingua, doveva anche essere "imparabile dagli umani", spiega Frommer. “Qualsiasi linguista sarebbe in grado di inventare un linguaggio logico, ma potrebbe essere così non umano che nessun essere umano potrebbe mai impararlo".

Un linguista deve innanzitutto mettere le basi e chiedersi: “Come saranno i tuoi verbi? Come saranno i tuoi nomi?", poi la sintassi, la grammatica, l'uso dei pronomi e infine "quella che forse è la parte più interessante, il rapporto tra lingua e ambiente”. Per esempio creare un registro diverso per le parole a seconda del contesto. D'altronde una lingua deve saper raccontare una cultura.

"Il 98% degli spettatori non saprà mai il 99% di ciò che facciamo", ha spiegato al Guardian la linguista Jessie Sams, collega e compagna di Peterson. Insieme hanno creato la lingua di Dune, The Witcher e Vampire Academy. “Non importa se le persone non se ne accorgono davvero in quel momento”, aggiunge Peterson, “rimarrà per sempre. E quindi a un certo punto, se qualcuno decide di analizzarlo, reggerà o no. Di solito per creare una lingua impiegano dai sei mesi a un anno.

Perché le persone vogliono imparare lingue che non esistono

Oltre il fascino della fabbrica dei linguaggio rimane un interrogativo: perché le persone dovrebbero imparare una lingua che non esiste (o come preferiscono i linguisti, fittizia). Considerando anche la mortalità delle lingue reali del mondo che si stanno estinguendo. Ogni quindici giorni ne spariscono due. Non c'è una risposta univoca. Come dicevamo, il fascino delle grandi saghe spinge i fan a imparare la lingua per avvicinarsi a un mondo irraggiungibile.

Questo spiega anche perché l'Esperanto, la lingua costruita nel 1800 per creare una comunità internazionale capace di dialogare non è mai riuscita a farsi strada nel tessuto sociale. Non ha una storia. E sempre in continuità con il concetto di cultura, Christine Schreyer, antropologa dell'Università della British Columbia ha raccontato: "Ricordo qualcuno che diceva: ‘Sto imparando il Na'vi perché sento di poterlo fare, ma se provassi a imparare il Navajo, che è anche molto interessante e complesso, mi sentirei come se fosse un'appropriazione culturale'". In realtà gli stessi costruttori di lingue spesso si ispirano a grammatiche già esistenti per creare qualcosa di nuovo, per esempio il creatore di Klingon, si è ispirato sulle lingue dei nativi americani, lo stesso JRR Tolkien, che ha cominciato ha studiato il greco antico, il norvegese, il gotico, il gallese e il finlandese, per l'Elfico e il Sindarin. Il Valyrian invece nasce dalle basi del latino e del gaelico.

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