Per la prima volta uno Stato ha deciso di vietare completamente TikTok
Non sono bastate cinque ore di audizione. Non è bastato che il Ceo della divisione internazionale di TikTok Shou Zi Chew rispondesse a tutte le domande fatte dai senatori degli Stati Uniti. TikTok non è ancora riuscito a convincere la politica. Nello Stato del Montana il governatore Greg Gianforte (Partito Repubblicano) ha approvato un disegno di legge che di fatto rende TikTok illegale in tutto lo Stato. Nella Big Sky Country da un milione di abitanti, ai confini con il Canada, non si potrà più trovare l’app nei Google Play Store o nell’App Store. Il divieto dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio.
Dal punto di vista tecnico non è semplicissimo inquadrare cosa succederà. L’app verrà vietata solo su questi store digitali, quindi da quando la legge entrerà in vigore non sarà più possibile scaricarla direttamente. Ovviamente sono previste anche delle sanzioni. Nella legge ci sono sanzioni per TikTok in caso di violazione del divieto, multe da 10.000 dollari per ogni giorno di permanenza nell’app store e multe anche a Google e Apple nel caso in cui continuino ad ospitare l’app del social nato in Cina.
I problemi della legge proposta dal Montana
Questa legge è un pugno allo stomaco per TikTok, certo. Ma non distrugge del tutto la presenza del social sul territorio. Non viene imposta nessuna sanzione agli utenti che continuano ad utilizzare l’app. In Italia ci sono già casi simili, anche se non della portata di TikTok. Uno dei più noti è quello dell’app di Dji, azienda cinese che si occupa di droni, soprattutto amatoriali. Anche in questo caso l’app non è presente sugli store ufficiali ma si può trovare sui portali dell’azienda. Un passaggio che, paradossalmente, la rende anche meno sicura perché la sottrae a tutti i controlli che invece sono necessari per essere distribuiti dalle grandi piattaforme.
I dati e la privacy su TikTok
La scelta del governatore del Montana è legata a tutti i dubbi sollevati negli ultimi mesi sul rapporto tra TikTok e la Cina. L’app che usiamo ha un legame diretto con la Cina, visto che è stata sviluppata da ByteDance, azienda che ha la sua sede proprio a Pechino. Ora l’azienda è divisa in due parti, una che segue ancora il mercato cinese e l’altra che invece si occupa di tutta la parte internazionale. Negli ultimi mesi l’app è stata accusata da diversi politici degli Stati Uniti di passare i dati degli utenti alla Cina, o comunque di poterlo fare in caso di richiesta esplicita da parte del governo di Pechino.
Durante una lunga audizione a Washington il Ceo Shou Zi Chew ha fornito alcune risposte, negando fondamentalmente tutte le accuse. Sulla questione dei dati raccolti da TikTok vi lasciamo qui un nostro approfondimento, giusto per capire se è il momento di scaricare l’app. Per adesso TikTok sta ancora lavorando per evitare il rischio di essere bannata da altri mercati, visto che ha ricevuto forme di blocco anche nel Parlamento dell’Unione Europea e in quelli di Belgio e Regno Unito. Una di queste è la creazione di nuovi data center e di nuove policy, più trasparenti, sulla raccolta e la conservazione dei dati.
Al momento nulla di tutto questo sembra aver convinto il governatore del Montana. Secondo Greg Gianforte infatti l’app è ancora un rischio per la privacy: “Questo disegno di legge promuoverà la nostra priorità condivisa per proteggere i montanesi dalla sorveglianza del Partito comunista cinese”. Secondo TikTok, come ha spiegato un suo portavoce a Fanpage.it, la scelta di Gianforte viol il Primo Emendamento, quello che negli Stati Uniti garantisce una serie di libertà fondamentali dei cittadini: "Il governatore Gianforte ha approvato una legge che viola i diritti del Primo Emendamento dei cittadini del Montana, vietando illegalmente TikTok, una piattaforma che offre vantaggi a centinaia di migliaia di persone in tutto lo Stato. Vogliamo rassicurare i cittadini del Montana che possono continuare a usare TikTok per esprimersi, guadagnarsi da vivere e entrare in contatto con la community, mentre continuiamo a lavorare per difendere i diritti dei nostri utenti all'interno e all'esterno del Montana".