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Intelligenza artificiale (IA)

Pensavamo che l’intelligenza artificiale avrebbe cambiato le elezioni Usa: è bastato molto meno

L’obiettivo delle immagini false non è ingannare le persone. Funzionano più come meme, vogliono provocare, persino divertire, e andare a rafforzare una retorica elettorale che non ha bisogno di fatti reali per affossare il nemico.
A cura di Elisabetta Rosso
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Non era quello ci aspettavamo. Dopo mesi a discutere su come l‘intelligenza artificiale (IA) avrebbe messo a rischio con deepfake ultrarealistici le elezioni statunitensi ci troviamo di fronte a immagini posticce che tradiscono la natura artificiale anche di fronte a un occhio non avvezzo. Prima la parata delle fan di Swift con le magliette "Swifties for Trump", poi Taylor che veste i panni dello Zio Sam incoraggiando il pubblico a votare il candidato repubblicano. Non mancano le immagini IA di Kamala Harris che tiene un comizio con i simboli del comunismo sullo sfondo. Tutto è dichiaratamente falso, eppure potrebbe funzionare proprio per questo. 

L'obiettivo delle immagini infatti non è ingannare le persone. Funzionano più come meme, vogliono provocare, persino divertire, e andare a rafforzare una retorica elettorale che non ha bisogno di fatti reali per affossare il nemico. D'altronde è la storia della politica a insegnarlo, le insinuazioni, gli "ho sentito che", e i "molti dicono", si infilano nel substrato cerebrale radicandosi meglio. E come diceva la filosofa Hannah Arendt, ingannare è anche un modo di influenzare il mondo.

Le immagini condivise sui social

Donald Trump ha condiviso domenica su Truth Social diverse immagini generate con l'IA. Nell'ultimo post, che mostra Taylor Swift e le sue fan che giurano di sostenerlo nella sua campagna presidenziale, ha scritto: "Accetto!" (al di là delle immagini palesemente false, la cantante non sta sostenendo alcun candidato alle elezioni del 2024, ha appoggiato i Democratici nel 2020 e criticato Trump durante la sua presidenza).

Le immagini sui social sono dichiaratamente false, la faccia di Trump è troppo arancione, le espressioni dei volti simili a maschere greche, su X è comparso anche un video di Harris con il pancione e una mano di Trump con unghie lunghe laccate di rosso che lo accarezza. Non importa. Tutte si inseriscono i modo piuttosto coerente all'interno della strategia di Trump, ovvero esagerare o deformare la realtà per fomentare il suo pubblico. C'è anche l'elemento della satira e dell'ironia grottesca spesso utilizzato per screditare gli avversari. 

Perché le foto palesemente false funzionano meglio dei deepfake

Un video estremamente sofisticato generato dall'IA per manipolare la realtà è stato per anni il peggior scenario possibile nell'universo della disinformazione politica. Immaginiamo per esempio che comincino a circolare scatti estremamente realistici di un attentato terroristico nel cuore di Roma, o video che dimostrino come un politico sia colluso con la mafia. Gli esempi sono tanti e i rischi evidenti. Fa invece meno paura un'immagine di Kamala Harris con la falce e il martello, ma forse dovrebbe spaventarci. 

Innanzitutto le immagini palesemente fake sono più semplici da realizzare. È vero, la tecnologia è sempre più performante, ma non è ancora così facile realizzare contenuti falsi che sembrano veri. Poi, come spiega Will Oremus sul Washington Post, i meme IA sono immuni ai fact-checking. Non serve un debunking per dimostrare che sono false, e proprio per questo circolano liberamente senza dare troppo nell'occhio, nutrendo però il pubblico di riferimento al quale, alla fine, poco importa se siano vere o false.

Infine c'è la regola d'oro della disinformazione. Le notizie false non vogliono mai cambiare le convinzioni di chi già appartiene allo schieramento avversario, piuttosto andare a rafforzare ideologie già radicate o intercettare qualche indeciso che scrolla i social in cerca di risposte facili a problemi difficili.

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