Pavel Durov parla per la prima volta dopo l’arresto: “Telegram non è un paradiso anarchico”
Pavel Durov è rimasto in silenzio. Poi oggi ha parlato. Il Ceo e fondatore di Telegram è stato arrestato il 24 agosto all'aeroporto di Le Borigette di Parigi. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato su X che l'arresto è legato a "un'indagine giudiziaria in corso". Durov è accusato di aver creato una piattaforma che agevola crimini, dal terrorismo alla pedopornografia. Telegram infatti è un’app crittografata, che permette agli utenti di comunicare in modo anonimo. Sui canali e sui gruppi sono nati luoghi virtuali dove gli utenti hanno iniziato a condividere ogni tipo di materiale. Tutto senza moderazione.
Durov nega. In un messaggio condiviso sul suo canale Telegram spiega: "Le affermazioni secondo cui Telegram è una sorta di paradiso anarchico sono assolutamente false". Non solo. Per Durov, accusare un amministratore delegato "di crimini commessi da terzi" è un "approccio sbagliato". Durov segue una linea già tracciata, prima del suo commento, infatti, il portavoce di Telegram aveva criticato l'arresto: “È assurdo affermare che una piattaforma o il suo proprietario siano responsabili dell'abuso di tale piattaforma”. In realtà dal 2018 per le piattaforme, soprattutto quelle più importanti, il rispetto di standard legati alla moderazione è diventata una caratteristica essenziale per poter operare.
Nel messaggio Durov spiega anche che le autorità francesi prima dell'arresto non hanno contattato il rappresentante di Telegram nell'UE, quando avrebbero potuto farlo in qualsiasi momento. "Se un Paese non è soddisfatto di un servizio Internet, la prassi consolidata è quella di avviare un'azione legale contro il servizio stesso", ha scritto su Telegram. "Utilizzare leggi dell'era pre-smartphone per accusare un CEO di crimini commessi da terze parti sulla piattaforma che gestisce è un approccio fuorviante".
Telegram, ha spiegato, non è perfetto. "Ogni giorno eliminiamo milioni di post e canali dannosi". Ma, secondo Durov, "nessun innovatore creerà mai nuovi strumenti se sa di poter essere ritenuto personalmente responsabile per un potenziale abuso di tali strumenti". L'app è da tempo nel mirino delle agenzie di polizia globali perché si è rifiutata di collaborare con le autorità.
I procuratori francesi hanno spiegato che Durov "è stato arrestato anche per la quasi totale mancanza di risposta" di Telegram alle richieste relative alle indagini penali. Duorv ora è stato rilasciato con una cauzione da 5 milioni di euro, ma non deve lasciare il Paese e presentarsi due volte a settimana presso la stazione di polizia.
L'app ha circa 950 utenti attivi in tutto il mondo, "sono sempre di più gli utenti e questa crescita rende più facile per i criminali abusare della nostra piattaforma. Per questo mi sono posto come obiettivo personale di assicurare che le cose da questo punto di vista migliorino". Durov ha aggiunto che ci si sta occupando del problema "dall'interno" nella speranza di rendere Telegram "più sicuro e più forte".