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Intelligenza artificiale (IA)

Ora sappiamo quanti italiani vogliono lasciare il loro lavoro all’intelligenza artificiale

Il 74% dei manager in Italia pensa che i dipendenti della loro azienda non siano pronti all’impatto con l’intelligenza artificiale. I dati fanno parte del Work Trend Index pubblicato da Microsoft.
A cura di Valerio Berra
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L’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro è uno dei temi di cui parleremo di più nei prossimi anni. Non è ancora chiaro quale sarà il bilancio ma per adesso la teoria più probabile sembra quella della compensazione: l’intelligenza artificiale cancellerà alcune professioni, cambierà altre professioni e crearà nuove professioni. Il gioco sarà capire che se tutto tutti questi cambiamenti si chiuderanno in pari o in perdita. E soprattutto cosa succederà a quei settori che non riusciranno più a stare al passo con questa tecnologia. In tutto questo però c’è già chi vorrebbe cominciare ad avere l’intelligenza artificiale come compagna di scrivania per delegare un po’ di lavoro.

Il report annuale Work Trend Index pubblicato da Microsoft ha già reso noto che se non dovessimo rispondere alla mail o partecipare a catene infinite di call potremmo risparmiare fino a due giorni di lavoro alla settimana. Secondo i dati ricavati da chi usa l’ecosistema Microsoft, chi svolge un lavoro da ufficio impiega circa il 57% del suo tempo a comunicare con gli altri colleghi per decidere su quali obiettivi e modalità impostare il lavoro. Certo, se nessuno si parlasse sarebbe difficile capire cosa fare davanti al pc, eppure questo dato rende discretamente chiaro il peso che queste attività hanno sulla nostra giornata.

Il rapporto dell’Italia con l’intelligenza artificiale

Spulciando tra i fogli del rapporto di Microsoft ci sono anche parecchi dati che riguardano l’Italia. A livello globale il 70% dei 31.000 intervistati che hanno participato alla ricerca sarebbe contento di delegare parte del suo lavoro all’intelligenza artificiale. E non per ottimizzare il suo lavoro, semplicemente per liberarsi dei compiti in eccesso e avere un bilanciamento migliore tra lavoro e vita privata. La percentuale di italiani che hanno risposto in modo positivo a questa domanda è leggermente inferiore: 62%. Non solo. Sempre guardando all’Italia, il 55% degli intervistati vorrebbe che l’intelligenza artificiale si occupasse anche degli aspetti più creativi della loro professione. Il dato più evidente riguarda però la preparazione: per il 74% degli intervistati che svolgono un ruolo di manager i dipendenti hanno ancora bisogno di formazioni per arrivare pronti all’impatto dell’intelligenza artificiale.

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