Ora sappiamo perché Elon Musk ha cacciato l’uccellino di Twitter e cambiato nome: “Ci siamo liberati”
Il segreto è lasciar andare, Linda Yaccarino, la nuova amministratrice delegata dell’azienda ribattezzata “X”, la pensa così. Recidere, allontanarsi, trasformarsi un qualcos'altro. “Ci siamo liberati di Twitter”, ha rivelato in un'intervista alla Cnbc. “Il rebrand ha rappresentato una liberazione da Twitter, che ci ha permesso di superare una mentalità e un pensiero che avevamo ereditato”, ha aggiunto la nuova Ceo di X. È entrata in scena a giugno e ha preso le redini in mano, ora è pronta a gestire il regno di Elon Musk. Come lei stessa ha ribadito è una donna "innamorata dei media", con le spalle larghe e un curriculum ben nutrito. In dieci anni ha ribaltato e ricomposto le strategie nel mondo pubblicitario, in poche parole è lei che ha portato la NBCUniversal nel mercato del 21° secolo.
"Se resti Twitter, o mantieni qualunque sia il tuo brand precedente, i cambiamenti rischiano di essere puramente migliorativi, e sarai valutato sulla base di una pagella ereditaria", ha sottolineato. "Con X pensiamo a tutto quello che è possibile. Non ai miglioramenti di qualcosa che non si può fare. Con X cambierà il modo in cui ci riuniamo, il modo in cui intratteniamo, il modo in cui effettuiamo transazioni su un’unica piattaforma” ha spiegato Yaccarino.
Ha anche lasciato intravedere cosa potrebbe diventare la piattaforma ora che si è trasformata in X. "Potremmo condividere video molto lunghi, per esempio, anche della durata di un film", non solo “la possibilità di fare videochiamate attraverso la piattaforma senza dover condividere il proprio numero di telefono”. Insomma Twitter doveva spogliarsi di ogni tratto, anche del nome, anche di X, per poter diventare un'app di tutto.
La situazione economica di X
La Ceo durante l'intervista ha anche parlato della situazione finanziaria di X, affermando che l’azienda è “vicina al breakeven”, quando i ricavi totali sono uguali ai costi complessivi. Eppure Twitter ha perso metà delle sue entrate pubblicitarie. A metà luglio infatti Musk ha spiegato: “Siamo ancora generando un flusso di cassa negativo a causa di un calo del ~50% degli introiti pubblicitari, oltre che un pesante carico debitorio in eredità".
Ha poi aggiunto: "Twitter ha bisogno di arrivare a un flusso di cassa positivo prima di poterci permettere il lusso di qualsiasi altra cosa”. Già nel periodo tra aprile e maggio gli introiti pubblicitari di Twitter avevano toccato gli 88 milioni di dollari, in discesa dell’59% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Il futuro dopo Twitter
Tra i temi toccati ci sono anche i licenziamenti. Prima dell'arrivo di Musk i dipendenti erano 8000, ora 1.500, come ha confermato Yaccarino, ha anche aggiunto che i tagli erano necessari, l'unico modo "per ottimizzare i costi" e sottolineato che i il suo ruolo e quello di Elon Musk sono distinti: “Elon sta lavorando per accelerare il rebranding e lavorare sul futuro, e io sono responsabile del resto: gestire l’azienda, le partnership, gli aspetti legali, le vendite e le finanze".
Linda Yaccarino nel sul lungo curriculum ha già fatto tutto quello di cui Twitter avrebbe bisogno. Al di là del rebranding, per sopravvivere la piattaforma ha bisogno di soldi, credibilità e efficenza. Prima dell'arrivo della nuova Ceo Elon Musk aveva provato a monetizzare la piattaforma con le spunte blu e riducendo l'area di moderazione. Nessuna soluzione è riuscita a trasformare Twitter in quello che Musk aveva promesso. Anzi gli inserzionisti sono scappati lasciando scoperta una delle principali fonti di monetizzazione di Twitter. Ora è il turno di Yaccarino.